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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

The show must go on

Per cosa viviamo? Cosa stiamo cercando? Mi si spezza il cuore,  il trucco si scioglie, ma io continuo a sorridere. Lo spettacolo deve continuare. Fuori, ecco l'alba ma dentro, nell’oscurità, soffro ad essere libero. La mia anima è colorata come  ali di farfalle. Sono vive le favole di ieri e non moriranno mai. Posso volare, amici miei. Lo spettacolo lo affronterò con un largo sorriso. E mai mi arrenderò. (Queen, The show must go on, Brian May.  Album: Innuendo, 1991, libera traduzione A. Battantier).

GUERRA E PACE (MA SENZA FINZIONI)

"I miei hanno rinfacciato a me e mia sorella che sono rimasti insieme soltanto per noi. Ma vaffanculo và! Facevano finta di niente, specialmente di fronte agli amici e a certi parenti.  Il problema dei grandi?  Non si accorgono che i piccoli capiscono i grandi.  I grandi, alle volte, per paura di dire le cose in faccia e di affrontare la realtà, preferiscono nascondersi dietro alla finzione e all'ipocrisia.  E così fanno danni.  Fin da piccoli ci raccomandano di essere sinceri, di non raccontare le bugie.  Invece, proprio loro, vivono nella bugia e poi pretendono da noi la verità.  Quello che conta non sono le parole ma il comportamento di tutti i giorni.  Quello il bambino lo capisce anche quando c'ha 2 anni, secondo me. Anzi forse anche prima.  Oggi ho 16 anni, anche se sono giovane voglio dare un consiglio ai genitori.  Non fingete, tanto i figli se ne accorgono, e soprattutto ne pagheranno le conseguenze da grandi.  È meglio avere un bravo papà e una brava mamma, anche

UN GIORNO CREDI

Un giorno credi di essere giusto E di essere un grande uomo In un altro ti svegli e devi Cominciare da zero. Situazioni che stancamente Si ripetono senza tempo A questo punto non devi lasciare Qui la lotta è più dura ma tu, Se le prendi di santa ragione insisti di più. Sei testardo, questo è sicuro Quindi ti puoi salvare ancora metti tutta la  Forza che hai nei tuoi fragili nervi. Quando ti alzi e ti senti distrutto Fatti forza e va incontro al tuo giorno Non tornare sui tuoi soliti passi Basterebbe un istante. (E. Bennato).

PENSARE VA BENE. MA PURE FARE UNA COSETTA OGNI TANTO MICA FA SCHIFO

 "Quando mi diceva il professore: 'Ah Pié, tu pensi troppo!', io mi stranivo, attaccato com'ero all'idea sacra del mio pensare. Eppure -dopo l'ho capito- era proprio per evitare i fatti che io pensavo, pensavo e strapensavo. Questi perenni conflitti interni mi stavano ammazzando. E la testa mi scoppiava. Che fare quindi? Come soffocare, annientare, i pensieri che logorano? Certo, forse dovrei eliminare chi me li provoca. Ma non basta. Forse sostituendoli con attività  interessanti e piacevoli. Serve una passione che ti bruci dentro. Non stare soli, buttarsi fuori casa, fare qualcosa. Anche perché i pensieri che logorano sono la spia di un mal d'essere. Mi dicono che serve  coscienza e consapevolezza di quello che facciamo, di quel che vorremmo fare, che non facciamo, che non vorremmo più fare. Ma nel frattempo ti devi muovere, uscire dalla paralisi, passo dopo passo verso l'idea che possiamo costruire della nostra serenità ed armonia. È d

PER SEMPRE

"Oggi per oggi, domani per domani, sempre per sempre. Tu ed io...ci proviamo sul serio?". "Today for today, tomorrow for tomorrow, always for always. Me and you...giving it a proper go?". (Era lei, Just the way she was, Thomas Bergen, 2009).  

QUELL'AMORE SMISURATO

Quell'amore smisurato, credevo non poterne farne a meno. Ora basta darlo in concessione agli altri! E' mio! Non posso continuare a cercar chi attappi i buchi neri. Sono l'unica che può riempire quel buco. Sto imparando a volermi bene. Dare la mia vita agli altri? Basta! Basta svendere. Basta elemosinare affetto. Le monetine altrui non riempiranno  il vuoto. Ora tocca a me. (Memorie di un amore, A Battantier, 2010, E. Fattori, Pensieri sopra l'armadio). #memoriediunamore #modelloidealedipersona #miplab #andreagiovannibattantier #battantier #memoriediunadipendenza

GRANDI UOMINI

1968, Olimpiadi di Città del Messico. Tommie Smith, John Carlos e Peter Norman, podio 200 metri. Pugni alzati, guanti neri (simbolo del Black Power), piedi scalzi (segno di povertà), testa bassa e una collanina di piccole pietre al collo (“ogni pietra è un nero che si batteva per i diritti ed è stato linciato”). I guanti erano di Norman, ecco perché Smith e Carlos indossano un destro e un sinistro (li avevano dimenticati in albergo). Scesi giù dal podio la carriera di tutti e 3 sarebbe finita, ma era più importante Il messaggio da mandare al mondo contro i diritti negati ai neri d'America. Norman, arrivato secondo, pagó caro il suo gesto silenzioso e l'aver chiesto la spilla del Progetto Olimpico dei Diritti Umani da portare sul podio. Fu duramente contrastato dai media australiani e dalla federazione. pur qualificandosi per i 100 e 200 mt (Olimpiadi del 1972), la federazione  decise di non farlo partecipare (nessun altro velocista si era qualificato per cui ness

COME SCOPRIRE IL NOSTRO SENSO

"Come scoprire il nostro senso. Segui la vocazione: la cosa che fai con gioia, come se avessi il fuoco nel cuore e il diavolo in corpo".  (J. Baker).  #miplab #modelloidealedipersona #modelloidealedipartner  #modelloidealedifamiglia #jbaker #andreagiovannibattantier #battantier 

IL MURO DI MERLINO

IL MURO DI MERLINO. "TUTTO MUTA LO SA IL BRUCO, LO SA IL MURO CHE UN BEL GIORNO SARÀ POLVERE LASCIANDO L'ESSERE! MERLINO NON ERA UN MAGO, BERLINO NON È UN MURO". (Thomas Bergen, 1980, Merlin war kein Zauberer. Berlin ist keine Mauer).   #thomasbergen #tbergen  #eralei #justthewayshewas #battantier #andreagiovannibattantier #miplab #modelloidealedipersona #modelloidealedipartner 

CONDIVIDERE LA LIBERTÀ

CONDIVIDERE LA LIBERTÀ. "La solitudine mi dà libertà mentale e indipendenza d'azione. Eppure, tu sei una delle mie poche persone care. Vorrei condividere la mia libertà con te". "Solitude gives me freedom of mind, and independence of action. Howewer, you're one of few people on list of loved ones. I'd like to share my freedom with you". (Era lei, Just the way she was, Thomas Bergen, 2009).  

L'INVENTORE DEI SOGNI

L'INVENTORE DEI SOGNI. "Peter ha 10 anni, è sempre distratto. Come me. I miei genitori, gli insegnanti, i grandi insomma, dicono che sono strano, particolare, difficile. Come Peter. Quando leggo questo libro penso che sono io e lui è me. Io alle volte me ne sto da solo, a pensare ai fatti miei. Ma pare che questa cosa non sia bella in società. Tutti vogliono sapere a cosa penso, perché vorrebbero farmi pensare come loro. Io nel mondo mio ho come un mondo di magia, e il sogno abbraccia la realtà. A me per esempio piace entrare nelle vite dei gatti, mi piace seguirli piano piano e andare dove vanno loro. Un giorno mi sono arrampicato su un tetto e sono rimasto lì a guardare il tramonto. Mia madre voleva chiamare i carabinieri perché aveva paura che cadessi. Poverina, aveva ragione. Ma io non sarei mai caduto, perché dentro mi sentivo un po' gatto. Sono belli i gatti, sono belli tutti gli animali. Lo sapete che anche il mio amico Peter alle volte lascia il suo corpo ed entra

L'ULTIMA TELEFONATA

L'ULTIMA TELEFONATA. "Brighton, 1992. Il ragazzo si appresta ad effettuare la sua ultima telefonata. Quello che rimarrà sarà l'addio perso nella nebbia di un viaggio finito male. [...] Perché? Perché lei l'aveva accannato. Può succedere, Brighton è l'isola che non c'è. Ripiàmo sto viaggio?". (A. Battantier, Memorie di un amore, 2012, Fabius 23, numero perfetto).

LA MIA VITA

"Entravo e uscivo dalla vostre vite e nessuno si accorgeva di nulla. E poi un giorno mi sono detto: E mó basta!! Questa è la vita mia. E ho finalmente abbracciato la mia vita".  "I could get in and out of your lives and no one's the wiser. And then, one day I said: Enough's enough! This my life, you know? And I fully embraced my life".  (Thomas Bergen, Era lei/Just the way she was, 2009).

MIA MADRE, NON HO PROVATO DOLORE

"Mia madre un giorno mi disse: "È triste quando una figlia vede solo i difetti della  madre, senza vedere tutto quello che ha fatto, tutti i sacrifici per lei". Epperò, occorre valutare caso per caso. In alcuni casi si tratta di IRRICONOSCENZA FILIALE, per via di  ragazzini egoisti e menefreghisti, che pretendono tutto senza offrire niente. In altri casi però entra in gioco il detto: CHI SEMINA RACCOGLIE. Non tutti i figli sono riconoscenti, ma non tutti i genitori hanno meritato la riconoscenza e l'affetto dei figli. A me per esempio è andata abbastanza di merda e mi sono davvero stufata di tenerlo per me, mi fa bene parlare tirare fuori tutto il dolore provato in questi anni. Non posso che abbracciare mio padre per tutto quello che ho dovuto subire e soffrire da mia madre. Infatti quando canto la canzone di De Andrè, io la modifico. Non me ne voglia il grande Faber. Onora il padre, sfankula la madre, che ogni ora ti regala il bastone, bacia la mano che ruppe il tuo

TU SEI LA TUA VITA

"Well, you mustn't give in to life, because you are your life". "Non arrenderti alla vita. Perché tu sei la tua vita". (Era lei, Just the way she was, Thomas Bergen, 2009).

SONNO DISTURBATO

"Ma dai ma dai ma va va là? Non lo sapevo mica. Sonno disturbato? Ma quale sonno? Con le droghette che ci prendiamo alla sera, neanche usciamo di casa, e  chattiamo tutta la notte con gli amici. E mentre aspetto la notifica mi fisso il muro per due o tre ore. Io, ma pure Jan e Chiaretta, siamo andati allo sportello ascolto. Il fatto è che noi ci piglia male perché di giorno non sappiamo cosa fare delle nostre vite. Tutto il giorno non facciamo un cazzo e la notte il cervello si accende (si fa per dire) e si vendica. Perché se io lavorassi duro, se io studiassi, o riprendessi boxe (ho preso altri 4 kg a furia di magnà pasta la notte per la fame chimica), lo vedi come dormirei...stanco ma felice. Vorrei dormire, vorrei tanto ma prima dovrei vivere alla grande e soddisfatto di me. Solo allora potrò dormire. Buonanotte". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2019, Saverio04 White Widow, h 5:35 )