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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

LA LAMENTELA È UNA PIAGA

LAMENTATIO NON EXCUSAT: QUANDO LAMENTARSI APPESANTISCE L'IO "Ti adoro, non quando ti lamenti, ma quando sai leccarti le ferite e guardare oltre per lottare!  Chi ha poco si accontenta e chi ha troppo si lamenta?  Non so, eppure lamentazione si succhia con il latte ed assume poi vita propria, contenendo in sé buona parte della pesantezza dell'Io che, nel tempo, si carica sempre più di fardelli ed otri di lacrime e fiele.  Alleniamoci a combattere la lamentazione che, non è utile, se non a chi ne fa subdola professione d'opportunismo".  (M. De Pretis, Note a margine dell'essere umano, 1970) "La lamentela è una piaga, solo l'ostinazione alla fine paga.  Ma se ti ostini a piangere  non è ostinazione,  è rottura di coglioni".  (M. De Pretis, Tutte le lettere e i proverbi antichi, 1932/1970)

IL SIGNIFICATO

"Tu decidi qual è il significato della tua vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati di vite diverse e tu devi decidere quale vuoi che sia il tuo". (J. Campbell)

RIFUGIO E AZZARDO

"Quando ho paura del futuro mi faccio risuonare questa frase:  "L’indefinibile è soprattutto la coscienza che qualcosa sta finendo”.  Doris Lessing, ne ha parlato Rosaria, l'amata prof. Io ho paura più di quello che finisce che di quello che può iniziare.  Allora ho paura di scegliere anche le cose più semplici che potrebbero rivelarsi belle.  Il cambiamento inizia quando ti rendi conto che qualcosa sta finendo ma qualcos'altro può iniziare.  Epperò se hai paura non cambi e rimani a metà, con una cosa morta in mano, e non provi a prendere la cosa viva che, forse, ti aspetta. Io mi sono chiusa in un mio rifugio, come una capannetta fortificata da tutte quelle mie rigidità, ed anche una semplice passeggiata al mare mi è diventata un azzardo.  Occorre trovare un nuovo compromesso tra il mio rifugio e l'azzardo di vivere, quello stupore, quella voglia di mettersi in gioco che avevo da bambina e che ritroverò un po' alla volta.  Devo uscire allo scoperto, azzardare

LE SCELTE

Noi facciamo le nostre scelte, molto tempo prima  di renderci conto di averle fatte. (Doris Lessing, Il diario di Jane Somers)

CHIAMAMI CON IL TUO NOME

Strappiamo via così tanto di noi  per guarire in fretta dalle ferite. E abbiamo meno da offrire  ogni volta che troviamo una persona nuova,  ma forzarsi a non provare niente  per non provare qualcosa… che spreco. Come vivrai saranno affari tuoi,  però ricordati:  il cuore e il corpo ci vengono dati soltanto una volta e  -in men che non si dica- il tuo cuore è consumato e,  quanto al tuo corpo,  a un certo punto  nessuno più lo guarda  e ancor meno ci si avvicina.  Tu adesso senti tristezza, dolore,  non ucciderli,  al pari della gioia che hai provato. (Dal film "Chiamami col tuo Nome", Luca Guadagnino, tratto dal libro di André Aciman)

GUARIGIONE: IL MIGLIOR PLACEBO È LA MENTE

"Sembra un gioco di parole, ma la guarigione, per quel che dipende da noi, passa dalla consapevolezza che dipende da noi.  Dobbiamo essere messi nelle condizioni di farlo, anche da noi stessi però.  Il segreto è la pazienza nell'attesa, nonostante le incertezze, insomma sembra andare meglio, quando ci crediamo. Chiamatelo placebo, o come volete, eppure è la mente il miglior placebo. A me questo pensiero di me che ce la fa ha confortato e spronato in tante occasioni: la guerra, la depressione di qualche anno fa, mia lunga malattia. Ero bravo a sopportare la sofferenza, eppure la mente ha bisogno di cibo ed ho imparato a nutrirla di pensieri belli.  E se bisogna chiamare un prete chiamatelo, ma per giocare a carte".  (M. De Pretis, 1909-2009, La gestione della malattia, 2005)

IL "BUON SENSO" DEL CINEMA

Ogni volta che qualcuno dice: "Basta affidarsi al buon senso!"  mi sento come quando, in un film dell'orrore, qualcuno suggerisce: "Dividiamoci!". (Paolo Lentini) O quando, a mezzanotte, la protagonista in vestaglia, durante un temporale, sente un inquietante rumore di motosega provenire dalla cantina, dove è saltata la luce, e decide di andare a vedere di cosa si tratta. (Maria Lo Bianco) E perché nei film horror, anche quando non salta la luce, non accendono mai l'interruttore?  Per non parlare di chi vuole fuggire con l'immancabile macchina che non parte mai.  Insomma, va bene il buon senso, ma non date mai nulla per scontato.  PS: E portate la macchina dall'elettrauto! Io ve l'ho detto! (A. Battantier)

PATIENCE

PATIENCE Prenditela con calma e andrà bene. Ci serve solo un po' di pazienza. Rallenta e ci ritroveremo. Io e te, e un po' di pazienza. Io e te, abbiamo quello che serve. Take it slow, and it'll work itself out fine. All we need is just a little patience Make it slow and we'll come together fine. You and I'll just use a little patience You and I've got what it takes to make it. (Patience, Guns N'Roses, W. Axl Rose / Saul Hudson / Duff Rose McKagan / Izzy Stradlin / Steven Adler)

Dance Me to the End of Love

Dance me very tenderly  and dance me very long, dance me to the end of love. Ballami teneramente, ballami a lungo assai. ballami fino alla fine dell'amore. (Dance Me to the End of Love, Leonard Cohen)

MI HAI MOSTRATO LA LUCE

Di certo ero e sono rimasto un tipo antisociale.  Ma te almeno mi ha dato un motivo in più per esserlo: quello di stare sempre e solo con te. Quando mi hai detto:  "Ti amo,  psicopatico geniale!".  E quando mi hai detto:  "Dobbiamo cambiare per non morire, io vado avanti, ti aspetto!". Mi hai insegnato l'arte di salvarsi. Questa perdita io l'ho vissuta come la preparazione ad una rinascita. Ho letto oggi che stai per sposarti, e te lo giuro, sono contento.  E se è finita, mi hai insegnato ad amare. Fingevo di essere libero, oggi sono libero e ti amo per quello che mi hai mostrato:  la luce. (A. Battantier, Memorie di un amore, 2020, Daniele DP, 30 anni)

DEEP BITE

DEEP BITE "[...] E come sappiamo è il profondo che passa, non la correzione della volontà". (Marzia Procopio)  Un nuovo modo di intendere le cose, smettere di correggere  il profondo abisso dentro noi. Quel morso profondo  incide nel tempo, nonostante la volontà. Ma è lenta la volontà, sul morso profondo. Serve collaborare,  dovremmo capirlo. Manda messaggi quel morso profondo. E se negli anni  siamo diventati praticamente invisibili,  è perché non lo abbiamo ascoltato. Accetta il tuo tempo,  tutta l'energia è nell'abisso, PS: Utili le correzioni,  soffermiamoci pure per anni sul significato delle correzioni apportate dalla volontà. Ma dobbiamo divenire  cacciatori di libertà, rendendo un servizio all'anima. (A. Battantier, 1999)

NON È MAI TROPPO TARDI PER FARSI UN'INFANZIA FELICE

"'Non è mai troppo tardi per farsi un'infanzia felice' è forse il mio motto preferito, anche se ho solo 15 anni.  Siccome quando ero piccolo ho avuto tanti problemi di salute, alle volte mi sento già grande.  Papà invece ha deciso, a 45 anni, di iscriversi ad un corso di falegnameria, perché secondo me lui da grande vuole tornare piccolo a giocare con il legno.  Ha detto che non vuole mettere più la cravatta.  Per madre invece sono impossibili i sogni. Ha troppo da fare per la casa e stare dietro a mia sorellina. Mamma dice che bisogna accettare il fatto di crescere, e va bene, però ogni tanto ridi mamma che ti vogliamo tutti bene. Ma lei risponde: "Rido il giorno che mi date una mano'.  Ha ragione.  Nonna mi ha detto:  'Matteuccio, io punto sulla terza età. Poi basta però!'. Secondo me si può anche crescere restando o tornando bambini.  Il fatto è che quando guardo certi adulti mi accorgo che gli manca qualcosa.  Hanno smesso di essere anche bambini. 

ALLA FINE TI PERDONO SEMPRE

"Li morté, alla fine ti perdono sempre, ma com'è?  Possibile che quella faccia sia d'inganno così tanto?  Ogni volta ci ricasco,  ma tanto io lo so che se rinasco, davanti agli occhi tuoi io ci ricasco". (Memorie di un amore, A. Battantier, 2002, Fabio Perez, 17 anni, a Lulù)

MAFALDA, SCOMODA BIMBA DAL PENSIERO VELOCE

Quino è morto. "Tutte le brave persone del paese e del mondo lo piangeranno", afferma il suo editore. Mafalda, scrive Umberto Eco nel 1969, "è un’eroina arrabbiata che rifiuta il mondo così com’è.  Vive in una continua dialettica col mondo adulto, che non stima, non rispetta, avversa, umilia e respinge, rivendicando il suo diritto a rimanere una bambina che non vuole gestire un universo adulterato dai genitori”. Oltre al papà impiegato e alla mamma casalinga, la scomoda bimba dal pensiero veloce è circondata dai suoi variegati amichetti: il romantico Felipe, la borghesotta Susanita, il capitalista Manolito. A questi si sono poi aggiunti il fratellino Guille (Nando per gli italiani) il fratellino di Mafalda, e la piccola, piccolissima Libertad. Al momento del golpe (1976), Quino si trasferì per 3 anni in Italia. Su quel periodo orrendo dell’Argentina disse:  "Se Mafalda fosse vissuta durante gli anni della dittatura militare sarebbe forse stata una ‘desaparecida’ in