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ANDARE, PARTIRE, TORNARE (Memorie di un amore)

Allora, stavo tornando da lei. Arrivo trafelato, lei mi aspetta, e io le dico: "Amore, ho rischiato la morte per te!" E lei: "Sì, caro, ma hai almeno preso il caffè e i pannolini?" Perché alla fine, l’amore è anche questo: ricordarsi delle cose banali mentre pensavi di essere il protagonista di un melodramma.  Il viaggio verso l’altro diventa una corsa contro il tempo, l'amore, sta anche in questo: nel suo essere un continuo andare e tornare, un peso che si fa lieve perché condiviso. E poi c’è il corpo. Toccarla, sentirla, essere certo che ci sia. Mani che si cercano al buio, cuori che battono troppo forte per essere ignorati.  L’amore è la tua stessa paura di perdere l’altro.  Nella notte, quando tutto tace, resta solo il battito del cuore dell’amato. Un suono antico, più forte di ogni ansia, più duraturo di ogni tempesta.  L’amore non cancella la durezza della vita, ma la rende sopportabile. Forse l’amore è un’illusione, eppure, ogni volta che qualcuno ...
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TRENO REGIONALE PER NESSUN LUOGO

Un treno regionale che annusa di sudore e sigarette spente. Un uomo di 50 anni, barba da eremita, occhi gonfi di vino e rimpianti. Di fronte, una ragazza di 17 anni, capelli blu e auricolari appesi al collo come un’ammissione di resa.  Lui bofonchia, rallentato e strascicato, un discorso di fine mondo:  «La vita è come un cesso otturato. Giri la leva, ma invece di scivolare giù, tutto risale. Io affondo e l’unica spinta che sento è quella di andarmene per sempre.»  La ragazza va al dunque: «Papà, hai vomitato sul mio zaino.»  «Ecco, vedi? La società ci impone di contenere i fluidi. Ma il vomito è l’ultimo atto di libertà. Un manifesto anarco-esistenziale. Che male di testa!»  Poi l’uomo, barcollando come un pendolo, si  sposta all’altro vagone: «Mi uccido. No, aspetta, no. Lo faccio per la nonna. E per te. No, per il cane che non abbiamo mai avuto. La vita è un puzzle, ma io ho perso i pezzi…quando…quando è arrivato l’euro.»  La figlia lo rag...

QUANDO I BAMBINI PIANGONO (Frasi che si dicono, frasi da evitare)

1. "Vedo che per te è difficile." Quando la sento mi si alza un sopracciglio. La frase è strutturalmente corretta, ma presuppone che il bambino abbia una teoria della mente per capire che voi avete capito che lui non capisce. E ciò che manca a un bambino in lacrime non è certo un’analisi linguistica della sua disperazione. 2. "Capisco che sei sopraffatto e va bene." Come quando mio padre mi diceva: "Piangi pure, tanto domani piangerai ancora, prima o poi ti passerà, quando soffrirai davvero." Questa frase entra di diritto nel manuale delle frasi consolatorie per genitori con il cervello in stand-by. 3. "È stato davvero triste/frustrante/deludente." Oggi sorrido, pensando a quando realizzai che il mio peluche preferito era finito in lavatrice a 90 gradi. A questo punto meglio dire: "La vita è così. Abituati." 4. "Facciamo una pausa." Razionale. Peccato che il bambino stia già pensando: "Una pausa? Io voglio distrugge...

GOFFREDO HA CALDO

Ad oggi tante persone nel mondo si sono fatte crioconservare, sperando di risvegliarsi nel futuro, proprio come Goffredo. Però Goffredo questa mattina si è svegliato, c'è stato un blackout generale all'ospedale Amici del Cuore, le temperature del resto hanno raggiunto già da qualche giorno i 50° a Milano. Goffredo ha freddo, ha avuto un brusco risveglio e cerca qualche professionista in grado di riportarlo a circa 250 gradi in meno, ma qui sembrano tutti impazziti, terrorizzati di morire per il troppo caldo nel mondo. Goffredo ha caldo. Si aspettava qualche zaino-razzo, colonie su Marte, l’immortalità digitale. Invece no: Milano è una sauna, la gente urla per il caldo, e lui è l’unico che vorrebbe tornare nel freezer. Goffredo cerca un dottore, ma i medici non ci sono. Goffredo guarda il mondo, certo, qualcosa è cambiato, ma mica tanto. Le pubblicità ti parlano direttamente nel cervello, i vestiti si autodistruggono dopo due uscite per obbligarti a comprare, e l’aria è a pagam...

LE PERSONE CHE SI CONSIDERANO "FIGHE” (Memorie di un adolescente: Il coraggio di essere diversi)

Oggi stavo pensando a quelle persone che si credono tanto "fighe" solo perché seguono la moda, hanno l’iPhone nuovo, le scarpe firmate e fanno i bulli con chiunque non sia come loro. E mi sono chiesto: ma davvero sono così fighi? O in realtà hanno solo paura?  Secondo me, la verità è che queste persone hanno paura della diversità. Hanno paura di tutto quello che non conoscono, che non è uguale a loro, e invece di aprirsi e scoprire cose nuove, preferiscono attaccare. "Tu non sei normale", dicono. Ma cos’è "normale"? Per loro, normale è avere le stesse scarpe, gli stessi vestiti, lo stesso telefono…come se la vita fosse una specie di centro commerciale dove tutti devono comprare le stesse cose per essere accettati.  Ma io mi domando: dov’è la libertà? Dov’è la personalità? Se tutti siamo uguali, che noia! Invece loro, i cosiddetti "fighi", pensano che essere normali significhi seguire la massa, mettere like alle stesse cose, vestirsi tu...

BLATTEN (Ora c’è un bellissimo lago, tra le pieghe di un disastro annunciato. La natura non ci vendica: ci ricorda)

Celebriamo oggi la fondazione del Lago della Disperazione, già noto come comune di Blatten. Una frana, un crollo glaciale, un nuovo specchio d’acqua e noi, sempre a sorprenderci, come se fossimo spettatori innocenti e non registi collusi. La natura non ci vendica: ci ricorda. Ma noi continuiamo a comportarci come se la realtà fosse un’opinione. Il problema non è il ghiaccio che si scioglie, ma il pensiero che si fossilizza. Ora c’è un lago! Immaginate i cartelli: “Blatten Beach, dove puoi fare il bagno nelle lacrime della tua specie!” Abbiamo scaldato il pianeta a suon di SUV, crociere e carne d’allevamento. Ghiacciai nudi, montagne scollate, ora la Terra presenta il conto. La natura non è in pericolo. Siamo noi che ci stiamo estinguendo e le daremo pure un poco di fastidio mentre ce ne andiamo. Blatten era un villaggio. Ora è un lago. Prossimamente Venezia diventerà barriera corallina. L’umanità si preoccupa per il clima? No. Si preoccupa per l’aria condizionata (Preferiamo la pace o ...

LEZIONI DI ANTISPECISMO: IL CASO DEL RESORT PAIRI DAIZA, OVVERO COME L’HOMO INSIPIENS TRASFORMA LO SFRUTTAMENTO IN UNA "VACANZA ETICA"

Signore e signori, ecco a voi l’Arca di Noè per ricchi annoiati. Finalmente un posto dove puoi dormire accanto a un tricheco senza doverlo prima uccidere, spellare e trasformare in borsetta. Pairi Daiza, il “miglior zoo d’Europa”, ha capito tutto: se devi sfruttare gli animali, fallo con stile. Meglio ancora se riesci a convincere i tuoi clienti che stanno facendo un’esperienza immersiva, educativa e magica, mentre in realtà stanno pagando per guardare una tigre depressa fissare il muro di cemento del suo recinto. Qui siamo di fronte all’arte suprema: quella di vendere la prigione come un resort. L’uomo è l’unico animale che paga per farsi rinchiudere volontariamente in una gabbia…e poi paga di più per guardare altre gabbie. A Pairi Daiza, però, hanno elevato il concetto: non ti limiti a vedere gli animali in gabbia, ci dormi insieme. È come Airbnb, ma invece della nonna, hai un orso polare che si chiede perché il suo habitat si è ridotto a un cubo di vetro climatizzato. Immersivo, d...