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Visualizzazione dei post da 2022

I PARADOSSI DELL'IO: FRUGALITÀ E RICERCA DELL'ESSENZIALE

“Che cos’è la ragionevole follia dei beni di consumo?  L'onnipotenza del mercato produce l'inarrestabile distruzione di tutti i beni dell’anima.  Il nemico è il vuoto Capitalismo con la sua diretta emanazione Consumismo.  La follia esiste, ma è generata e, soprattutto, alimentata da una società ben più folle. Se il Capitalismo viene lasciato libero dentro noi si impossessa dell'anima, "consumandola".  Quando lo status farlocco si sostituisce alla nostra essenza si apre una considerazione interessante:   Noi esseri umani siamo responsabili nell'accettare una determinata concezione del mondo. Il paradosso della relatività?  Il tempo non decide al posto nostro se ci muoviamo al tempo nostro.  Stufi di tutto? Proviamo almeno a cambiare qualcosa. L'inconscio non ascoltato prima o poi presenta il conto.  Cerchiamo di abbracciare prima possibile il nostro inconscio.  Lui sa quello che vogliamo, ci aspetta, rendiamolo felice e saremo felici noi stessi.  Prestiamo

IL SENSO È L'AMORE (Le sens est l'amour)

"Vieni qui, bel faccino, e abbracciami. Abbracciami prima che mi metta a piangere. Abbracciami, quanto più forte puoi. Questo è l'amore più forte, alla sua base ha l'amore. E l'amore stesso ha riposo nel cuore. Senza amore niente ha più senso.  La felicità è amore, nient'altro. Stavo cercando di trovare un senso e non sempre è facile. Le persone hanno bisogno di trovare senso in qualcosa ed io l'ho trovato nell'amore. Amène ton joli minois par ici et embrasse-moi. Prends-moi dans tes bras avant que je pleure. Serre-moi aussi fort que tu peux. L'amour le plus puissant est fondé sur l'amour. Et l'amour lui-même doit se reposer dans le coeur. Sans amour rien n'a plus de sens.  Le bonheur est l'amour, rien d'autre. J'essayais de donner un sens à la vie. Ce n'est pas toujours facile. Les gens ont besoin de trouver du sens aux choses. Je l’ai trouvé dans l’amour". (Didier Doutest, Lao in the company knows the formula, 2005) #d

LA LIBERTÀ DI VOLONTÀ

"L'ultimo sottile legame che lo tratteneva si è spezzato. Adesso la libertà è il suo unico piano. Libertà è volontà di rompere gli schemi e le costrizioni imposte dal passato in cui si nasce e si vive. Tutto è all'interno di questa libertà di volontà.  La libertà è nelle nostre mani Lottare per liberarsi da vecchi schemi.  Lottare per costruire la nostra libertà". "The last thin thread that bound him is broken.  Now freedom is her only plan. Freedom means a willingness to break the mold and the constraints imposed by the past in which one is born and lives. Everything is inside this freedom of will.  Freedom is in our hands. Struggle to break free of old patterns.  Struggle to build our freedom". (M. Thompson Nati, The paradoxes of Ego, 1970, 1995)

CAMMINANTE

Resto contento per quello che è passato. Mi porto appesa al cuore una promessa e qualche bacio rubato. Toglietemi passioni, amici, il riso del saluto, ma non si può perdere quello che mai in fondo si è tenuto, non si può perder niente se niente si è mai avuto. (Vinicio Capossela, Camminante, album Camera a sud, 1993)

LO YOGA SPIEGATO DA UN CANE

"Se non riesci ad addormentarti, prova qualche attività che ti induca a dormire, come gli esercizi di yoga. È noto che lo yoga riduca lo stress e aiuta a dormire meglio". "If you cannot fall asleep, perform some sleep-inducing activities such as yoga. Regular yoga practice leads to a more balanced and positive mood and a better night's sleep". (Thomas Bergen, Just the way she was: I sleep on my yoga mat/Dormirò sul materassino per lo yoga, 2009)

MEMORIE DI BABBO NATALE

Ricordo alla scuola materna, quando mia madre, per spicciarsi o per risparmiare, mi vestì da Babbo Natale. Peccato fosse carnevale e la  vergogna fu mortale. Così, quando toccò a me fare la madre, volli far le cose per benino. In un negozio per acquistare regali di Natale mi proposero -con un piccolo sovrapprezzo- la consegna a domicilio da parte di Babbo Natale. Perfetto! Accettai subito, sai che bella sorpresa per la mia piccolina. Epperò alla vigilia, tutti a scartar regali, ma il mio Babbo Natale era in clamoroso ritardo. Quando finalmente suonarono alla porta, eccolo arrivare, in compagnia di stravaganti folletti truccatissimi, inquietanti e urlanti a squarciagola. Babbo Natale, che evidentemente aveva ecceduto con l'alcool (era passato a salutare troppi bimbi, dissetandosi amabilmente in ogni casa, tanto che il suo alito era impossibile) sollevò bruscamente da terra la mia piccolina per abbracciarla con vigore. Fu allora che partì un pianto ininterrotto, che divenne e

A NATALE SIAMO TUTTI PIÙ BUONI (E SOLI)

"Natale è il giorno in cui puoi sfuggire alla tua solitudine grazie a celebrazioni sempre più grandi e luminose. Natale è quel tempo dell'anno in cui le persone sentono di più l'isolamento, che può trasformarsi in male oscuro. A Natale siamo più consapevoli della povertà e sofferenza circostanti; un senso di impotenza assale le persone sensibili, impreparate ad affrontare le sfide quotidiane di questo mondo ingiusto e crudele. Sembra un paradosso: A Natale, nel regno dell'immaginazione, si fanno i conti con la realtà".  WE ARE ALL BETTER AT CHRISTMAS (AND ALONE) Christmas is the day you can escape from your loneliness thanks to the typical increasingly bigger, brighter and louder celebrations. Christmas is the time when people suffer more from loneliness than at other times, a feeling of isolation that can grow into a depression. During Christmas we are made better aware that there is a great deal of poverty and suffering in the world. Most sensible people sometim

LO SPIAZZAMENTO

"Quando una situazione di pericolo risulta evidente prova a spiazzare il tuo nemico: Non farti trovare sulla sua strada". "When an alert is evident try to displace your enemy: You'd better not find yourself near him". (Thomas Bergen, Just the way she was, Ph Cherubina Ravasi)

HO FREDDO, DAMMI UN GATTO!

"Ho freddo, dammi un gatto!" "I gatti sanno sempre dove andare...te li devi guadagnare!" "I'm cold, give me a cat!". "Cats? They all know where to go! You have to earn them!" (Thomas Bergen, Just the way she was)

CORSO DI MEMORIA E LETTURA VELOCE: LE SCORCIATOIE SERVONO MA DEVI CAMMINARE

I corsi di memoria e lettura veloce innovativa sono una truffa? Ricordo quello di "lettura tridimensionale", la sigla proposta dai coach era "3D mens +".  E già dalla sigla, parliamone. Ho seguito per un periodo questa  tecnica di lettura fotografica, un metodo di apprendimento accelerato che avrebbe dovuto permettermi di aumentare la mia velocità di lettura e ricordare più informazioni. Del resto mi avevano anche consigliato in passato la lettura diagonale, non so se la conoscete, quella che ti porta ad esaminare con attenzione la prima riga di un paragrafo -ah ah- senza concentrarsi su nessuna parola in particolare, guardare dal lato sinistro in diagonale verso l'angolo destro. Ma di studiare a fondo no, non me l'avevano detto.  Ci sono arrivata da sola e quando ho iniziato a studiare per davvero concentrandomi cinque, sei ore al giorno e, grazie alla mia compagna che ancora oggi amo, sono riuscita a laurearmi; anche se con un voto non altissimo sono comun

IO USO L'INTELLIGENZA INTUITIVA (E CONTINUO A FARE UNA SERIE DI CAZZATE INCREDIBILI)

Circa due anni fa ho fatto un corso per sviluppare la mia intelligenza intuitiva.  Avrei dovuto capire già dall'inizio che qualcosa non funzionava: sulla pubblicità c'era scritto "Training gratuito" ed io, quando ho chiesto al call center il perché della gratuità, ho ricevuto questa risposta:  "Si tratta di un esperimento pilota, solo per i primi 100”. Chissà, sarò stato il centounesimo, perché ho pagato €2000 per 10 lezioni on-line. Che fiuto eccezionale il mio vero? Mi hanno aiutato? Certo, a fiutare meglio le truffe e le manipolazioni, a dare ascolto alla pancia, a respingere chi si propone come mago guaritore della vita tua. Io mi sono complicata la vita, ed io me la devo semplificare, senza ricorrere a semplificatori.  (Memorie di una dipendenza, A. Battantier, 2022, Marika RT, 42 anni) *** La malattia del secolo si chiama "dipendenza". È ridotta a una debole luce il contatto con la propria anima. Se fossimo in contatto col nostro cuore profondo, c

FAI LA NANNA ORSO MARK

L'orso Mark ha 24 anni, ne ha trascorsi 20 chiuso nella gabbia di un ristorante di Tirana, Albania. Prima di chiedervi come possa una mente sana rinchiudere un animale in una gabbia a scopo ricreativo-attrattivo e lasciarcelo per 20 anni, riflettiamo su quante persone vanno ancora all'acquario, al circo o allo zoo. L'orso Mark ha toccato per la prima volta la neve in questi giorni. Non si vede dalla foto ma i suoi artigli erano consumati dall’andare avanti e indietro nell'infimo, angusto spazio, e rotti erano i suoi denti nel tentativo di distruggere le sbarre. L’orso è in forte sovrappeso poiché, parte del divertimento era tirargli avanzi di cibo del locale. In questi anni Mark non è riuscito mai ad andare in letargo: Il proprietario tentò di mettere una gigantografia nei mesi invernali ma poi il fatturato era diminuito, i clienti/turisti lo reclamavano in carne ed ossa. Ora è libero e trascorrerà il resto della sua vita in un santuario austriaco. Potrà andare in letar

IO E TE SAREMMO STATI OTTIMI GATTI

Non dirò nulla contro i gatti. Nella mia vita i personaggi principali sono gatti e gatti. Generalmente sono creature abitudinarie ma possono sorridere. Di solito vanno e vengono come vogliono, graffiando alle porte. Amano arrampicarsi tra i cespugli, rescono a vedere al buio e sono molto furbi. Nella maggior parte dei casi preferisco i gatti alle persone. Sette gatti, otto gatti, nove gatti matti, una colonia: Amo far entrare i gatti di tutto il vicinato, che vi credete? Neanche a loro piace stare soli. Sappiamo entrambi di non essere gatti: Peccato! Io e te saremmo stati degli ottimi gatti. Mi chiedi se ti amo! Te lo dirò in un'altra vita, quando saremo entrambi gatti. I won't say anything against the cats. In my life the main characters are cats and cats. In general cats are creatures of habit but they can smile. Usually cats just come and go as they please, scratching at the door. Cats love climbing through bushes. All cats can see in the dark and they are very crafty. I lik

LA FINE DI UN AMORE

Certo, resta il nostro amato blues che insieme suonavamo.  Ma la fine di un amore fa male.  C'è chi dice: Con ogni addio impari. Ma cosa? Che non posso cercare sicurezza? È questo che impari? Va bene, l'ho imparato ma avrei aspettato ancora un poco: fanno male gli abbandoni. E dire che sono allenata. Tanto vuoto dentro.  Un altro fallimento. Il dolore cederà il posto al cambiamento (non ancora desiderato). Prima ho da smaltire la rabbia, che ancora non arriva. Desidero riappropriarmi di me stessa, ma dove sono finita? Ricostruzione, facile parlare.  Ma se una non la vuole la ricostruzione? Sì, sono arrabbiata, ma non ancora abbastanza per distruggere de-fi-ni-ti-v a m e n t e!!! Dopo si ricostruisce. Dopo. E allora la vita intanto continua in letargo, ancora un po'. Aiuta l'inverno alle porte. Non fatemi uscire di casa.  Devo guardare in faccia la realtà, chiamare le cose col proprio nome: stronzo, ecco che sei stato tu per me! Hey, ecco, la rabbia arriva. Eppure, qualc

LEZIONI DI FILOSOFIA (SUL DIVANO)

Ho la maledetta pigra abitudine di rinviare ogni azione che potrebbe potenzialmente migliorare la mia vita ma preferisco, comodamente spiaggiata sul divano, continuare a lamentarmene. Alle volte mi prende la nostalgia di un passato comunque di merda.  Ma perché mi ritrovo a rimpiangere momenti che all'epoca mi facevano comunque schifo? Mi sono stufata di rinfacciare episodi che dovrebbero ormai essere morti e sepolti, dando sempre la colpa a qualcun altro. Avrei bisogno di abbracciare qualche filosofia orientale tipo alla fine va bene e se non va bene non è la fine.  Ma già cosa mi direbbe il maestro zen: Almeno alzati dal divano cazzo!   (A. Battantier, Memorie di un'adolescente, 2022, Jasmine Oblata, 19 anni) *** "Ero passata a salutarti. Dormivi che sembravi in coma, tutta accoccolata in pigiama. Non puoi stare sempre su 'sto divano...te ne devi sbarazzare Hélène. E ti toccherà dormire in piedi come i cavalli. Se vuoi sopravvivere qui, alzati subito. Su, alzati e ca

IL MIO CANE ANZIANO

Quando il tuo cane diventa anziano cambiano molte cose, alcune veloci, alcune pian piano, che quando ti fermi a pensarci quasi ti scoppia il cuore.  Cambiano le passeggiate, che si adattano al suo passo, cambia il modo di giocare, non è più il ghepardo di una volta. Una volta ti sentiva arrivare da lontano, ora ogni tanto arrivi e devi andare a dirgli: "Hey, e quindi?" e allora lui ti fa le feste il doppio, quasi a chiederti scusa perché proprio non ti aveva sentito. Quando il tuo cane diventa anziano ti prendi il tempo per regalarvi momenti speciali e non te ne frega  niente di dire agli altri: "Non esco, sto con il cane!". Lui c'è sempre stato, pronto a leccarti la faccia ogni volta che hai pianto, ad acciambellarsi sul letto ogni volta che stavi male.  E lui era lì mentre qualcuno se ne andava, e quando uscivi incurante dei suoi occhioni imploranti, ma poi quando tornavi era comunque una festa perché gli esseri puri non conoscono il rancore.  Quella notte ho

LO ZIO GIANNI (ED ESSERE ME STESSO)

Si parla con gli amici e quello che esce sempre fuori è che tutti vogliono fare i soldi, e pure in fretta. Io non voglio fare i soldi. Vorrei stare bene con me stesso e ho sempre invidiato mio zio Gianni (disegnatore a piazza navona) che dopo i 50 anni, per 20 ha vissuto in una tenda all'Interno del suo garage-laboratorio. Zio Gianni è stato un uomo felice pur vivendo con l'essenziale. Ci sono i beni materiali ma io mi chiedo: possibile che vadano a schiacciare così pesantemente i beni dell'anima? Oggi sembra che esisti se hai qualcosa e arriviamo al colmo di una mia amica che si è fatta fare un iPhone da più di 1000€ con il papà senza lavoro.  Lei dice:  "Tanto l'ho preso a rate".  E brava fessa, così lo paghi 2000€. Troppi ragazzi hanno il terrore di passare da sfigati se non hanno certi oggetti di moda, sempre a farsi fregare da quello che altri pensano di loro.  Come se non avessero personalità. Sto cercando di capire cosa voglio e il consumismo allontana

MENEFREGHISMO: INSTALLAZIONE AL PINCIO (Mostra permanente in itinere)

Che cos'è il genio insito nel menefreghista?  È utilizzare due buste per avere il culo al caldo e quando finisci di mangiare ti alzi e te ne vai.  Pensi:  Uno che ha usato le buste per il culo le può usare anche per pulire i resti.  No, le buste le lasci lì, a mo' d'installazione d'arte contemporanea orrenda, un dialogo allo specchio per riflettere sul percorso di merda che da tempo immemore ha intrapreso l'uomo in società. Diamoci la mano per attraversare il mondo.  Siamo esseri umani in libertà di esprimerci sapendo che il bene della collettività è superiore al menefreghismo del singolo. Accettiamo il menefreghismo solo se non intacca gli altrui diritti e libertà. Ps La signora delle pulizie, responsabile del gabinetto del Pincio, mi ha detto che si trattava di una coppia italiana in vacanza, si sono fatti anche delle foto turistiche.  Quando sono andati via la signora ha ricordato loro di buttare le cartacce.  Al che hanno risposto:  "Per questo ci siete voi

CIBO ED INCUBI (I BACI PERUGINA)

Sono sempre stata ingorda di dolci. Il cibo non era distrazione ma affetto mancato e comunque non ha mai riempito quel vuoto che avevo dentro; pensavo fosse il male minore ed era invece sempre la stessa cosa. Quante volte sono fuggita in questa vita, sentendomi in trappola e senza forza di lottare.  Ho bisogno d'amore, abbracci, carezze, chissenefrega la retorica del sentimento, vorrei essere smielata come un bacio Perugina…poi due, tre, 100 baci Perugina. Ho fatto un sogno, fuggivo da mostri che mi volevano ammazzare ed io fuggendo oltrepassavo un cancello. Era buio, solo un lampione acceso a intermittenza, tanta nebbia. Per trovare rifugio varcai l'ingresso di una vecchia fabbrica. Sarà che ho visto recentemente con mia figlia "la fabbrica di cioccolato", resta il fatto che questa era la fabbrica Perugina e decine di operaie si dedicavano alla preparazione dei famosi baci.  Mi prese per i capelli un guardiano, rimproverandomi perché stavo con le mani in mano. Mi dis

IRENA SANDLER

"Mi chiamo Irena Sendler, ho 95 anni ed è vero: facendo l'infermiera è possibile salvare tante vite umane.  Ho avuto modo di salvare 2500 bambini, facendoli uscire di nascosto dal ghetto di Varsavia, procurando i documenti e rifugi sicuri.  In famiglia eravamo cattolici, ed è stato mio padre a farmi capire che Cristo rinasce ogni mattina dentro di noi, ma va alimentato con l'amore.  In chiesa non ci andavamo tanto. Seguivamo il Vespro, per riposarci. La Chiesa, le panche, sono fatte per riposare.  La vera chiesa è dentro di noi.  La via per la santità porta all’aridità.  Ci sono cose troppo importanti per pensare anche alla santità.  Papà era medico e morì di tifo, mentre curava malati che altri suoi colleghi avrebbero lasciato imputridire al vento.  Ero angosciata per quello che non facevo.  E quello che facevo non mi soddisfaceva.  Durante gli studi mi chiesi un giorno:  Perché gli studenti ebrei non possono più studiare?  Lo feci presente e venni sospesa per tre anni. 

KINTSUGI (L'ARTE DI RIPARARE)

Me l'ha insegnato mia nonna. KINTSUGI significa "riparare con l'oro". È una pratica giapponese che usa oro o argento liquido per riparare -saldando- frammenti di oggetti in ceramica. È possibile riparare con l'amore, bene prezioso che trasforma finanche l'odio e la disfatta. Invece di buttare via, mia nonna aggiustava.  Abbiamo ancora a casa tazze e piatti incollati con sopra nastrini colorati. Realizzava creazioni  bellissime.  Una volta -a 10 anni penso- ruppi appositamente una tazza per divertirmi a ripararla.  Nonna mi prese da parte e mi disse:  “Avrai tempo per romperti o riparare per davvero. Verrà il tempo delle cicatrici, bambina mia. Ora, pensa a mantenere sano quello che è sano". Nei momenti cupi ho pensato che non si può riparare proprio tutto.  Il vaso non perderà più acqua ma quei segni rimarranno per sempre.  Come un tradimento. Ma ancora io penso che il migliore collante resti sempre l'amore. Occorre provare a "ricucire" le c

LA BARCA GRANDE DI RUGGINE

La magia è che mi hanno portata via da casa mia. Io ci stavo bene ma ogni giorno moriva qualcuno e mio padre disse "o tutti o nessuno". Mi chiamo Aisha, mio padre è scomparso prima che facesse la magia allora sono partita con mio zio, in mare aperto, per cercarlo, salpando su una barca con altri 100. Il viaggio era lungo e, la notte, la nonna di tutti raccontava le storie a noi piccoli, ma l'ascoltavano anche i grandi. Ci parlava dei mostri marini che custodivano il passaggio dell'oltremare. Restavamo in silenzio avvolti dal sogno. Di giorno giocavamo ai pirati ma il digiuno portò via la voglia di giocare ed ecco allora il sogno anche di giorno. Mi aiutarono le parole del mio maestro al villaggio,  chiusi gli occhi ed iniziai a respirare lentamente, profondamente. Chi non lo sa, pensa che il lungo tragitto di quando ti portano con i barconi per giorni, sia più facile del deserto libico.  Ma tutto questo mare, da quassù, è più o meno un deserto.  Stavamo morendo di set

LASCIARE QUALCOSA DIETRO DI SÉ

Quando morì mio nonno ero bambino. Era un uomo d'animo gentile, aveva molto amore da dare al mondo. Costruiva giocattoli per noi e nella sua vita aveva fatto tante cose buone.  Quando morì mi accorsi, ad un tratto, che non piangevo per lui, ma per tutte le cose che aveva fatto.  Piangevo perché non le avrebbe fatte mai più, non avrebbe mai più scolpito o intagliato un pezzo di legno, mai più ci avrebbe aiutato ad allevare colombe e piccioni nel giardino di casa, né avrebbe suonato più il violino né ci avrebbe più raccontato cose buffe. Mio nonno diceva sempre: Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro di sé quando muore: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi o un giardino piantato col nostro sudore.  Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là.  Non h

DIVERSI COME DUE GOCCE D'ACQUA

Nulla due volte accade, né accadrà.  Di ripeter non è dato le stagioni del passato.  Non c’è giorno che ritorni, non due notti uguali uguali, né due baci somiglianti, né due sguardi tali e quali.  Cercheremo un'armonia, sorridenti, fra le braccia, anche se siamo diversi  come due gocce d’acqua. (Wisława Szymborska)

SOLO CIÒ CHE È UMANO PUÒ ESSERE DAVVERO STRANIERO

Sono permeabili le frontiere umane. Quante nuvole vi scorrono sopra impunemente, quanta sabbia del deserto passa da un paese all’altro, quanti ciottoli di montagna rotolano su terre altrui con provocanti saltelli. Devo menzionare uno ad uno gli uccelli che trasvolano, che si posano sulla sbarra abbassata? Tra gli innumerevoli insetti mi limiterò alla formica che, tra la scarpa sinistra e la destra del doganiere, non si sente tenuta a rispondere alle domande:  “Da dove?” e “Dove?”. E chi se non la piovra, con le lunghe braccia sfrontate, viola i sacri limiti delle acque territoriali? Come si può parlare di un qualche ordine, se non è nemmeno possibile scostare le stelle e sapere per chi brilla ciascuna? E poi questo riprovevole diffondersi della nebbia! E la polvere che si posa su tutta la steppa, come se non fosse affatto divisa a metà. Solo ciò che è umano può essere davvero straniero. Il resto è bosco misto, lavorio di talpa e vento. (W. Szymborska)

VORREI RICORDARLO PIÙ SPESSO (LA PAURA, IL CORAGGIO)

Ero con un'amica in bagno quando lei è entrata.  Iniziò un gioco di sguardi intensi. Le occasioni non sempre si perdono, le occasioni si rinnovano sotto altre forme.  Il momento arriva quando deve arrivare. Ariete è la colonna sonora di questi strani giorni, e vorrei ricordarlo più spesso che non siamo stupidi se siamo avvolti dai contrasti, tra il desiderio di avvicinarci e la paura che non vada come sperato.  Alle volte serve forzare la mano, spiazzare noi stessi almeno un poco, per vedere di nascosto l'effetto che fa.  Vorrei ricordarlo più spesso di quando la paura bussò alla porta del coraggio. Il coraggio si alzò, andò ad aprire e fuori non c'era nessuno. Ps Coglierò ogni momento, sì. Vorrei scappare un giorno, ma con te al mio fianco. (Memorie di un amore, A. Battantier, 2022, Marceline A., 17 anni)

LEONE (CANE NON PIÙ FIFONE)

Mio padre dice che mi vuole bene epperò quando ho invitato il mio amico a casa a dormire ha detto "non ho niente in contrario però mi sembra gay, o sbaglio?". Mio padre dice che non ha pregiudizi ma che si fa solo dei giudizi; non ho mai capito questa sua frase idiota.  Sì, è vero, Adriano è gay, e allora? Hai paura che lo sia anch'io? O che lui possa contagiarmi nella malattia? Fai il finto moderno, dici che l'omosessualità non è tutta uguale.  E dici che anche te hai conosciuto bisessuali, e quelli che poi guariscono, quelli che vengono rovinati da persone che incontrano; e poi tu ce l'hai con i trans che dici che per fortuna sono pochi perché quando non si capisce subito che sesso abbiano allora a te non interessa perché, secondo te, si deve capire chiaramente se uno è maschio o femmina. Caro papà il problema è che a nessuno dovrebbe importare della sessualità di una persona. E, visto che tu dici sempre che l'omosessualità deve restare un fatto privato, inv

PENSIERO PER LA VICINA DI CASA (IL GATTO ERNESTO)

Signora Alice, vi avevo osservata salire le scale, un incedere affaticato. Mi offrii per le buste della spesa.  Mi rispondeste con un sorriso:  -No grazie, finché ce la faccio vuol dir che sono giovane! La vostra risaputa e fiera dignità.  Avete lasciato un gatto e due figli molto distratti.  Conservo le piante, innaffiandole quando posso.  E il vostro gatto, che saluta così la sua dolce umana: Ogni volta che torno, quando apro la porta, lui se ne scappa su per le scale.  È un'intesa tra noi.  Ha una missione da compiere.  Si ferma su quello che fu il vostro zerbino. Ora tutto appartiene al nuovo inquilino, che continua pedante a chiedersi:  -Che ci fa sempre qui questo gatto?  Lascialo perdere, diffida di chi non conosce i gatti.  Lui pensa solo che vieni a scroccare crocchette. Non sa che i gatti scelgono loro 'chi' e dove abitare. Lui non sa che sei tu, lo stregatto di Alice. (Memorie di un amore, Memorie di un animale, A. Battantier, 1996, Illustrazione, Kunst, prove di

Il GIOCO DELLE FOGLIE

Uno dei giochi più belli era  afferrare  le foglie quando cadevano sospinte dal vento.  Mio nonno organizzava tornei per me e gli amichetti del paese.  Ci mettevamo sotto gli alberi, cadevano e noi correvamo, cercando di prenderle con due mani, con una mano, in tutti i modi.  Nonno faceva l'arbitro dei nostri migliori pomeriggi d'autunno.  Io immaginavo che fossero le foglie a divertirsi con noi, a non voler farsi prendere.  Le foglie quando cadono assumono traiettorie incredibili.  Sembra quasi che le hai prese e, all'ultimo, ti sfuggono.  Oppure, ma più raramente, pensi di averle perse e te le ritrovi (insperato regalo) nel cappotto o tra i guanti. Nonno raccoglieva tutte le foglie acciuffate e le teneva per il conteggio finale tra bambini.  Poi le foglie venivano conservate dentro un enorme cesto di vimini che nonna utilizzava per le mele, le nocciole, le castagne o quant'altro.  Ora, io vado di rado in questa casa  sull'Appennino tosco-emiliano.  Ci sono ancora

SIAMO UN GRUPPO DI BABYSITTER

Siamo un gruppo di babysitter, donne africane, del Bangladesh, pakistane,  filippine, veniamo da tanti paesi del mondo.  Ci ritroviamo al parco Gozzi Sìvigliardi i pomeriggi, portando bambini di altri genitori.  Io sono  in Italia da 20 anni, ho 4 figli ma due sono 6 anni che non li vedo. Comunque non è di questo che voglio parlare.  È che questi bambini che seguiamo alle volte sono piccoli re. Tutto a loro è permesso, tutto loro vogliono e tutto possono fare.  Noi ci troviamo a fare quello che dicono loro perché è un lavoro.  Sono loro i nostri padroni.  Per chi è in condizione di debolezza, per chi deve andare in Polizia all'ufficio immigrazione ogni anno, è difficile mantenere in alto il rispetto. Quando c'è la debolezza aumenta lo sfruttamento per i lavoratori. Forse una babysitter Italiana può dire il suo pensiero ai genitori dei figli monelli e può ritornare a mangiare a casa dei propri genitori, come ha fatto una mia amica. Ma la verità è che dipende dai genitori, sono l

SCEGLIETE UN FILM PER PARLARE DI VOI: TENET

Se io fossi il protagonista, cercherei di valorizzare  lo scorrere del tempo.  Epperò io ho sempre dei dubbi e poco mi risulta chiaro, subito.  Ci vuole tempo per capire e, se hai fretta, è un problema. Io da ragazzino ho cercato di aiutare mio padre ad uscire dalla droga (con mia sorella piu grande) ed abbiamo dovuto mandar giù tante storie amare per sopravvivere, anche perché mamma per 2 anni seguiva un altro e c'era e non c'era. Ma noi l'abbiamo perdonata.  Il fatto è che io perdono tutti e vorrei salvare tutti.  Il futuro mi manda messaggi ma io non riesco a decifrarli.  E quando arrivano mi sento, ogni volta, indietro nel tempo.  Sarebbe bello comunicare con il futuro, e forse possiamo imparare a farlo, andando a ritroso nel passato per capire cosa cambiare nel presente. Mi sono accorto che, anche se sembra un rifugio, è faticoso e inutile fuggire indietro nel tempo.  Il passato non vuole essere cambiato,  ti avvolge e ti soffoca se non continui a vivere. E il futuro? 

C'È UN POSTO VUOTO

C’è un posto vuoto sulla mia spalla destra, manca il tuo caldo piccolo  vicino al mio padiglione freddo. Il tempo si è fermato in un salto, un fermo immagine sul tuo corpo freddo. Non si è fermato quel mio ripetermi:  eri soltanto un gatto. Ora so che la mia spalla è un posto, ho imparato che quando si esce dalla vita si entra in un ricordo sopra una spalla vuota. Ora che sei lo spazio bianco  dopo un verso senza fusa, vedo le tue vibrisse in controluce, sento il tuo miagolare senza né A né O, quel tuo miagolare monco, un miu-golare senza le due vocali che mai imparasti. Ora si aggiunge un posto vuoto, non alla mia tavola (quelli sono già tanti) ma sotto le sedie dove passavi con la codina dritta. È rimasto un posto vuoto sulla mia spalla destra, non sapevo che potesse essere un posto dove ora c’è un ricordo che non fa le fusa, da dove ripeterò, senza impararlo, che eri soltanto un gatto. (Valerio Di Paolo) *** "Non sono solo gatti...sono una parte di noi". (Anna Nardo, I gat

IRANIAN WOMEN RIGHTS ACTIVISTS

"Their strength is in their hair, you see?". "La loro forza è racchiusa nei capelli". (Thomas Bergen, Just the way she was) *** La rivoluzione è cominciata così.  Le donne iraniane si tagliano i capelli facendone bandiera. Tagliarsi i capelli in segno di lutto è un'usanza della cultura curda. Se li tagliano per Mahasa Amini, uccisa dalla polizia morale (che nome di merda!) a causa della legge sull'hijab obbligatorio.  La motivazione? Mahasa non indossava propriamente il velo, fuoriusciva una ciocca di capelli.  (A. Battantier, IN)

LA SCHIAVITÙ FA MIRACOLI: NON C'È LIMITE A QUELLO CHE PUOI OTTENERE SE NON TE NE FREGA NIENTE DELLA GENTE

"La schiavitù è la cosa peggiore che sia mai accaduta.  Ogni volta che sia accaduta.  I neri in America, gli ebrei in Egitto. Tutte le volte che un’intera razza è stata resa schiava è stata una cosa orribile.  Ma forse... forse ogni incredibile conquista umana nella storia è stata realizzata grazie agli schiavi.  Ogni singola cosa che ti fa esclamare:  'Come hanno fatto a costruire quelle piramidi?'  Come abbiamo fatto a realizzare le ferrovie negli Stati Uniti in così poco tempo?  Abbiamo gettato i cinesi nelle miniere, li abbiamo fatti esplodere, e ce ne siamo fregati!  Non c’è limite a quello che puoi ottenere se non te ne frega niente della gente!". (Louis C.K./Louis Székely)

PEPPA PIG E DISSONANZA COGNITIVA

Pensa che una volta una bambina di 7 anni mi disse candidamente:  "Lo sai che il prosciutto lo fa il maiale ma senza fargli male?...Mica muore!". Io rimasi stordito da quell'affermazione. Ma lei, facendosi forte di ciò che le avevano raccontato in famiglia, continuò:  "Eh sì perché ci sono delle macchine che tagliano solo dei pezzetti ma poi gli ricresce, gli viene la crosticina, mica muore. Come noi quando cadiamo dalla bici, poi ricresce la pelle".  (A. Battantier, M. Thompson Nati, Leadership for a sheep and others animals, 1996/2015) *** "La mamma di un mio amichetto preparava il collo del tacchino, per farglielo mangiare, lo chiamava "codino di tacchino".  Io pure, fino a 9 anni credevo che il tacchino avesse una coda lunga e non si facesse male perché poi ricresceva come le lucertole (diceva la mamma)".  (A. Battantier, Memorie di un amore, memorie di un animale, 2009) *** Nel 1963, lo zoo di New York aveva una esposizione che recitava:

QUANDO FINISCE UNA STORIA (E ai figli chi ci pensa?)

Quando finisce una storia si rischia di essere consigliati male. E certi avvocati si leccano i baffi dinanzi alle prede desiderose di andare alla guerra. E ai figli chi ci pensa? Quando finisce una storia sarebbe utile mantenere elegantemente il silenzio, portare avanti una riflessione. E ai figli chi ci pensa? Si separa una coppia, ma i genitori non si separano mai dai figli. Recriminazioni, tante inutili dichiarazioni di guerra: Vincere! E vinceremo! Corri alle armi e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore! Il silenzio, so che non è facile.  Ma sarebbe una valida via per evitare danni. Chi ha tradito per primo? Evidentemente le cose non andavano più bene ed ecco le attenzioni volare altrove.  Ci si mette in due a cominciare le storie, in due a farle finire. Quando si è in due; e ai figli chi ci pensa? Le guerre dei Roses ricadono sulle spalle dei figli. C'è chi non parla per proteggerli, talvolta è lo stesso che sputtana la madre davanti al mondo intero. Idem al

FARFALLINE E LINGUISTICA DELL'AMORE

Era d'estate, avevo in casa tante farfalline che uscivano svolazzando dalla dispensa.  Mia figlia, allora 14 anni, se ne stava a fare i compiti, sul tavolo della cucina.  Forse esclamai ad alta voce: "Ma guarda te quante farfalle tutte insieme!". E mia figlia, di rimando, con vocetta flautata: "Mi sa che sono quelle che mi sono uscite dalla pancia!". In questo modo mi comunicò che si era fidanzata con Thomas. (Memorie di un amore, A  Battantier, 2007,  Lunetta) *** Siamo noi due, ma c'è il mondo.  Siamo noi due, nonostante il mondo.  Il "ma" è porre il limite con il gessetto.  "Nonostante", è l'amore che tende ad infinito.  Attenzione: quest'ultima frase non è solo romantica.  L'amore che tende ad infinito può attraversar la morte, e financo lì restarci.  Ecco perché mia mamma, un giorno che me ne tornavo da scuola tutta luccicosa per Alfredo, mi prese da una parte in cucina e mi disse:  "Vieni mademoiselle è pronta la pa

TATUAGGI

La mia esperienza con i tatuaggi è "indelebile". Mi ero innamorata perdutamente di  Alberto, e allora decido di farmi tatuare un albero con la T di Alberto.  ALBERO, ALBERTO, lo so vi prego, non infierite.  Lui avrebbe dovuto invece farsi il tatuaggio mio, una rosa, visto che io mi chiamo Rosa.  E anche su ROSA E ALBERO ci sarebbe da parlarne.  Ma il problema non è questo, magari! Noi dovevamo andarci insieme da Pibì Tatoo, poi optammo per  una sorpresa e ce li saremmo visti in occasione del nostro primo anniversario.   Io ho fatto il tatuaggio ALBERTO FOR EVER, con FOR EVER scritto sotto la radice. Lui doveva fare una rosa e, a modo suo, me l'ha fatta la sorpresa. Pochi giorni prima del nostro anniversario è scomparso, m'ha lasciata. Vengo a sapere che si era messa con un'altra. Io sono rimasta col tatuaggio "Alberto Forever" e lui si è messo con una che era pure una mia amica. So che la Rosa non se l'è mai fatta, ma la mia amica se l'è fatta di

LA MASCHERA D'OSSIGENO

Caro diario, oggi papà mi ha prestato la sua maschera per l'ossigeno OxMach 23.  Come ogni volta è un regalo bellissimo che mi rende troppo felice, epperò io poi mi sento in colpa perché tolgo l'aria a lui, che si mette in un angolo con gli occhi chiusi per respirare di meno.  Caro diario, te lo prometto: un giorno esplorerò un nuovo pianeta.  Un pianeta come quello dei bis-nonni, che aveva tante stecche marroni dai capelli verdi che regalavano aria senza bisogno dell'OxMach 23, che costa così tanti soldi per ogni bombola Nastlé. (A. Battantier, 1996, Millo Peg e le memorie della terra. I racconti assurdi della città perduta) *** "Da giovane snobbavo la fantascienza, ritenendolo un genere minore d'evasione.  Non avrei mai pensato di potermi innamorare della fantascienza, intesa come fedele documentario della vita di tutti i giorni.  Togliete alla fantascienza le navicelle spaziali, ridicoli abiti luccicanti, ed ecco che resta l'amaro e vuoto realismo che ci sia

FREYA

Eri diventata la mascotte del fiordo di Oslo.  Ti piacevano gli umani, 600 chili di leggerezza, dormivi sulle barche ormeggiate, oppure a pancia all'aria sulla banchina. Accettavi carezze di turisti e il cibo  offerto. Freya, eri un tricheco socievole,  avevi scelto gli uomini.  Le autorità norvegesi hanno sentenziato tu fossi "stressata", non dormivi abbastanza, i turisti  scattavano troppi selfie, disturbando il tuo sonno. Le autorità hanno sentenziato che saresti potuta diventare un pericolo, per i turisti e per te stessa. E allora, quale migliore soluzione che ammazzarti in modo definito "umano"? Freya, avevi scelto di fidarti degli umani, la razza peggiore. (Yulia Salazar, adattamento e riduzione A. Battantier)

CAPPUCCETTO ROSSO E IL FUCILE ADDOSSO

Nella prima foto la pubblicità lanciata da un'associazione americana contraria all'utilizzo di armi a fuoco. La fiaba di Cappuccetto Rosso è stata bandita per la bottiglia di vino nel paniere che la nipotina porta alla nonna. Per l'esattezza il testo dice: “Teniamo Cappucetto Rosso fuori dalle scuole a causa della bottiglia di vino nel suo cestino. Perché non le armi d’assalto?”. La notizia si riferisce alla messa al bando (nel 1990 e tuttora vigente) da una scuola americana di un testo illustrato di Cappuccetto Rosso per incitamento all’uso di alcool. Epperò se la nonna di Cappuccetto Rosso imbraccia il fucile allora va bene. Si tratta in questo caso di uno spot della National Rifle Association (NRA), la potente lobby americana delle armi. Il testo dice: "Cappuccetto Rosso e Hansel e Gretel avrebbero dovuto essere armati". E infatti Cappuccetto Rosso armata, è stato proposto come nuovo simbolo del National Rifle Association. (A. Battantier, IN, Memorie di una fia