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Visualizzazione dei post da ottobre, 2023

QUOD ME NON NECAT FORTIOREM FACIT (QUELLO CHE NON MI UCCIDE MI RENDE PIÙ FORTE)

A 16 anni mi ritrovo ad affrontare il mondo con una visione apparentemente senza speranza. Almeno così dice mio padre, rimproverando il mio pacifismo ma io me ne frego perché sono caparbia (come dice mia nonna).   So bene che il problema è restare vivi e, purtroppo, molti palestinesi non diventano più forti perché muoiono prima (e ovunque esistano popoli più indifesi). Le guerre sono sempre atroci, una rappresentazione del lato più oscuro dell'umanità. Io non vorrei diventare forte solo perché non muoio.  Io non vorrei crescere solo per sopravvivenza, io vorrei cadere qualche volta, ma non per le mine o per qualche fucilata tirata dai cecchini.  Io voglio fortificarmi costruendo la pace. Io credo che uniti saremo capaci di cambiare il concetto che la guerra sia l'unica via per la pace.  Mio padre può prendermi in giro dicendo che è sempre stato così e che la guerra fa parte della vita ma occorre continuare a credere che la guerra fa schifo.  La pace si può trovare con l'amo

IL MIO PASSAGGIO DALLE SCUOLE ELEMENTARI ALLE SCUOLE MEDIE (Diario di bordo)

Ciao diario, oggi voglio scrivere di un grande cambiamento nella mia vita: il passaggio dalle elementari alle scuole medie.  Ho parlato con mamma in cucina, mentre bevevamo una tazza di thè.  Le ho detto che non so ancora come affrontare la vita da "più grande." Il "nuovo" mondo della scuola non è più la classe dei bambini di una volta, e mi sentivo così protetta in quella piccola aula.  Persino gli odori erano diversi, sembrava tutto più semplice. Ho paura, di crescere, di questo cambiamento.  A volte sembra che prima era tutto più facile.  Mamma si vede ogni tanto con un altro signore che non è mio papà, e questo aggiunge altre paure e ansie alla mia vita.  Sarò davvero in grado di farcela? A 11 anni, non siamo mica così grandi, ma questo passaggio è importante.  Mi sento tipo a metà strada tra una bambina e una "ragazza più grande."  Alcune mie compagne sembrano ancora piccole, altre sembrano già grandi.  Io mi sento in mezzo, più che altro "in al

LE MILLE BOLLE BLU (MIO PADRE ED IO)

Mio padre ed io viviamo in silenzio, a volte interrotto da una sequenza di frasi fatte, il nostro dialogo sembra imprigionato da tante bolle di vetro.  Una barriera ci separa, un muro invisibile che ci impedisce di comunicare veramente ed ogni conversazione è un rituale intorno a questioni pratiche. Sembra che vada tutto bene, ma non sappiamo che dirci. Non è una cosa che posso spiegare facilmente, perché apparentemente sembra che vada tutto bene.  Mio padre è gentile e premuroso, sempre pronto a darmi una mano. Ma c'è qualcosa di inspiegabilmente distante tra noi. Ho 16 anni, vorrei condividere con lui i pensieri, i sogni, le paure, ma le parole rimangono intrappolate in questa bolla invisibile.  Non so come comunicare con lui, è un mistero vivente (poi dicono i giovani!), un senso di impotenza mi soffoca, e alla fine, mi ritrovo ogni volta rassegnato.  Ho cercato di bucare questa bolla molte volte: "Perché non mi parli mai, perché non mi ascolti?", gli ho chiesto una s

CHE COS'È LA PROPAGANDA?

La propaganda è un tentativo di convincere qualcuno a fare qualcosa che, chissà, magari potrebbe non voler fare.  Ma non funziona su tutti.  Alcune persone non sono interessate a ciò che la propaganda sta cercando di dire, anche se temono quello che sta cercando di fare. Perché? Perché non hanno bisogno di quello che la propaganda sta cercando di propinare.  La propaganda è un fenomeno sociale, nasce dalla richiesta delle persone di ascoltare certe cose o credere in certe idee.  Come ad esempio la religione, il consumismo, la guerra. Se una classe politica deve comunicare con il popolo e vuole nascondere informazioni, se le vuole tenere segrete, deve distrarre l'attenzione delle persone da ciò che sta veramente facendo e far sembrare che stia facendo qualcos'altro di importante per loro. Insomma le deve perculare. È un po' come una magia: la gente vede un trucco mentre la vera magia avviene dietro le quinte, o dietro il culo. (A. Battantier, La propaganda, Art by Stephen St

I VIGLIACCHI

In gabbie gridano anguste anatre disperate. Libere volano le loro compagne, attratte dal pianto. Cacciatori vili e crudeli, senza pietà, feriscono il cielo. Una vigliaccata senza alcuna redenzione. Sopraffazione, dominio e sadico gusto sul più debole, candido e ingenuo. Io provo schifo per questo tipi di esseri umani. Mi vergogno per loro. Chiedo perdono per loro.  E sempre lotterò contro di loro, per il diritto alla vita di ogni essere senziente con un cuore che batte. (A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un animale) *** Richiami vivi. Le anatre vive gridano disperate dalle gabbie e il loro pianto attira anatre libere che sorvolano l'area, richiamate dalle compagne prigioniere.  A quel punto i cacciatori le finiscono con i fucili.  Ecco l'eroica "arte venatoria", una vigliaccata senza alcuna giustificazione possibile. (Masi Pasquale) #memoriediunanimale  #memoriediunamore

L'ETICA, LA SCELTA PIÙ SOSTENIBILE

La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha pubblicato una classifica dei cibi che hanno il maggior impatto ambientale.  In testa alla lista c'è la carne di manzo, che produce 59,6 chili di CO2 per ogni chilo di prodotto.  Perché la carne è inquinante? Perché l'allevamento di animali produce una grande quantità di gas serra, come metano e protossido di azoto.  Questi gas contribuiscono al riscaldamento globale. Inoltre, per produrre mangimi per gli animali vengono utilizzati terreni agricoli, che potrebbero essere utilizzati per coltivare cibo per le persone e, ancora, questi alimenti richiedono molta acqua e energia per essere prodotti. Cosa possiamo fare per ridurre l'inquinamento alimentare e l'impatto ambientale del nostro cibo? Ridurre il consumo di carne e derivati animali, limitare l'uso di imballaggi. La scelta del cibo che mangiamo ha un impatto significativo sull'ambiente. Riducendo il consumo di alimenti inquinanti, possiamo contribuire a mig

MIO PADRE (AVVOLTO NELLA NEBBIA)

Avrò avuto 7 anni, mio padre era avvolto nella nebbia, lo sguardo perso nel vuoto.  Avrei voluto domandargli: Cosa vedi? Cosa pensi? Quali segreti? Mia madre mi diceva di chiamare mio padre: Digli che è pronto! Mio padre non l'ho mai capito, tutto ciò che sapevo era dentro di lui, non potevo crederci che se ne sarebbe andato. Non era nebbia ma mille fantasmi che lo aspettavano. Non è facile ricominciare. Dai e prendi, e ancora dai, finché non capisci che è ora di fermarsi. Mio padre era avvolto nella nebbia, lo sguardo perso nel vuoto.  Avrei voluto dirgli: Non sei solo nei tuoi pensieri, siamo tutti con te. Ma in questo viaggio chiamato vita qualcuno scende prima che sia finita. (A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un bambino, Dido, 1994. Art by Stephen Stadif) #memoriediunamore  #memoriediunbambino  #stephenstadif 

LA PISTA DEI TRENI

Sotto la penombra del vecchio salone, la pista dei treni si snodava tra le mura, un labirinto di binari e vagoni che avevano visto decine di anni passare. Ci aveva giocato mio nonno, mio padre, ed ora io. Nella mia fantasia, la pista di trenini girava per tutta la casa o, almeno, quello sarebbe stato il mio sogno. Me la immaginavo gigantesca, come una vera stazione. Qualcosa di quel tempo lontano è rimasto intatto tra i ricordi di un bambino di undici anni. Mio nonno aveva un carattere difficile, un uomo chiuso in se stesso, nella mente ormai confusa. La porta della sua memoria era spesso barricata, e molto di ciò che ho visto ve lo risparmio. Ricordo lo sguardo immobile e paralizzato, sempre rivolto verso la finestra.  Quando lo andavo a trovare, era come un vecchio naufrago su una costa desolata e nebbiosa, persa tra le onde del mare Alzheimer. Una volta, ero lì a giocare con la pista dei treni, come facevo ad ogni visita. Inaspettatamente, nonno mi raggiunse in silenzio e si sedett

LE DUE TAZZE

La donna rincasò stanca con passo lento, dopo una lunga giornata di lavoro. Era il momento in cui la mente, affollata di pensieri e preoccupazioni, provava a sgombrarsi ma quel giorno, la sua ricerca di tranquillità era stata spezzata da una vista sconcertante: due tazze rotte giacevano abbandonate sul marciapiede; ciò che la sorprese di più fu accorgersi che le tazze erano quelle che lei e il suo compagno usavano per la colazione ogni mattina. Entrò in casa con alcuni frammenti in mano. Lui se ne stava seduto in cucina, immerso nella lettura di un libro. Lei gli mise le tazze rotte davanti: "Perché stanno sul marciapiede?" chiese con voce tremante e rabbiosa. Lui diede un'occhiata ma sembrò non dare importanza alla cosa. La donna insistette, guardandolo negli occhi in cerca di una spiegazione.  Lui tentò di minimizzare l'accaduto, sostenendo che quelle tazze si erano rotte e che le aveva messe in un sacchetto ma che poi si era lacerato insomma ecco… Di fronte alla pe

COM'È NATO DIO

Viaggiamo indietro nel tempo e, da qualche parte, è nata poco alla volta l'idea di Dio e qualcuno ci ha scritto poi una commedia cosmica. Io mi immagino di essere un'antica primitiva, senza comprensione scientifica del mondo.  In un momento particolare mi ritrovo tra le montagne a riflettere masticando qualche erbetta.  Ecco, mentre osservo il cielo stellato, sento una vicinanza tra me e le stelle.  Sento l'anima al di là del mio corpo (come una volta che mi sono fatta una canna).  Ecco la religione. Ora, il divertente inizia quando, tornata lucida, cerco di spiegare quello che ho vissuto agli altri della tribù.  Gli dico:  "Ràga, ho parlato con qualcuno lassù tra le stelle!".  Ci sarà chi pensa che ho perso la testa.  Ma qualcun altro altro potrebbe anche dire:  "Ma lo sai che l'altra sera pure io...ho sentito come una cosa che ero io da un'altra parte, come te posso spiegà...quello che dici te ma mentre guardavo il fuoco". "Ma che stavi a

UNA FAMIGLIA DISFUNZIONALE? NON È MICA LA FINE DEL MONDO, L'IMPORTANTE È ANDARSENE (Ecco perché disegno sempre unicorni)

Oggi è stata una giornata nera ma, come dico sempre, non è mica la fine del mondo, anche se ci siamo andati vicino.  Ultimamente, i tempi sono cambiati, ultimamente la mia famiglia fa una specie di gara a chi se ne va più per conto proprio affossando gli altri. Stasera preparo lo zaino e i vestiti, prepararo una nuova giornata, sperando che domani vada meglio, o, beh, magari dopodomani. Ricordo ancora quando correvo veloce per salutare papà, anche se lui già non mi vedeva perché doveva partire.  Mamma era ed è rimasta sempre seria e malinconica.  Ho imparato che tanto dolore ti porta a perdere l'innocenza ma tra doloranti ci capiamo subito.  Emma l'ho conosciuta sull'autobus per andare a Roma.  Anche lei era come me, già grande ma con una voglia segreta di tornare bambina. Il mio psicologo dice che la mia è una famiglia disfunzionale, in pratica nessuno si prende cura di se stesso e degli altri. Viviamo di conflitti continui (anche senza papà ), mamma gridava sempre a papà,

MIO NONNO (Memorie di un amore)

Mio nonno era un uomo straordinario. Mi ha insegnato a osservare oltre il riflesso delle cose, a vedere la bellezza nascosta in ogni dettaglio perché io di natura sono sempre pessimista e lui mi faceva vedere l'altra parte della vita. Era la mia guida, sempre pronto a tenermi per mano quando la paura mi assaliva. Un ricordo indelebile è la giostra di legno che aveva costruito con le sue mani.  Ci mettevo le bamboline sedute su uno degli animali intagliati con cura, giocavo per ore mentre lui lavorava il legno (ha fatto lui tutte le cose in legno della casa).  Quando facevo girare sulla giostra le bamboline, ogni volta che toccvano il punto più alto, la paura loro (e mia) svaniva.  Mi sentivo leggera, come se potessi volare.  Nonno sorrideva con gli occhi pieni di amore. Non ci siamo mai separati, io e lui. Ora che è andato via, il suo spirito rimane vivo in me.  Mio nonno è ancora con me, là fuori, mi accompagna ancora sulla giostra della vita.  In ogni momento, quando ho bisogno d

L'ENNESIMO FEMMINICIDIO E IL FALLIMENTO DEL SISTEMA DELLE MISURE CAUTELARI: LA RESPONSABILITÀ DELLO STATO

Il recente caso di femminicidio in cui un uomo è riuscito ad uccidere la sua ex moglie nonostante una misura restrittiva, evidenzia una dolorosa realtà che continua a infestare la nostra società.  Ben pochi sono gli sforzi per proteggere le vittime di violenza domestica, stiamo assistendo a una serie di fallimenti nel sistema delle misure cautelari, che mettono in pericolo la vita delle donne. L'assassino era sotto processo per abusi ripetuti nel tempo contro la sua ex moglie.  Portava un braccialetto elettronico come misura restrittiva ma ciò non ha impedito che commettesse l'atroce atto.  Nonostante avesse violato più volte la misura del braccialetto, è riuscito ad accoltellare ed uccidere la donna nel sonno. Ciò che emerge da questo tragico evento è la necessità urgente di affrontare la responsabilità dello Stato nel garantire l'incolumità delle vittime.  Troppo spesso vediamo come il sistema delle misure cautelari sia inefficace, con il braccialetto elettronico che non

DIARIO DOPO UNA SERATA DI MERDA

Caro diario, dimentica ieri...la cena, Fabio occhi dolci etc etc, stavolta è diverso.  Ho deciso di prendere in mano la mia vita, dopo l'ennesima delusione con i ragazzi.  Dopo lo sconcerto e le macerie emotive che ho attraversato, mi sono detta: Quando potrò stare un po' bene? La mia conservazione e, probabilmente, la mia sopravvivenza emotiva, dipendono da me ora.  Non posso più permettere che i fantasmi delle delusioni passate mi tormentino.  È ora di affrontare il mondo reale con un sorriso e qualche sincero vaffanculo in più. Quanto ancora devo pagare? Forse la risposta sta nel desiderio di andare avanti, di mettere da parte i vecchi rancori e dare una possibilità a nuove esperienze. E allora, perché no?  Voglio vivere la vita, imparare dagli errori e sperare che, se non altro, qualche piacevole sorpresa mi attenda lungo la strada.  È il momento di smetterla con i drammi e iniziare a scrivere una nuova pagina.  (A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un'adolesc

CI RIMANGONO 5 ANNI

Erano appena arrivate le notizie, ci restavano cinque anni per piangere.  Il tizio al telegiornale ha pianto e ce lo ha detto, la Terra stava davvero morendo.  Pianse così tanto che aveva la faccia bagnata. Allora ho capito che non stava mentendo. Ci rimangono 5 anni.  Il cielo piange e le strade sono deserte. Il nostro destino si svela, sotto il peso di un'agonia universale le lacrime cadono come pioggia di stelle. (David Bowie, Five years, Art by Stephen Stadif) *** La canzone apocalittica "Five Years" di David Bowie parla di un mondo che sta per finire, come se ci fossero solo cinque anni rimasti prima della fine del mondo.  Racconta quello che accade in quei cinque anni finali.  #davidbowie  #memoriediunacanzone   #stephenstadif 

DESTINI

Cercammo un cammino tra due lidi lontani, le forze si incontrarono e si scontrarono. Nel corso di una vita le anime si intrecciano, si abbracciano, s'involano, se ne vanno altrove insieme o sole. È la danza dell'amore nel cuore tormentato dall'oscurità avversa. Siamo noi, e l'anima ci guida tra speranze e scelte precise.  Il passato non vuole essere cambiato ma noi non siamo il passato. È una ben povera memoria quella che funziona solo all'indietro. Tante volte ci siamo conosciuti, ancor oggi ripenso al senso dell'amore, al mistero della vita nell'eterno fluttuare. (A. Battantier, Destini, 2023) *** La frase "È una ben povera memoria quella che funziona solo all'indietro" è di Lewis Carroll

ALLORA, CHE COS’È L’AMORE?

La tua voce i tuoi occhi le tue mani le tue labbra i nostri silenzi le nostre parole la luce che se ne va, la luce che ritorna. In silenzio la tua bocca ha promesso di essere felice. Sempre più lontano, dice l’odio. Sempre più vicino, dice l’amore. Come dialogo tra innamorati, il cuore non ha che una sola bocca. Tutto è in movimento, bisogna avanzare per vivere, andare dritti avanti a sè, incontro a coloro che amiamo. Io andavo verso di te, andavo senza fine verso la luce. Se sorridi è per avvolgermi meglio. I raggi delle tue braccia squarciano la nebbia. Alphaville (1965), Jean-Luc Godard

IL CAMBIAMENTO (LUI DICEVA GIÙ PER DIRE SU)

Nell'oscurità del mio soggiorno, ho sentito un'antica frase di mio padre risuonare nella mente:  "Giù la testa coglione!".  Amavamo quel film di Sergio Leone e giocavano con le frasi. Mio padre, un uomo di poche parole, la citava spesso quando ero ragazzino. Al tempo, non ne avevo compreso appieno il significato, ma ora le sue parole assumevano un nuovo senso.  Lui diceva "giù" per dire "su", per dire "Svegliati!!!". Siamo in contatto con il cambiamento ma non sempre lo vogliamo vedere.  Non posso rimanere cristallizzato tutta la vita, intrappolato nella mia apatia e nella mia insoddisfazione. Non mi è utile maledizione, il letargo non può essere eterno. Mi sono alzato dalla sedia e ho incrociato lo sguardo riflesso nello specchio. Cos'ho quest'oggi che mi sembro un vecchio? La morte, ho pensato, ti prende togliendo la vita, ma quanto tempo avevo sprecato già?  Esiste un tempo diverso, come se facessi torto ai morti che mi avevano

I MIEI PRIMI 60 ANNI

Oggi è il mio sessantesimo compleanno. Quella fatidica età in cui i maledetti dolori articolari sono il mio nuovo compagno di vita.  Ma, no, non sono qui per lamentarmi, anche se ho seri dubbi sul fatto che "non è l'età che conta, sono gli anni che ti senti dentro". Quando te lo dicono sembra che ti stiano prendendo per il culo ma tant'è. Comunque, oggi è iniziato con mia figlia, cercava di farmi un discorso di quelli che io facevo a lei per confortarla:  "Mamma, sai che non sei vecchia, giusto? Sono solo numeri! È tutto nel tuo spirito!".  "Un par di palle!" Ho pensato.  Oh, certo, è solo una coincidenza che io mi senta come se fossi appena rotolata a valle da una montagna di 2000 metri. Ma poi, mentre guardavo la torta con sessanta candeline tremolanti sulla tavola, ho cominciato a riflettere.  È vero, sono sessant'anni, e forse non sono più una giovane ragazza con il mondo intero davanti a sé. Ma dovrei davvero farmi abbattere da una piccola

LA BAMBINA PERDUTA

Quel pomeriggio, mentre camminavano lungo la costa, Sarah e Davide sapevano che era, probabilmente, l'ultima occasione per cercare di rimettere insieme i pezzi di una storia ormai sfilacciata.  Insieme per anni, si sentivano estranei capaci di condividere solo litigi e incomprensioni.  Ora il silenzio aveva preso il sopravvento ed il rumore delle onde infrante sulla riva forniva l'unico dialogo. Sarah lanciò uno sguardo verso l'orizzonte sperando che il mare potesse parlare ancora, le parole taglienti pronunciate poco prima continuavano a echeggiare nelle loro menti. Le parole restano. Davide, con uno sguardo tormentato, aprì la bocca per dire qualcosa, ma in quel momento un grido infantile li fece trasalire.  Si voltarono entrambi e videro una bambina, non più grande di quattro anni, che piangeva disperatamente sulla spiaggia semi deserta. Senza pensarci due volte si precipitarono verso di lei. Era sporca di sabbia, le lacrime le rigavano il viso, sembrava terrorizzata.  S

IL LUPO È AMICO MIO (Chi ha interesse a farlo nemico?)

Nella Terra un lupo vagava, ora è a riposo eterno. La sua storia racconta dell'ingiustizia che ha sopraffatto la natura. Colpito a fucilate, colpito ancor prima dal terrore mediatico, cresce la paura, si diffonde il panico alimentato dalla politica e dagli interessi economici. Allarme lupi, un grido si diffonde ma quanti sono i pericoli che realmente nascondono? I lupi sono resi colpevoli di tutto, intanto i cacciatori sparano a bambini, gatti e ovunque un esserino respira. Quali sarebbero le morti causate dai lupi? Intanto i cacciatori restano impuniti, liberi di sparare, e i lupi muoiono, senza potersi difendere. L'ignoranza alimenta il desiderio di vendetta, e così il lupo viene ucciso senza pietà. Difendiamo il lupo e la sua naturale presenza, in questa lotta per la vita, è la nostra stessa esistenza. (Millo Peg e le memorie della terra, Italien Néandertalien) #italienneandertalien  #millopegelememoriedellaterra  #MIPLab  #memoriediunamore 

SIAMO FATTI PER IL CAMBIAMENTO

Siamo fatti per il cambiamento. È una verità che ho scoperto solo dopo aver attraversato il buio della mia prima giovinezza.  A 17 anni, sembrava che la mia vita fosse destinata a rimanere intrappolata in un vortice di abbandoni e insicurezze.  La mia storia inizia con una serie di abbandoni che mi hanno segnata profondamente.  Ogni volta che qualcuno a cui tenevo se ne andava, sentivo il mio mondo crollare.  Ma ora capisco che era giusto che queste persone se ne andassero, perché non facevano parte della vita che voglio costruire. Accettare la vita che viene, soprattutto quella che voglio cambiare, è stata una scoperta per me.  Ho imparato che non c'è altro da fare se non lottare per cambiare le cose che non mi soddisfano.  Ho sviluppato una capacità critica ed auto critica, guardando la mia vita con occhi diversi, cercando di capire cosa fosse davvero importante per me. Aveva ragione chi mi ha detto che siamo circondati da apparenze, da persone che vivono una vita che non è la lo

HO SCOPERTO UN'ALTRA VERITÀ

Questa estate ho fatto una scoperta che ha cambiato la mia vita.  Ero seduta sulla veranda della casa di campagna. La brezza leggera portava con sé il profumo dei fiori selvatici e il suono dei grilli in lontananza. Ho sempre amato quella casa, il mio rifugio prefetto. Mia madre stava lavorando in giardino, impegnata tra  fiori e arbusti.  Non potevo fare a meno di osservarla con affetto mentre si dedicava alle sue passioni.  C'era una verità che dovevo ancora condividere con lei. La verità è un processo e non avevo ancora deciso cosa e come fare. Avevo passato mesi a riflettere su come dire a mia madre che mi piacevano le ragazze, temevo come avrebbe reagito. Ma, quel pomeriggio, mentre mi nascondevo dietro una tenda di lino leggero, le ho viste baciarsi. Mia madre e una donna, una vicina di casa di Siena, si sono avvicinate e si sono rubate un tenero bacio. Mentre le osservavo mi sono sciolta tutta.  È stato un momento di pura bellezza e ho capito che non avrei mai dovuto temere

TEMA: DESCRIVI LA TUA ADOLESCENZA

Tommaso si trovava davanti a un foglio bianco: Descrivi la tua adolescenza. Era un'opportunità per riflettere su alcuni aspetti della sua vita e del suo percorso scolastico. Non aveva le idee chiare, oppure sì, avrebbe desiderato sparire per sempre, se ne avesse avuto la forza. Ma non si poteva scrivere.  La realtà lui non la capiva, anzi, aveva smesso di volerla capire.  E dire che, fin da piccolo, aveva desiderio di comprendere il mondo che lo circondava.  Tommaso cercava di trovare un senso nell'apparente caos, si era sforzato, per qualche anno di capire la sua parte nel mondo. Sopportava sempre meno quei momenti di frustrazione che lo assalivano, le notti insonni, le rare gioie che arrivavano quando qualcosa cominciava ad avere senso. Lisa diceva che era un viaggio, un percorso di crescita e di scoperta. C'era qualcosa di profondo che legava Tommaso a Lisa: si sentivano soli, tagliati fuori, ma insieme volevano comprendere il mondo, scoprire il significato nascosto diet

IL NUMERO DI IMMIGRATI (E LA PROPAGANDA)

L'Italia si trova al nono posto tra i paesi europei per il numero di immigrati rispetto alla popolazione nazionale (8,3% della sua popolazione costituita da immigrati). Al primo posto c'è la Spagna (13,9%), poi Irlanda (13,8%), Svezia (12,3%), Germania (11,9%), Regno Unito (10,2%), Olanda (10%), Francia (8,9%), Grecia (8,6%).  Lo riporta il rapporto delle Nazioni Unite sulla popolazione mondiale del 2005, con l'ultimo aggiornamento datato agosto 2023. Le cifre sono oggettive e indicano una situazione in cui l'Italia si trova tra i primi per il numero di sbarchi ma tra gli ultimi per quanto riguarda l'accoglienza.  Alcuni paesi sono in grado di gestire l'immigrazione in modo più efficace, riducendo gli impatti negativi e sfruttando le opportunità che essa offre. In Germania, ad esempio, dove esiste una più forte volontà politica di integrazione e cittadinanza. Da noi passano e rapidamente vengono mandati via, alimentando così stereotipi e propaganda xenofoba non

IL CASO (OGGI IL DESTINO HA FATTO INCONTRARE DUE ANIME)

Nel crepuscolo di una serata d'estate un uomo di circa quarant'anni si trovava al parco, seduto su una panchina con i pensieri nascosti dietro occhi stanchi. Loris Olsen sentiva il peso della solitudine che lo stringeva: "Un incendio divora tutto dentro me". Ripensava ai tempi di un mondo ormai perduto, una storia finita da qualche anno. Il tempo, qual fiume impetuoso, scorreva incessantemente, portando con sé il caos delle emozioni perdute e da ritrovare. Loris sollevò lo sguardo verso l'alto, alla ricerca di un segno, di una risposta nel cielo stellato. Ma le stelle tacevano e solo l'ombra del frassino sembrava vegliare su di lui.  Le tre Norne fissavano i destini, ma il suo se l'erano dimenticato. Eppure Loris quel giorno si era imbattuto in un incontro che lo aveva sconvolto.  Un incontro casuale o, forse, una sorta di strano ordine del caos.  Si erano seduti sulla stessa panchina, condividendo un timido sorriso ed una conversazione fugace. Poi, si era

IL LATTE VERSATO

Non più giovani ma con la speranza di esserlo ancora dentro. Quell'illusione che, giorno dopo giorno, continuavano a cercare di nutrire, nonostante i problemi che sembravano difficili da risolvere.  La perfezione, un concetto innaturale che si erano imposti, si reputavano superficiali l'uno all'altra ed era la maledetta brama di potere e di comando a tenere in piedi quella loro unione. Ogni volta si ripromettevano di smetterla di azzuffarsi per sciocchezze, ma tant'è che ci ricadevano sempre. Arrivava l'ora del gioco "Rapporto di Forza"; evidentemente l'equilibrio nella serenità non era contemplato, non accontentando nessuno dei due contendenti.  Divenivano estranei, pensieri dissonanti si scontravano, errori su errori che non portavano mai alla soluzione. Pur disposti esausti infine a perdonarsi, le frustrazioni e l'aggressività malcelata erano ormai radicate.  Due pagliacci che perdevano il loro esiguo tempo a fare i dittatori, aizzando guerre m

SEPHORA (NOME IMMAGINARIO, MA NON È UN FANTSMA)

Sephora, giovane migrante di 24 anni, ha lasciato questo mondo il 27 settembre, poco dopo aver dato alla luce sua figlia. Originaria del Burkina Faso, era arrivata in Italia il 19 settembre, dopo un viaggio di 4000 km, alla ricerca di una speranza.  La sua piccola bambina è nata sana e salva. Due giorni prima era stata tratta in salvo nel Mediterraneo dalla nave Geo Barents dell'organizzazione "Medici senza frontiere".  Ma il suo corpo, indebolito dalla travagliata traversata dell'Africa e del mare, non è riuscito a reggere le complicazioni legate alla gravidanza ed al viaggio, portandola alla morte. Come tanti altri migranti, aveva condiviso l'odissea dell'incertezza, respinta fra Algeria e Libia, subendo orrori indicibili. Il racconto dei migranti che attraversano continenti e mari richiede, prima di tutto, dignità. Gli italiani stessi erano (e sono) migranti, e questo passato (presente) non può essere dimenticato. Sephora era giunta in Italia con un paio di