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L'ansia di Maria (La voglia di capire)


L'ansia mi ha accompagnato per tanti anni.
E quando leggo che esiste l'ansia normale, e che un moderato livello di ansia aiuta a percorrere meglio la strada della vita io mi chiedo:
la mia ansia aveva sbandato la strada? Non c'era nessun pericolo ed io scappavo dal niente.
Tutto è partito da quando mi ero trasferita a Roma da Nuoro.
Difficile raccontare cosa ho provato. Un senso di vuoto e di pienezza insieme.
La famiglia mi schiacciava, ma ora mi mancava. Dovevo essere felice ed invece iniziai a sognare la morte dei miei, ed io che li guardavo morire senza far niente.
Incubi che mi accompagnavano durante la giornata.
Mi sentivo in colpa per aver abbandonato la mia famiglia.
Eppure stavo male con loro, li amavo ma mi soffocavano.
Sono sicura di una cosa. Se fossi rimasta in Sardegna mi sarei ammalata ancor di più.
Sardegna/Nuova vita: un conflitto che andava risolto, paura e desiderio,
Perché sognavo la morte o il dolore dei miei? Volevo capirlo.
Ho scoperto il concetto di inconscio, ho iniziato a raccogliere i miei sogni, ne ho contati 50, in pochi mesi. Ho preso gusto alla loro interpretazione, ho amato ed odiato lo psicologo, ho imparato ad odiare, ad amare, a comprendere i miei genitori.
Anche se non ho detto tutto, spero di essere stata chiara: bisogna mettersi in discussione alle volte e confrontarsi con gli altri. Un saluto a tutti.
Maria

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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

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