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AMORE (non?) CORRISPOSTO


Non sono possessiva guarda e non pretendo niente. Che posso farci se ti vedo tutti i giorni a scuola e non mi basta mai? Magari ci fosse pure la scuola serale per stare con te. Ti amo, ti odio, non capisco niente, di me prima che di te.
Te almeno lo sai: provi indifferenza e basta.
Allora perché... m'hai detto che sono bella? Era meglio che mi dicevi andiamo a letto, almeno era più chiaro tutto. Mi viene il nervoso e se non ti conoscessi me ne starei con 4 o 5 meglio di te.
Ma ora ci sei tu, solo tu. Perché ho il cuore spezzato dall'indifferenza, lo so che quando ci alziamo tutte le mattine, mentre io ti penso al buio e quando apro la persiana al sole, piango Tristicità o Felicezza (perché un po' sono felice e un po' sono triste), mentre tu ti guardi allo specchio il bicipite e non ti frega niente che tra 1 ora e 23 minuti e 4 secondi ci vediamo al portone.
Dicono che il vero amore non ha bisogno di parole ma vive di sguardi. Ma io dico: ma chi le dice ste cazzate? Ma dimmi ti amo, dimmi ti voglio, dimmi ti penso, dimmi qualunque cosa stupido di un maschio.

(Andrea Battantier, Memorie di un adolescente, 2009)

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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

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