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IL CAMBIAMENTO INIZIA CON IL LINGUAGGIO.

IL CAMBIAMENTO INIZIA CON IL LINGUAGGIO. "Mi chiamo Vittoria ho 10 anni, a scuola mi piace studiare grammatica. Ma alcune cose non le capisco. Ad esempio 'Urlo' e 'grido' hanno il doppio plurale: 'gli urli degli agnellini' e 'le urla dei bambini'. I gridi e le grida. A seconda se si tratta di persone o animali. La maestra ci dice che se vai al ristorante ordini una 'cervella' fritta. Per 'le cervella' si indica l’organo degli animali macellati. Epperò, nel significato figurato di mente, giudizio, senno, memoria, si deve usare soltanto cervelli: 'la fuga dei cervelli', per esempio; come mio zio che è andato a lavorare a Brighton perché qui non c’era lavoro. O di molti che ancora pensano che gli animali non capiscono l'amore e il dolore perché non hanno l’anima (come diceva una suora al doposcuola). Per non parlare delle ossa. Lo sapevate che ci sono ossa di serie A e di serie B? Ci sono le ossa che formano lo scheletro dell'uomo e degli altri vertebrati. Epperò, ecco che l'osso di un animale macellato -voilà, magicamente- perde d'importanza. E allora ecco 'gli ossi del pollo, del capretto, del bue'. […] È chiaro che se uno non ama gli animali (come mio padre) che gliene frega di questi particolari? Io penso che siccome gli animali non possono difendersi, hanno bisogno che qualcuno li difenda. Ed io vorrei essere uno di quelli che li difende dalle prepotenze dei grandi. L'uomo si crede di essere il padrone del mondo. È convinto di poter schiacciare chiunque, lo fanno tra uomini stessi, figuriamoci quanto gliene frega degli animali. Ma chi crede nell'uguaglianza deve lottare per cambiare questo mondo. I miei amici animali sono esseri viventi come me, Tobìa, Paoletto, Schizzo, Massimo e gli altri amici miei. Ho fatto una promessa. Da grande lotterò per difendere i più deboli. Ma ho capito che il grande inizia da piccolo. Che ognuno faccia la sua parte". (Memorie di un animale, A. Battantier, Vittoria 10 anni, Thomas, 13 anni, 2015/2017).

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SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e