Passa ai contenuti principali

AMMAZZON AMAZON

"Cercano ufficiali dell’esercito, perché non vogliono operai, ma soldatini. Io lavoro da 20 anni nei magazzini, e da qualche anno proprio per loro. Troppo spesso ci dimentichiamo del potere immenso che abbiamo noi consumatori, quando ci ricordiamo che siamo esseri umani. Siamo anche noi che regaliamo il potere a chi poi se ne approfitta togliendoci le libertà.
Io lavoro con questi qua da qualche anno. Inizialmente festeggiammo tutti in famiglia perché sembrava un lavoro sicuro. Ma ora tutti lo vedono in famiglia quanto sono stressato, quanto non ce la faccio più, quanto basterebbe veramente poco per cambiare regole interne in questo gruppo, e di altre realtà dove lavorano i miei amici. Posso dirvi che il sistema militare funziona solo per i vertici che guadagnano. Ma ciò va a discapito della stragrande maggioranza del personale che viene schiacciato, e perde la motivazione. Aumentano infatti gli incidenti, si sa, le persone si annullano quando perdono l'umanità.
Ora io vi dico una cosa che potrebbe essere contro i miei interessi di lavoratore. Se sì iniziasse a non comprare più niente da loro, probabilmente qualcuno su ai vertici lo capirebbe e correrebbe ai ripari. Certo, se uno pensa solo al suo lavoro oppure a risparmiare qualche euro comprando su web, allora nulla cambierà. Anzi, peggioreranno le cose, arriveremo al modello cinese e ci faranno dormire nei capannoni. Invece di mettere manager militari, dovrebbero mettere manager umani (che possono provenire ANCHE dal settore militare, ma se diventa un requisito preferito, lo capite da voi la filosofia che ci sta sotto). È chiaro che se tu hai come unico obiettivo "la presa della collina", oppure l'aumento del fatturato, sei disposto a pretendere di tutto pur di raggiungere l'obiettivo. Ufficiali militari come capi magazzino è una chiara scelta politica. Altro che "leader inventivi", loro vogliono il terrore, la paura, vogliono portarci ad essere dei robottini. E ci tengo a dire pure questo: è giusto vigilare sulla disciplina dei lavoratori. È giusto controllare gli scansafatiche o i ladri interni. Ma qui nei nei magazzini sento puzza di negrieri, per meglio portare avanti lo sfruttamento. Siamo ancora in tempo per cambiare le cose. Ricordiamocelo sempre: i consumatori hanno un potere immenso, specialmente quando non dimenticano l'Essere Umano". (Memorie di un lavoro, 2019, Andrea Battantier, Simonetti Chivalà).

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e