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L'AMANTE

L'AMANTE. "Che vuol dire Amante? Vuol dire anche amare qualcuno già impegnato. A volte lo sai, a volte non lo sai. Siamo tante e tanti, ma non si deve fare sapere troppo in giro. Siamo esseri nascosti. Non sempre abbiamo iniziato per amore. Alle volte tutto nasce per rabbia o per vendetta. Ma quando la coppia non va, che bisogna fare? Prima di lasciarsi, intendo. Servirebbe Coerenza, una parola non sempre amica d'Amore. Sono stata amante di uomini che andavano rassicurati, volevano sentirsi maschi. Altri solo capiti. Io cercavo la storia importante, dopo 30 anni però mi sono chiesta: E allora perché quasi sempre con uomini già impegnati? L'equilibrio perfetto c'è stato 10 anni fa. Eravamo in quattro e ciascuno sapeva dell'altro. Facemmo anche una vacanza in un villaggio. Andò un po' di m****, Ma questo è un altro discorso. Andò di m**** perché il mio si infatuò di un'animatrice. Quell'estate fui l'unica a rimanere a bocca asciutta. Anzi, sua moglie, con la quale ero entrata in confidenza, mi prendeva in giro: "Hai visto? Te lo dicevo io! Ora tocca a te!". Touchée!
La situazione è cambiata, vertiginosamente, quando ho capito che la vittima non era il povero uomo di turno, ma ero io. Ed ho iniziato a reclamare l'intera torta guardando altrove, cercando gli ingredienti giusti e non quelli in comproprietà che quando ti serve la farina non ce l'hai e devi aspettare una settimana, o dopo le vacanze. Anima candida io, che pensavo di salvarli. E mi stavo perdendo io. Stavo diventando un fantasma E l'avete visto anche voi quel film, quando si parla di fantasmi?: "Ero un fantasma, fino a pochi mesi fa. Ero un fantasma, e quello non era il mio posto". "I was a ghost, up until a few months ago.
I was a ghost who had no place there."". (Memorie di un amore, A. Battantier, 2015, The Duchess of Alba, 60 anni. La frase è tratta da: Era lei, Just the way she was, Thomas Bergen, 2009).

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SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e