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MIA MADRE, NON HO PROVATO DOLORE

"Mia madre un giorno mi disse: "È triste quando una figlia vede solo i difetti della  madre, senza vedere tutto quello che ha fatto, tutti i sacrifici per lei". Epperò, occorre valutare caso per caso. In alcuni casi si tratta di IRRICONOSCENZA FILIALE, per via di  ragazzini egoisti e menefreghisti, che pretendono tutto senza offrire niente. In altri casi però entra in gioco il detto: CHI SEMINA RACCOGLIE. Non tutti i figli sono riconoscenti, ma non tutti i genitori hanno meritato la riconoscenza e l'affetto dei figli. A me per esempio è andata abbastanza di merda e mi sono davvero stufata di tenerlo per me, mi fa bene parlare tirare fuori tutto il dolore provato in questi anni. Non posso che abbracciare mio padre per tutto quello che ho dovuto subire e soffrire da mia madre. Infatti quando canto la canzone di De Andrè, io la modifico. Non me ne voglia il grande Faber. Onora il padre, sfankula la madre, che ogni ora ti regala il bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi attenzione. Quando a mia madre si fermò il cuore non ho provato dolore. Che poi, neanche è vero del tutto, perché quando è morta, ho sofferto per tutto quello che poteva esserci tra noi, se non fosse stato per le sue dipendenze, e le sofferenze subite a sua volta dai suoi genitori forse ancora peggio di lei". (Memorie di un adolescente, Memorie di un amore, 2017, Angela Kii, 21 anni).



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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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