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HO GIÀ PISCIATO!!! LA PASSEGGIATA AI TEMPI DEL CORONA.

HO GIÀ PISCIATO!!! LA PASSEGGIATA AI TEMPI DEL CORONA.
La vita di coppia me l’avete impedita castrandomi. E vabbè.
M’avete tosato come un deficiente. E vabbè.
Mi avete istigato ad essere pigro, lasciandomi in casa per intere giornate...e poi i bisogni al volo la sera, durante la pubblicità. E vabbè.
Ma ora, fatemi capire: mi portate fuori a turno 10 volte fuori al giorno???
Giaccio sopito in cuccia e mi rompete il cazzo: 
Teo dai, andiamo a fare la passeggiata!!
Ma vaffanculo voi e la passeggiata!
Ho gioito i primi giorni: che bello, la passeggiata, la passeggiata, la passeggiata, la passeggiata….BASTA, alla decima s’è fatta ostica la passeggiata. Aò, tengo una certa età, che vi credete!?
Mi portate in certi posti nascosti, avete paura dei caramba, come i ladri, ma io che c’entro? 
Sembra che sò io che porto voi: 
Uno si vede con la fidanzata, n'artro chiama l’amante, quell’altra se fuma mezzo pacchetto perché a casa dice che ha smesso. E c'è pure quello che se mette a fà le flessioni dentro le aiuole. Pure nonno mi porta 2/3/ volte: dice che deve dimagrire.
Io sono stanco, stremato e mi poso sotto a una panchina. 
Ma ecco che già mi strattonano agitati: 
Dai andiamo Teo, la pattuglia è passata!
E sti cazzi, famme riposà, umana mia!
Sò tosti questi, non capiscono che io sò cotto. 
E allora opto per una patetica scena gandhiana: Resistenza passiva, basta nun me movo, piuttosto qui me mòro.
Ma questi tirano e me stràscicano pé lungo e pé largo.
Aò, bboni, mica stàmo a scià!!
Insomma, torniamo seri, questi hanno trasformato la tipica bella passeggiata che tanto mi piaceva, in un'assurda marcia della disperazione. 
Valli a capì. Prima  nun me ce portava nessuno, mò se sò svejati tuttantratto. 
Qui bisogna che reagisca. 
Quasi quasi je mozzico. 
E ‘nnativene tutti da sta casa, lasciàteme in pace come 'na vorta. 
Stavamo tanto bene...il gatto ed io. 
Come lo invidio a Mao. 
Eh sì perché le storie cambiano, cambiano le vite, ma lui -er gatto- riesce sempre a fasse li cazzi sua. 
A proposito, Mao m’ha detto, dall’alto della cesta sua là sopra ar soppalco: 
Amico mio e quanno te ricapita!?  Tanto prima o poi ritorni carcerato...nun  te lamentà, fatte mò na bella scorta de libertà.
E me sa che cià ragione. 
Sarebbe bello se se ricordassero de me tutti li giorni. Allora sì, sarebbe gioia e ogni uscita sarebbe 'na gita. 
Ciao ciao casetta mia, scusa, mò riesco, è n'artra vorta er turno der vecchio. 
Porgo rassegnato la testa allo spago, ma nun posso finge de sartà entusiasta, nun me piace, me dòlino le zampe: a furia de 'ste passeggiate me sò già uscite 2 o 3 piaghe.
Giace er gatto nella cesta e me saluta strizzannome l’occhio. 
Beato te pacato micio mio! 
Me li ciuccio solo io sti scoppiati de cervello che nun cianno gnente da fà tutto er santo ggiorno.
Nonno: L’hai messa la busta in tasca pé cacà?
E io pago il disagio di voi umani, non sapendo mai quanno finisce ‘na giornata.
Ed è subito n’artra passeggiata.

(A. Battantier, Memorie di un animale, 2020, MIP LAB)




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