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UN VIAGGIATORE AI TEMPI DEL CORONA

UN VIAGGIATORE AL TEMPO DEL CORONA. "Con la fantasia si può girare il mondo, andata e ritorno".  (Emilio Salgari). "Ho letto che con la fantasia si può girare il mondo, andata e ritorno. Lo scriveva Emilio Salgari, il padre di Sandokan. Io, nel mio piccolo, mi accontento di un paio di ciabatte da trekking, e mi sposto circospetto: dalla camera da letto attraverso il pericoloso corridoio (altro che tigri di Mompracem, il corridoio è buio e temo gli agguati di tre terribili gattoni: Momò, Bastille e Nia). Poi deviazione in bagno, entro nella vasca, facendo un tuffo ristoratore, come fosse un fiume, stando attento ai piranha, che realtà sono pesciolini di gomma e plastica del mio fratellino. Ecco, ora esco, mi dirigo in cucina dove mi arrampico, come fosse una montagna, alla ricerca di qualcosa da mangiare lassù, sulle alte mensole. E infine, il massimo del trasgressivo: M'inerpico fin sul terrazzo condominiale, che è una sorta di deserto con anche i cactus e piante grasse. Ma attenzione: PERICOLO! In lontananza, dall’altra parte del terrazzo, c’è un nemico: è la signora Delia del terzo piano. Sta stendendo i panni, mi scruta con occhi cattivi dalla sua trincea di mutande e lenzuola. Ma io, con un balzo mi nascondo dietro le antenne satellitari, ed ho la mia arma segreta: una pistola di alcol nebulizzato ed amuchina: Sono pronto a sparare se supera la linea dei 10 metri. Perché, lo so che il virus non vola nell’aria fino a 5 metri. Epperò Mario, l’amico mio, có ‘na scatarrata arriva fino a 7 metri. L’abbiamo pure misurato al parco. E che ne sai la signora Delia dove arriva? Quella c’ha na lingua! Figuramose lo sputo!! Grazie Emilio Salgari, che dai un senso al mio non fare un c**** dentro casa". (A. Battantier, Memorie di un adolescente, 2020, Sandro Kan, 17 anni).

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SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e