Passa ai contenuti principali

LA VIDA ES SUEÑO

Pedro Calderón de la Barca nacque in Spagna nel 1600. 
Doveva diventare prete ma rifiutò di prendere gli ordini. 
Partecipò alla guerra dei Trent'anni poi, in seguito ad una crisi spirituale, si fece prete.

Il suo capolavoro è "La vita è sogno" (La vida es sueño).
Racconta la storia del re Basilio che fa imprigionare in una torre suo figlio Sigismondo appena nato.
Insomma, un bello stronzo.
E sapete perché? Per dare retta ad una stupida profezia secondo la quale suo figlio sarebbe stato un crudele tiranno da grande. 
E quindi il padre, per dare retta ad una stupida profezia, si dimostra più crudele e più tiranno di qualcuno che, chissà, forse lo sarebbe stato, ma anche no.

Questo povero Sigismondo cresce selvatico e in catene senza sapere nulla delle sue origini.

Un giorno il padre vuole metterlo alla prova e fa portare suo figlio nella reggia il quale, quando si sveglia, scopre la sua identità.

Sigismondo, che è una persona sana di mente, si incazza terribilmente, potete immaginare la sua rabbia e violenza nei confronti del padre che lo ha privato della libertà per così tanti anni.

Questa reazione (naturale) porta il padre a pensare: 
"Ah...allora la profezia è vera...guarda come è cattivo!".
Cioè, avete capito? Il padre non si chiede le cause della rabbia del figlio si limita ad osservare che è cattivo.
Lo dicevo io che era stronzo e pure stupido.

Prova ne è che questo Basilio fa addormentare ancora una volta suo figlio Sigismondo per poi riportarlo in prigione sulla torre.

Sigismondo, quando si ritrova nuovamente in catene, rimane perplesso, non capisce se quello che ha vissuto sia la realtà o solo un sogno.

Epperò il popolo nel frattempo ha saputo che Sigismondo è vivo e vuole che diventi re e insorge contro Basilio...che in der culo c'ha er domicilio.

Sigismondo viene liberato dalla torre e, ormai consapevole che anche un sogno va vissuto fino in fondo, si mette alla testa del suo popolo e, con grande coraggio, riesce a vincere l'esercito del padre.
Poi però decide di perdonarlo.

A me questo dramma è piaciuto molto perché si respira un profondo rispetto per la libertà dell'uomo.

Sigismondo per due volte ha la consapevolezza di essere libero ma, la prima volta la sua libertà è stata forse solo un sogno, mentre la seconda volta, anche se ancora è un po' confuso sulla realtà che gli gira intorno, ha capito che "tutte le felicità umane si dissolvono come un sogno", mentre "le buone opere non si perdono nemmeno un sogno".

Mi piace anche come si parla della sorte, che non è ingannevole ma semmai inganna l'uomo che ne interpreta i sogni secondo il suo carattere e a suo uso e consumo per soddisfare i comodi suoi.

Non si può prevenire e non si può interpretare un fatto prima che avvenga anzi, quando cerchi di farlo, rischi di peggiorare le situazioni e di fare errori gravi.

Alle volte io penso che mio padre abbia già deciso per me e pensa di me cose non vere e non si fida di me, lui ha già deciso. 
Ma io voglio dimostrare chi sono e ci proverò ogni giorno.

(A. Battantier, Memorie di un adolescente, miplab, Riccardo Esperanza, 17 anni, 2023. Art by Stephen Stadif, ALE: 8 After-Life Experiments, 2022)

#stephenstadif 
#MIPLab 
#memoriediunadolescente 
#battantier 
#andreagiovannibattantier 


Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e