Passa ai contenuti principali

HO SCOPERTO UN'ALTRA VERITÀ

Questa estate ho fatto una scoperta che ha cambiato la mia vita. 
Ero seduta sulla veranda della casa di campagna. La brezza leggera portava con sé il profumo dei fiori selvatici e il suono dei grilli in lontananza. Ho sempre amato quella casa, il mio rifugio prefetto.
Mia madre stava lavorando in giardino, impegnata tra  fiori e arbusti. 
Non potevo fare a meno di osservarla con affetto mentre si dedicava alle sue passioni. 
C'era una verità che dovevo ancora condividere con lei. La verità è un processo e non avevo ancora deciso cosa e come fare. Avevo passato mesi a riflettere su come dire a mia madre che mi piacevano le ragazze, temevo come avrebbe reagito.
Ma, quel pomeriggio, mentre mi nascondevo dietro una tenda di lino leggero, le ho viste baciarsi. Mia madre e una donna, una vicina di casa di Siena, si sono avvicinate e si sono rubate un tenero bacio. Mentre le osservavo mi sono sciolta tutta. 
È stato un momento di pura bellezza e ho capito che non avrei mai dovuto temere di essere me stessa davanti a mia madre e al mondo.
Ho visto la lotta, la sostanza di quell'amore che mia madre stava vivendo. 
Io credo che, se ti piace qualcosa e non fa male a nessuno, allora è giusto. 
Era ora di applicare quel principio a me stessa.
Chi nasce, deve vivere come sente, il DNA, il codice genetico, non è infallibile, non può definire completamente chi siamo e chi amiamo. 
Mia madre ha insegnato a me e a mio fratello che l'amore è universale e non conosce confini.
Era giunto il momento di dimostrare che abbiamo imparato la lezione.
Era il momento di condividere la mia verità con mia madre, di aprirmi a lei. Avevo visto il suo amore per quella donna.
Mentre osservavo mia madre e la sua compagna tornare sorridendo verso casa, ho sentito un senso di gioia che mi aveva fatto desiderare questo momento per così tanto tempo. 
Mi sentivo liberata, pronta ad affrontare il futuro con onestà e coraggio. 
Ho scoperto un'altra verità, una verità che avrebbe reso la nostra piccola famiglia ancora più unita.

(A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un'adolescente, Barbara Augh, 17 anni, 2023)

#memoriediunamore 
#memoriediunadolescente 
#MIPLab 

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e