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L'ALGEBRA DEL SENTIMENTO

C'è un meccanismo del gettar discredito sull'altro, nell'intento di percepire per contrapposizione un sé migliore.

Ci aiuta l'algebra a capire.

Queste le regole, che impariamo a scuola:

+ moltiplicato + = +

+ moltiplicato - = -

- moltiplicato + = -

- moltiplicato - = +

Decodificando, ne risulta che avere una buona considerazione dei nostri e altrui talenti moltiplica il potenziale umano.

Percependo noi stessi o l'altro come inadeguato, manchevole per sottrazione, meno di, toglie ai due termini qualcosa, e così pure sminuendo, sottostimandoli entrambi, il risulltato sarà una perdita.

Le stesse regole diventano più convincenti se sostituiamo al simbolo matematico di moltiplicazione (il ×) la preposizione semplice DI e i suoi composti, le preposizioni articolate DEL, DELLO, DELLA,  DEI, DEGLI, DELLE. 

Continuando ad associare a + un concetto positivo e a - un concetto negativo, otteniamo un'immagine mentale più significativa:

L'amico dell'amico è amico

L'amico del nemico è nemico

Il nemico dell'amico è nemico

Il nemico del nemico è amico

Qual è dunque l'utilità di sentirsi differenti ma non diversi in senso sottrattivo e quale iinvece quella di percepirsi uguali in quanto uomini, ma diversi per specificità di talenti e fragilità?

Ci aiuta ancora l'algebra:

Se i segni sono uguali il prodotto è positivo.

Se i segni sono diversi il prodotto è negativo.

Si potrebbe obiettare che esistano negatività irrecuperabili. Si, è vero. Ma in quei casi la soluzione è non algebrica: evitiamo di accostare i due termini opposti: lasciamo che il negativo si crogioli nella sua mancanza, nella sottrazione che imprime alla vita. 

Rifuggiamo il paragone autoriconoscendoci eccessiva positività. È una presunzione che non serve a nessuno, chi ci guadagna?. 

L'abbiamo visto, - moltiplicato ÷ dà un valore negativo.

(Anna Amoroso, Estratti di Algebra del sentimento)

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