
Eravamo noi 20 anni fa. 
Non eravamo niente e il giorno dopo umiliavamo Dio. 
Si piangeva per un bacio dato male e quante seghe che ci facevamo! 
E quella forza immensa, sai, di avercela col mondo, e si perdeva e si cadeva riprendendo sempre il volo. 
Non ci si annoiava mai 20 anni fa. 
Si giocava con la noia e poi, la si ammazzava con il tempo. 
20 anni fa c’era Francesca. 
E siamo stati tutti a letto con le tette di Francesca. 
In fondo poi alla fine non è mai successo niente. 
E per uno che sognava e raccontava gli altri poi lo superavano a cazzate. 
Gli avrebbe fatto un sacco bene un tipo come me, a Francesca. 
Non eravamo svegli allora, e quante inutili vergogne. 
Forse eravamo solo un po’ coglioni, 
e adesso lo sappiamo che non era mica vero. 
Insomma, un po’. 
Vent'anni fa si aveva il mondo in tasca, la tasca bucata, e dentro il buco ci ha succhiato via i sogni. 
Quante canne fatte per sembrare un po’ così.  
Guarda amico, quelli siamo noi, la terza G. 
La foto è un po’ sbiadita. 
Quelli siamo noi, 20 anni fa. 
Noi che scoppiavamo di energia, noi che raccoglievamo i pezzi e poi si ripartiva. 
Noi che fermi non stavamo mai, e impazzivamo senza una ragione. 
Ed ora invece, che ragioni ce le avremmo, guarda come siamo bravi e silenziosi e morti dentro. 
20 anni fa eravamo noi, che gioco strano ehh? 
In perpetuum, frater, ave atque vale. 
(Andrea Battantier, memorie di un adolescente, 2007, dedicato ad Emiliano Pegoraro, Millo Peg)