Passa ai contenuti principali

LE MENTI IN-QUIETE

LA MENTE INQUIETA

Un'onda si increspa e si piega in eterno movimento.

Cerchi di fermarla, si increspa ancor di più.

Lasciala fluire, si calmerà da sola. (Lao Bu-Shem)

***
Il respiro è il ponte tra il corpo e la mente.
Quando il respiro è calmo la mente è calma.
Quando la mente è calma il corpo è calmo.

Il respiro è il presente.
Nel presente non c'è passato, non c'è futuro.

Il respiro è la via.
Quando il respiro è libero la mente è libera.
Quando la mente è libera il corpo è libero. (Lao Bu-Shem)

***
Il concetto di "non attaccamento" è uno dei principi fondamentali dello zen. 
L'attaccamento è la tendenza a voler controllare le cose, a volerle far essere come vogliamo noi. Quando ci aggrappiamo ai nostri pensieri e alle nostre emozioni, creiamo tensione e sofferenza.
Per trovare la pace interiore, dobbiamo permettere alla mente di fluire liberamente, senza cercare di controllarla.
La poesia può essere vista come un invito alla meditazione, un esercizio di consapevolezza, un modo per riflettere sulla natura della mente.
Un invito a trovare la calma e la concentrazione attraverso la contemplazione ed il respiro, utilizzato come un mezzo per entrare in contatto con il presente e lasciar andare il passato e il futuro, riconoscendo il legame tra corpo e mente. 
Il respiro è un processo che coinvolge contemporaneamente la mente il corpo.
Quando il respiro è calmo, sia il corpo che la mente sono in uno stato di calma.
La calma mentale è essenziale per la salute e il benessere psicologico. 
Quando la mente è calma, siamo in grado di pensare più chiaramente e prendere decisioni migliori.
Quando viviamo nel presente, siamo liberi dalle preoccupazioni del passato e del futuro.

***
LA MENTE IN QUIETE

La mente è un fiume
che scorre veloce
tra gli argini del pensiero.

A volte la corrente è impetuosabe le onde si infrangono contro le rocce delle emozioni.

In altri momenti la corrente è calma e le acque sono tranquille come uno specchio.

In questi momenti di quiete
la mente può vedere con chiarezza. (Lao Bu-Shem)

***
W.R. Bion è stato un psicoanalista britannico che ha sviluppato una teoria della mente basata sul concetto di "pensiero senza oggetto". 
Questo pensiero è un tipo di pensiero primitivo che è privo di contenuti concreti e si basa sull'esperienza sensoriale e affettiva.

La poesia cerca di catturare l'idea di un momento di quiete nella mente, quando il pensiero senza oggetto può emergere. 
In questo momento la mente è libera dalle emozioni e dai pensieri che la distraggono, e può vedere se stessa e il mondo con chiarezza.

L'idea di "onde emotive" rimanda al concetto di emozioni nella teoria di Bion. Le emozioni possono disturbare il flusso del pensiero, rendendolo difficile vedere con chiarezza.

Il momento di quiete nella mente è simile all'esperienza della meditazione zen. In questo momento la mente è libera dalle distrazioni e può concentrarsi sul presente.

(A. Battantier, Memorie di uno Zen, Mip Lab, 2023)

#miplab

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e