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Il grillo (La mia fobia, racconto di Pino)



Tutto è iniziato una sera. Per la prima volta ero al mare con una ragazza, la mia prima vera ragazza, una sera con i fiocchi, tramonto, mare, motorino fregato a suo fratello. E all'improvviso, ho avuto paura dei grilli, mi sono sentito circondato.
Non volevo che lei mi scoprisse, ma intanto la sera è finita malamente.
Tre sere dopo ne trovo uno sul cuscino e mi salta in faccia.
Una volta ho visto un documentario, nel terzo mondo si mangiano i grilli ed altri insetti. Stavo per vomitare. Ma che ci posso fare? Che c'è una legge che mi obbliga a convivere con i grilli?
Un mio amico si è inventato delle trappole per insetti, un suo regalo di compleanno. Ma come potrei sopportare l'idea di svuotare la gabbietta?
Il fatto è che penso che i grilli sono tanti e potrebbero sopraffarti con la loro bontà.
Da piccolo non sopportavo il grillo di Pinocchio.
Chissà se c'entra?
Lo odiavo perché diceva quello che si doveva e non doveva fare.
Per un anno avevo preso a dormire con una retina in testa, ma poi mi è iniziata a passare questa fobia per i grilli, anche perché ho iniziato a siliconare tutti i buchi di casa e le finestre sbarrate.
Ma guarda che strano, sono gli unici insetti che mi fanno schifo. Sono indifferente alle cavallette ed ai ragni, ma i grilli mi fanno accapponare la pelle anche quando li sento la notte. Perché il grillo lo associo alla notte, al buio, ai ricordi, alla tristezza, alla morte, alla vita che passa, e quel cri cri mi solca il cuore con la nostalgia.
E' innocente il grillo ma poi si fa buio.

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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

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