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COME LIBERARSI DALLE RAGNATELE TRA I RAMI DELLE PIANTE

COME LIBERARSI DALLE RAGNATELE TRA I RAMI DELLE PIANTE. MATERIALE TRATTO DA "ENCICLOPEDIA DELLA NATURA IN CASA" (1979). "[...] Molti di voi avranno indubbiamente il problema delle sacche di ragnatela tra i rami delle piante. Come fare per liberarsi di questo increscioso ed anti estetico problema? Noi esperti dell'ENC abbiamo sperimentato l'efficacia dell'acido naftenico e dell'acido palmitico, ordinabili presso i migliori consorzi agrari. I sali più usati per il composto sono il naftenato di alluminio e il palmitato di sodio. Attenzione, si tratta di un'emulsione altamente infiammabile che viene preparata poco prima dell'uso 'bellico' contro i fastidiosi ragni e non può essere conservata in alcun modo. Alcuni esperti agrari (W. B. Kilgore, 1979) consigliano il N-B, una variante, una miscela di polistirene in soluzione di benzene e benzina cui si aggiunge fosforo bianco, che facilita l'accensione durante la dispersione del gel nell'aria, aumentandone gli effetti contro gli aracnidi invasori del vostro amato giardino. Lo stesso Kilgore, in 'The Garden of Eden', sottolinea l'efficacia del suo preparato: "L'N-B ha un odore gradevole che non fastidisce i bambini o gli altri animali domestici. Una volta abbiamo bombardato un intero settore dell'Orto Botanico di New York, per dodici ore. Finita l'azione siamo andati a vedere. Non c'era più neanche l'ombra di quegli sporchi bastardi. E quell'odore di benzina, profumava come di vittoria!!!"".  (MILLO PEG E LE MEMORIE DELLA TERRA, A. BATTANTIER, 2017).




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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

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(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e