Passa ai contenuti principali

LA GALERA NON SARÀ PIÙ UN PESO

Uccise la fidanzata con 57 coltellate, dopo appena sei anni va ai domiciliari per una dieta:

“La sua obesità è incompatibile col carcere”

Dimitri Fricano ha ucciso  Erika Preti, per questo era  stato condannato a trent’anni di carcere, ne ha scontati sei. 

Da pochi giorni è uscito dal penitenziario per espiare il resto della pena nella sua casa.

La sua condizione di obeso "non compatibile con il regime carcerario“. 
Questa l'argomentazione con cui il Tribunale di Sorveglianza di Torino ha accolto il ricorso.
Pesa 200 kg, perché in carcere non gli rimaneva che mangiare, e non aveva motivazione sufficiente per l'attività fisica.

Inoltre, la sua condizione di fumatore va monitorata per un “pericolo di vita legato al rischio cardiovascolare”.

Io sapevo che bastava non mangiare per perdere peso eppure il tribunale sostiene che il problema dell’obesità è irrisolvibile in carcere, perché il Fricano "non segue le indicazioni dietetiche…Inoltre la detenzione lo spinge a consumare in maniera compulsiva alimenti controindicati”. 

Offro un consiglio gratuito a futuro assassini, la mia brevettata tecnica "Pantagruel 2.0":
L'eccesso ponderale è ormai un problema consolidato in Italia e i numeri sono importanti, con circa 17 milioni di adulti in sovrappeso e più di 4 milioni già obesi. 

Ora, se già lo siete, uscirete prima di galera, altrimenti, entrati in carcere, iniziate a seguire la tattica Pantagruel 2.0. 
Pantagruel, il gigante protagonista del romanzo omonimo di Rabelais, era noto per la sua voracità e la sua capacità di ingurgitare quantità spropositate di cibo. 

La tattica Pantagruel 2.0 è studiata dai migliori avvocati penalisti, che fanno rimpiangere i loro clienti mangiando e bevendo a più non posso. 
Alla fine, ci siede sul letto della cella e, con un gesto di supremo compiacimento, ci si gratta la pancia, in attesa dei comodi domiciliari.

È superfluo ricordare che, in caso di reiterati omicidi, occorre rimanere obesi, quindi Pantagruel 2.0 prevede di tanto in tanto banchetti dalla durata di 24 ore travolgendo ogni sorta di pietanza e bevanda.

I penalisti organizzeranno pasti collettivi per i loro clienti assassini (o futuri). 
I commensali alla fine saranno esausti, ma felici di aver partecipato a un pasto così memorabile che ha come premio la libertà. 

Ricordate: con Pantagruel 2.0 la galera non sarà più un peso.


(A. Battantier,    Italien Néandertalien)

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e