Passa ai contenuti principali

L'ANIMA, IL DOLORE E LA FORZA DELL'AMORE

L'ANIMA, IL DOLORE E LA FORZA DELL'AMORE. "Abbracciami fortissimo. E ad ogni abbraccio sentirò il dolore di non averti amata prima. Adesso il dolore è sopportabile. I nostri momenti...dovremmo aggrapparci a loro più spesso.
Molti sono i vincoli che saldano gli esseri umani a pesi inumani, fardelli sempre più pesanti si legano all'anima. Il dolore della vita. L'anima è lasciata libera di muoversi, aggirandosi però, come grottesco uccello ferito, dentro noi. 
Era un giorno di sole, e i nostri sogni s'incontrarono. Il nostro peccare possedeva il dono della leggerezza. Rogo d'amore non chetava gli strilli, avremmo avuto tempo per parlare. Servì un lungo apprendistato, perfezionammo l'arte dell'amore. Un periodo durante il quale, a noi, umili e giovani aspiranti, furono perdonati gli errori dettati dall'inesperienza. 
La percezione si spegne con la morte, che chiude un altro conto. Ma, le nostre anime...
Ricordo quando il tuo cuore rosso accese l'anima mia. Ed ella bruciò tornando alla vita, e poi volò verso gli spazi infiniti. Dobbiamo divenire cacciatori di leggerezza e libertà, rendendo, finalmente, un servigio all'anima". (A. Battantier, Lao Bu-Shem: I need you around, 2016).

THE SOUL, THE PAIN AND THE POWER OF LOVE. "Hug me tightly. At every hug I will feel the pain for not have loved you before. Now the pain is bearable. Our moments, we should let go on them. Many are the forms of bonds that tie human to inhuman burdens, while increasingly more burden are attached to our souls. Pain of life. The soul, floating free inside of us, can walk like a grotesque wounded bird. But we met our dreams, some sunny day. Our sin possesses the natural gift of lightness. Prize of love. Oh my lover, please, stifle screams, we'll have time for a conversation. A long apprenticeship is needed for perfecting the art of love. A period during which, we young aspirants, whom we must certainly forgive occasional errors of inexperience. But sooner or later we'll earn the ancient art of love. Perception is quenched only after life, until death closes yet another account. But our souls...I remember when you put your burning heart into my soul. And my soul became burnt and later flight away on heaven. We have to become hunters of inner lightness and freedom, let's make ourselves worthwhile in making free our soul". (A. Battantier, Lao Bu-Shem: I need you around, 2016).

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e