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FIDUCIA in noi stessi e VACCINO N: contro i NARCISISMI di tutto il mondo.

FIDUCIA in noi stessi e VACCINO N: contro i NARCISISMI di tutto il mondo. Quando crediamo troppo in noi stessi, è facile cadere giù, spinti nel vortice dell'autodistruzione "amorosa". L'eccesso di sicurezza gonfia oltre modo l'orgoglio ("Io non posso perdere!", "Io ti salverò", " Noi noi e solo noi, siamo la coppia più bella del mondo") e ci chiude gli occhi e la mente ai segnali del mondo reale. Ma quando crediamo in noi stessi, senza strafare, sulla base di dati di realtà, il narcisista non riesce a farsi amare, ad ammaliarci, a farci ammalare. Non ce la fa, nonostante le sue abili armi di seduzione e distrazione di massa. Questo meglio lo comprende chi ha sofferto le pene dell'inferno, e si guadagna, sul campo di battaglia, il vaccino N. Chi è vaccinato non perde più il suo tempo, chiude subito il contatto, sfanculando, senza attendere pericolose mosse di accerchiamento dell'io. Il narcisista tenta le sue carte, ma, ricordiamolo, il potere sta in mano a chi riceve il profumato pacchetto della seduzione: chi riceve decide che fare, anche rispedire al mittente o, meglio ancora, non ritirare il pericoloso pacco. Certo, se ci si illude, sperando che prima o poi le cose vadano come le abbiamo in mente (ah che illusi saccenti orgogliosi!!!), allora, ecco che si finisce nella rete. La rete dell'azzardo, del rilanciare, sperando, prima o poi, di vincere. Una passione armoniosa nasce dal credere in noi stessi, da un adeguato senso di interdipendenza, autonomia nel mondo, amor proprio nel rispetto e nella dignità. In amore, con un narcisista, una volta va bene caderci, ma la coazione a ripetere, sbagli su sbagli, sempre gli stessi sbagli, dovrebbero farci riflettere. Concentriamoci su noi stessi: dove abbiamo continuato a sbagliare per troppo tempo? Dove è la nostra responsabilità?Finiamola di dare sempre e solo la colpa agli altri. Gli altri non esistono, se noi lo vogliamo. Se non gli permettiamo di "esistere", intorno alla nostra vita, non potranno interferire sulla nostra ricerca di serenità e passione armoniosa. Serve allenamento per non accontentarsi di bugie e illusioni nei momenti di debolezza. Ma ricordiamo che, alle volte, i primi narcisisti siamo noi stessi. Alleniamoci a guardarci, anche, oltre lo specchio. (Memorie di un amore, 2008, A. Battantier).


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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

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(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e