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IN RICORDO DELL' ORSA AMARENA

Si chiamava Amarena perché era ghiotta di ciliegie, era una madre premurosa, rispettata da tutti coloro che avevano la fortuna di conoscerla (due miei amici la fotografavano spesso, mantenendosi a debita distanza, che meraviglia osservarla).

Amarena non aveva mai fatto male ad un essere umano, era un simbolo di convivenza possibile tra l'uomo e la natura, un esempio da seguire per comprendere la reciprocità che dovrebbe esistere tra di noi.

Il male e l'ignoranza hanno oscurato ancora un poco la nostra umanità. 
In un mondo malato, permeato dall'odio e dalla gratuita crudeltà, ecco l'ennesimo vile atto. 

Un uomo, cacciatore, bracconiere, allevatore, macellaio, ha spietatamente ucciso Amarena con una fucilata alle spalle. 
Questo assassino, non solo ha strappato via una vita preziosa lasciando in balia della gabbia i cuccioli, ma ha anche minato la fiducia nella possibilità di una coesistenza pacifica tra l'uomo e la natura.

La morte di Amarena è una ferita profonda che ci fa riflettere sulla nostra società specista, che educa all'indifferenza verso la vita degli altri animali. 

Gli animali non sono cose né numeri ma esseri degni di rispetto.

Amarena vagava tranquillamente nel territorio, senza mai rappresentare una minaccia per gli esseri umani, anche quando aveva i suoi cuccioli al seguito. 
Entrare in una proprietà non poteva essere considerato un atto di aggressione.

Il gesto codardo va considerato un omicidio per la perdita della vita di un animale protetto e a rischio di estinzione.

Oggi ricordiamo non solo Amarena ma anche suo figlio Carrito, morto tragicamente investito da un veicolo. 

Speriamo che l'assassino di Amarena, il quale ha osato affermare di averla scambiata per dei ladri, sia giustamente punito.

Questo assassino poteva colpire chiunque nel posto e nel momento sbagliato,  dimostrando ancora una volta che la terra non è solo dell'uomo, ma di tutte le creature che la abitano.

Questi odiatori di specie solitamente amano la caccia e i suoi derivati. Del resto a me i cacciatori han sparato più volte, una, 15 anni fa, a pochi metri.
La maggior parte son vecchi rincoglioniti e, appena si muove un arbusto: "PUM PUM!", sparano.
Anche un mio amico è stato fortunato: gridava ma quegli arditi condottieri non lo sentivano e continuavano a sparare. Salvo per miracolo.

Amarena proteggeva e guidava i suoi cuccioli con un amore profondo e un'attenzione commovente. 
Il suo ricordo rimarrà indelebile nei cuori di tutti coloro che amano gli animali. 

È tempo di riflettere sulla giustizia animale, sul rapporto tra l'uomo e la natura, e sulla necessità di porre fine alla sopraffazione che continua a danneggiare il nostro mondo già malato.

(A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un animale, 2023)

#miplab
#memoriediunamore

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