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LA SARACINESCA

Quando sono entrato nel negozio per chiedere una bottiglia d'acqua, l'anziano venditore sembrava poco gentile ma era solo un po' giù. 

Ho iniziato a parlarci. 
Sta per chiudere i battenti, cerca un modo di vivere più rilassato, tornerà in Molise.
Da giovane avrebbe voluto fare l'attore, amava il cinema, fece anche dei provini.
Mi ha detto che nel tempo erano aumentare sempre più le difficoltà a concentrarsi su questioni pratiche e burocratiche, ha perso il senso dei conti. 

"Queste sono le ultime parole che spendo", mi ha detto. "Sono stanco di esprimere pensieri precisi, ma io non sono chiaro, troppa fatica mi costa la precisione".

Mi ha congedato regalandomi una bottiglia d'acqua.

Sono uscito ma, quando ho visto che stava cercando di chiudere la saracinesca, sono tornato.

Si è avvicinato alla saracinesca, una struttura pesante e arrugginita, con espressione preoccupata. 
Mi ha detto di star lì vicino, ma che tanto ancora ce la fa.

La mano leggermente tremante cercava la chiave nella tasca del grembiule. Dopo alcuni tentativi, finalmente riesce a inserirla nella serratura arrugginita. Gira la chiave con difficoltà, emettendo un impercettibile gemito lamentoso.
Una volta sbloccata la serratura, l'uomo si afferra con forza alla manovella della saracinesca. 
La manovella è pesante e usurata dal tempo.
Inizia a girarla lentamente, il metallo scricchiola, la saracinesca inizia a scendere lentamente, si sente il cigolio delle cerniere lamentarsi ad ogni movimento. 

L'uomo si sforza per tenere il passo con la manovella, il suo viso si contorce, il respiro diventa affannato mentre si sforza di mantenere la posizione.

La saracinesca si abbassa, l'uomo deve anche spingere verso il basso con il suo corpo.

Lo aiuto, lui lascia fare. 
Il sudore inizia a scorrere sulla sua fronte, gli occhi si stringono per la tensione.

Dopo una lunga e faticosa lotta (anche per me) la saracinesca è finalmente completamente abbassata, chiusa, bloccata. 

L'uomo si appoggia pesantemente contro di essa, ansimando e cercando di recuperare le forze. 
"Non ho più l'età per queste cose".

L'uomo fa un sospiro di sollievo. Io gli porgo la bottiglia: "Acqua?". 
Lui sorride, beve un goccio.

Guarda il suo negozio, ricordando forse i giorni in cui era più giovane e queste operazioni erano più facili. 
Poi, con passo lento si allontana dal negozio senza voltarsi.

(A. Battantier, 2002, Memorie di un lavoro)


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