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LE SCOPERTE DI CARNEVALE

LE SCOPERTE DI CARNEVALE. "Ho scoperto chi è mio padre, grazie alla prof di italiano. Stavamo studiando le maschere antiche di carnevale, ad un certo punto mi sono preso un colpo: azz, mio padre è uguale spiccicato a Balanzone. Sia di faccia (rosso, coi baffetti), sia di corpo (cicciottone anche se fa finta di di fare due flessioni in bagno due volte al mese), ma sopratutto di carattere. Come Balanzone, anche mio padre è grande di età, fa sempre il serio capiscione sapientone (poi dice a me che sono Sapientino). Anzi, la sapete una cosa? Mio padre è proprio che un presuntuoso, parla difficile per impressionarci a me e a mio fratello. Parla, parla, ma alla fine che dice? Scompare giorni interi, e poi, ogni tanto, magari a tavola, ci dice quanto era bravo e fico lui alla nostra età, e vuole che facciamo esattamente spiccicato quello che ha in mente lui. Cioè rompe le palle pure su come si incolla un pupazzo rotto o su che tipo di jeans comprare. Quello che ci fa arrabbiare è che lui non è quasi mai presente, ma quando c'è parla per 3 ore, proprio mentre stai guardando un programma preferito o vuoi uscire con la ragazza. Una volta è venuto a scuola a fare una scenata ad una prof. Lui, stranamente, mi aveva aiutato qualche giorno prima in Storia, ed io avevo preso 5. Lui voleva far vedere alla prof che ne sapeva più di lei, e l'ha pure offesa. Che vergogna, avrei voluto sparire in un'altra scuola, ma no in Italia, in Giappone. Ahh!!! Ora mi sento meglio. È proprio bello scrivere quello che si ha dentro. Tanto papà non legge internet. E se dovesse leggere allora gli direi pure: papà, scendi da cavallo, parla di meno e stai più con noi, poi non ti lamentare se quando sarai vecchio non ti spingiamo la carrozzella. Scherzo te la spingiamo ma solo in discesa e poi la lasciamo per allacciarci le scarpe. Ciao papà, io sto cambiando, ma cambia pure te che nessuno è perfetto. Ti abbraccio, tuo Sapientino". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, le scoperte di Sapientino).


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SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e