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SCOMMETTERE SULLA NATURA, SENZA ASPETTARE

SCOMMETTERE SULLA NATURA, SENZA ASPETTARE. "A me e al mio amico Pietro piace scommettere, lo facciamo dall'asilo: a chi non prendeva la punizione per primo, a chi faceva più goal a calcio o biliardino, o la play, se Giada si sarebbe messa con lui o con me (poi s'è messa con Ettore tacci sua). Insomma, qualunque cosa. Adesso purtroppo ci tocca scommettere su quando questa cretina di razza umana capirà che ancora un po' e sarà troppo tardi. In classe Millo Peg, un ricercatore di scienze ambientali, ci ha detto che ormai i pesticidi e veleni hanno contaminato metà delle acque italiane, anche quelle potabili. Cioè vi rendete conto? Allora con Pietro abbiamo detto: se alla gente fino al 50% di veleni nell'acqua non gliene frega niente, a quale percentuale gliene fregherà per davvero e lotterà per la Natura o semplicemente per salvarsi il culo? Tutti e due abbiamo scritto su un foglio: 'solo quando l'acqua sarà inquinata al 98%, e allora sarà troppo tardi'. Specialmente se le persone sono come Ottavio, il più scemo qualunquista della classe, che ha detto: 'e va be', sti cazzi basta che bevo io poi la terra può pure crepà!!'. In Italia la contaminazione è arrivata a livelli insostenibili, 180 tipologie di pesticidi dai nomi più strani: uno ha sete, si beve un bel bicchier d'acqua e, ahhh...già che ci siamo pure un po' di cloridazon, oxadiazon, enacil, azossistrobina, atrazina e skiattar-presto vari. È il caso di dirlo, morire in un bicchier d'acqua. Cioè l'uomo è così assurdo di testa che rende mortale anche i gesti più naturali come il bere o il respirare. È triste sentirsi la decadenza dentro a soli 16 anni, senza più fiducia nell'uomo. È indegno per me pensare queste cose, ma è indegno pure finire eliminato, me o le prossime generazioni, dalla stupida e ingorda mano dell'uomo". (MILLO PEG E LE MEMORIE DELLA TERRA, A. Battantier, 2015, frammento di Luca Radiohead, 16 anni).


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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e