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L'AUTOCONTROLLO, L'INTER DI RONALDO E LE ARTI MARZIALI

"L'AUTOCONTROLLO, L'INTER DI RONALDO E LE ARTI MARZIALI. Da piccolo pensavo che l'autocontrollo fosse la macchina della scuola guida. Mia sorella grande, aveva 20 anni e non riusciva mai a superare l'esame per la patente. Aveva la vena al cervello, non capiva una mazza di pistoni, bielle e codice della strada, e buttava sempre all'aria il libro di teoria. Mio padre allora le diceva: "Marta non fare la matta devi avere autocontrollo altrimenti la patente non la prendi!". Io, che avevo 8 anni, pensavo: " poraccia, speriamo che trova i soldi per questa auto con i pedali controllati dall'ingegnere, sennò, sò problemi!!!". Poi, siccome pare che noi di famiglia siamo tutti nervosetti (infatti mio padre smadonnava quando perdeva l'Inter, cioè sempre), venivo ripreso dai prof a scuola, sempre per questo autocontrollo che si perdeva per strada. L'autocontrollo mi è sempre suonato come una parola da vecchi, magari vecchi saggi, ma noi giovani guidiamo piuttosto con l'autostikazzi e l'autosfankulato. Eppure oggi, a 27 anni, capisco che da sto cavolo di autocontrollo dipende anche il nostro futuro. Autocontrollo non è solo una parola pallosa. Significa pure saper aspettare, metter da parte il Tutto e Subito per qualcosa tra un po'. Significa rispetto dell'altro, ma anche farsi rispettare nel modo migliore. Significa mettere in un angoletto ansia e attacco di panico, fino a farli sparire. A me ha aiutato la psicologia, ma soprattutto le arti marziali (senza autocontrollo le arti marziali non esisterebbero). I ragazzini, spesso viziati e capricciosi, pensano  che l'autocontrollo sia prova di debolezza o rassegnazione. Ma io sto imparando che la potenza è nulla senza autocontrollo. E questo lo diceva pure mio padre,  interista sfegatato che ripeteva sempre la frase del suo amato Ronaldo". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, contributo di Ronaldo detto Naldo). https://m.youtube.com/watch?v=rcA2I_7ACN4

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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

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