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NOI, e non qualcun altro. LUNGA VITA AI RIBELLI POICHÉ VOGLIO RESPIRARE L'ARIA DEL MARE.

NOI, e non qualcun altro. LUNGA VITA AI RIBELLI POICHÉ VOGLIO RESPIRARE L'ARIA DEL MARE. "In classe Millo Peg ci ha spiegato che significa bruciare i NOSTRI rifiuti. Nessuno di noi lo sapeva. Primo: Con gli inceneritori NOI mettiamo -e non qualcun altro- un sacco di sostanze inquinanti nella natura. Secondo: le ceneri ammazzano di ritorno anche NOI -e non qualcun altro- poi siamo tutti bravi a piangere su tumori e malformazioni alla nascita che arrivano a parenti e amici. L'inceneritore fa male alla salute, ricerche hanno DIMOSTRATO che aumentano i tumori nelle zone vicine. Terzo: Bruciare i rifiuti fa guadagnare a pochissime persone un mucchio di soldi (a belli a me non mi ci fregate, i termovalizzatori sono fatti con gli incentivi statali, cioè coi NOSTRI soldi). Nessuno di NOI cittadini ci guadagna, e allora che senso ha? Costano centinaia di milioni di euro e nei paesi moderni non si costruiscono più. Mmm, non ce la vogliamo fare qualche domanda maliziosa, cari politici zozzoni? Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto. Occorre ridurre gli imballaggi, che tutti NOI compriamo (il 38% dei rifiuti). I rifiuti obbligatori potrebbero essere riciclati, riusati, piuttosto che bruciati e ridotti in cenere che poi ci entra nei polmoni e nel cervello. E che cavolo: già ci tocca morire normalmente. Ma almeno non possiamo vivere decentemente e dignitosamente e poi, dopo, morire? Lunga vita ai ribelli poiché voglio respirare l'aria del mare. Più Amore, meno tumore". (MILLO PEG E LE MEMORIE DELLA TERRA, A. Battantier, 2015, frammento di Alessietto, 18 anni. Dedicato a Michele Melchiorre, Quirino Pavarin, Abner Rossi).




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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

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