IL TEMPO È SABBIA CHE SCENDE INESORABILE (La madre guarda la figlia. La figlia guarda la madre. E nessuna delle due capisce che quel ticchettio che sentono è lo stesso. L'amore ha bisogno di tempo ma, soprattutto, ha bisogno di presenza)
Questa illustrazione me l'ha fatta vedere una mamma, che vede la figlia crescere velocemente.
I figli crescono, le mamme imbiancano.
Andrea, tu che ci vedi?
La mamma mi ha confessato:
“Io ci vedo tanta tristezza e malinconia”.
In effetti, la sabbia scende.
E se guardi bene, quella della madre sta finendo.
Una sua collega le ha detto l'altro giorno:
“Chi te l'ha detto che avere figli sarebbe stata una buona idea?”.
A parte, cara collega, fatte li cazzi tua!
Ma poi la famiglia non è solo il posto dove il tempo va a morire e l’amore si spegne come una candela accesa sotto il ventilatore.
Il tempo scivola dalla clessidra grande a quella piccola.
E nessuno ha pensato di capovolgerle, magari?
Tipo, hey, facciamo una pausa?
Troppo facile.
Il tempo scorre in una direzione, e sempre in discesa, verso il casino e la disfatta.
Ma l'immagine è poetica, anche se, a guardarla bene, ti viene un’ansia esistenziale che nemmeno Dostoevskij sotto Xanax.
Il corpo è un orologio biologico. E se sei donna, è pure un oggetto simbolico.
Clessidra = fertilità + decadenza.
Il tempo passa.
E poi ci troviamo in analisi a dire:
“Mia madre non mi guardava mai.”
Ma era impegnata a perdere tempo. Letteralmente.
La madre ha la sabbia quasi finita: ha dato tutto. Alla figlia, che comincia già inclinata, come se dicesse: “Mi sa che anche stavolta ce la prendiamo…in quel posto”.
L’amore ha poco tempo. Ma lo sprechiamo benissimo.
Eppure nell’immagine vediamo una trasmissione di tempo, ciò che si consuma nella madre, si deposita nella figlia.
Il corpo della madre svuota il proprio tempo per riempire quello della figlia.
E poi ti svegli a settant’anni e ti rendi conto che tutto quel tempo che hai speso per i figli -o per evitare di essere i tuoi genitori- è scomparso.
La sabbia non torna su.
E la figlia?
Ha già cominciato a perderne, pure lei.
L’orrore del tempo sta nella sua banalità. Solo sabbia, che scende, inesorabile.
La madre guarda la figlia.
La figlia guarda la madre.
E nessuna delle due capisce che quel ticchettio che sentono è lo stesso.
Mi ha detto la madre:
“Ho amato nel tempo, ma il tempo non ha ricambiato. Ho avuto una figlia e l’ho vista crescere mentre io perdevo forma.”
Il dolore non sta nel tempo che passa, ma in quello che si dimentica.
Le madri non invecchiano: si scolorano nel volto delle figlie.
Il tempo è sabbia, e la sabbia pesa.
Ogni granello è una parola non detta, un abbraccio perso, un silenzio forzato.
Il tempo passa di corpo in corpo. Madre e figlia sono due versioni della stessa poesia, scritte su carta diversa.
Una è quasi cancellata, l’altra appena iniziata.
L’amore è tutto ciò che può essere inciso prima che l’inchiostro finisca.
L’illusione è che il tempo sia infinito.
Ogni relazione è una sottrazione di tempo dall’eterno.
Ciò che conta è come lo usiamo.
E spesso, sprechiamo i momenti più preziosi a rimandare ciò che dovrebbe essere semplice: l’amore.
La sabbia, se condivisa, pesa meno.
Cara mamma, il tempo è un'illusione della mente, una costruzione che ci separa dall’intensità dell’esserci.
Madre e figlia sono due manifestazioni della stessa energia, incarnate in forme transitorie.
Guardare la sabbia che scende è un atto di distrazione: l'amore ha bisogno di tempo ma, soprattutto, ha bisogno di presenza.
Finché penseremo all’amore come a qualcosa da spendere bene, resteremo schiavi del tempo. Ma se impariamo ad amare ora, completamente, senza trattenere, allora il tempo e la sua tirannia svanisce.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, 5/25)
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