TUTTO CIÒ CHE È STATO, È IN QUELLO CHE SIAMO (E oggi non voglio più stare male per un amore tossico)
La memoria è un cimitero di frammenti ed io ho passato anni a scavare tra le lapidi di un amore che non esisteva, fatto di veleno, promesse spezzate, mani che stringevano per soffocare.
Oggi provo a sorridere di fronte alla mia ingenuità: l’amore come eterna ripetizione di un copione già scritto.
Eppure, io l’ho vissuto come un’unica, lancinante ferita.
Tutto ciò che è stato, è in quello che siamo. Le sue parole, bugie, i silenzi carichi di minaccia, sono ancora lì, incisi nella mia carne.
La mia storia è un horror: l’amante che ti consuma lentamente, non con i denti, ma con l’anima. Un vampiro emotivo che si nutre della tua luce.
E io gliel’ho permesso. Perché? Quel bisogno malato di dimostrare di valere attraverso il sacrificio.
Ogni ferita è un richiamo all’anima, ma a volte l’anima si perde in labirinti troppo oscuri.
E oggi non voglio più stare male per un amore tossico.
Il sesso e la violenza sono due facce della stessa medaglia. Lui mi baciava e poi mi spezzava, e io continuavo a tornare, convinta che l’amore dovesse fare male per essere vero.
Un giorno lo psicologo mi disse, con freddezza chirurgica: “Lei amava il suo carnefice perché non conosceva altro modo di esistere.”
L’amore sa diventare merce, algoritmo di bisogni distorti. E io ho solo seguito lo script che mi era stato insegnato: soffri, perché solo così dimostri di amare.
La vita è fatta di “forse,” di possibilità infinite, e aggrapparsi al dolore è solo un altro modo di fuggire.
Chi sono io quando smetto di essere la vittima?
Tutto ciò che è stato, è in quello che siamo.
Il passato è qui, nelle mie cicatrici, nelle paure che ancora mi fanno tremare.
E la libertà non è qualcosa che si conquista. È qualcosa che si riconosce, quando smetti di identificarti con la tua prigione.
Oggi scelgo di non essere più la prigioniera di un amore che uccide.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, 2016, Giada)
#memoriediunamore
#MIPLab