L’IDENTITÀ SMARRITA: UN UOMO ALLA RICERCA DI SÉ (ombre e rinascite, l'andropausa e il suo segreto inconfessabile)
No, non è ciò che crede di essere. Ha recitato così a lungo da scambiare la maschera per il volto. Ma ora la maschera si sbriciola.
La virilità è un copione scritto da altri. Lui ha obbedito per decenni: marito, padre, lavoratore, amante. Ora che il corpo tradisce, si accorge di non sapere chi sia senza quei ruoli.
Ha paura. Ha paura del silenzio che segue. Gli manca il rumore della propria esistenza.
Si sente d'invecchiare come una statua abbandonata. Si fissa allo specchio e vede crepe e pensa di aver perso qualcosa. In realtà, è diventato più leggero. Il problema è che nessuno gli ha insegnato a volare senza zavorra.
La società gli ha detto: "Devi essere forte". Ma la forza è una prigione. Forse, per la prima volta, può permettersi di essere umano.
È stato un prodotto: prestante, efficiente, consumabile. Ora che non è più "utile", si sente un fallimento.
L’andropausa è il suo segreto inconfessabile. Le donne parlano di menopausa, gli uomini no. Perché? Perché l’uomo deve fingere di essere eterno. Ma l’eternità è una menzogna.
La sua crisi non è solo biologica, è psicologica. Ha costruito un’identità sul fare, non sull’essere. Ora che il fare si riduce, si sente vuoto. Ma il vuoto è un’opportunità, non una condanna.
L’anima non ha età. Forse è ora di chiedersi: Chi ero prima che mi insegnassero chi dovrei essere? La vecchiaia è un ritorno alle domande dell’infanzia.
Chiede un'amica curiosa: "Ma un’identità ci vuole! Ne abbiamo più di una, secondo me. A volte la perdi, ma puoi reinventarla."
Esatto. Lui non ha perso un’identità, ha esaurito una versione di sé.
E allora? La sessualità non è più il motore, ma forse può scoprire che il desiderio non era solo quello.
La paura è che, senza il ruolo di "uomo forte", nessuno lo amerà.
Gli manca, ancora, il coraggio di essere fragile. Ma la fragilità è una bella via per la verità.
Scriverebbe di sé al passato e non ci dorme la notte pensando ai ricordi di allora. Invece dovrebbe scrivere e vivere al presente, sapendo che non esiste un’unica risposta. Solo domande migliori.
Il suo valore è nella presenza. Ma deve smettere di cercare conferme fuori. L'identità è un atto di coraggio quotidiano.
Allora, dimmi: chi sei quando nessuno ti guarda? Quando smetti di paragonarti, di lottare, di voler essere diverso? Quello spazio vuoto, quel silenzio: lì inizia la libertà. Non hai bisogno di ricostruire nulla. Solo di vedere, finalmente, ciò che sei sempre stato.
PS
A chi teme di non essere più abbastanza: l’identità non si perde. Si dissolve, per lasciare spazio a ciò che non ha mai avuto il coraggio di essere.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, 5/25. Ottavio C.)
#memoriediunamore
#MIPLab