Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta morte

INFELICITÀ (FELICITÀ)

INFELICITÀ (FELICITÀ). "In alcuni casi l'infelicità sopraggiunge quando il desiderio è lanciato al di là delle nostre possibilità. E un desiderio incompatibile con la nostra realtà -se non risolto o arginato- può generare conflitto da senso di fallimento. Serve una buona  conoscenza di sé, in grado di regolare l'ampiezza dei desideri. Ansia, depressione, dipendenze, sono alimentate da un senso malato del desiderio. Ma occorre precisare che l'infelicità non è inevitabile. E che l'auto commiserazione,  il piangersi addosso (e addosso agli altri) non è un sistema molto valido per prenderci cura di noi stessi. L'infelicità non è un nemico, ma solo una scelta". (Mario Thompson Nati, Ricerche sulla Felicità: Kaufman a cena, 2014).

NON POTEVA AVVICINARSI A DIO. DIO SI È AVVICINATO A LUI

LA CROCE DI WOJTYLA HA SCHIACCIATO UN RAGAZZO DISABILE. Non poteva andare a Roma per celebrare la canonizzazione di papa Wojtyla, così Marco, un ragazzo disabile di 21 anni, ha deciso di visitare la croce di Wojtyla. Ma la croce, 6 quintali per 30 metri di altezza, gli è andata incontro. Il ragazzo ha affrontato con coraggio la morte in faccia offertagli da Dio. Ora lo aspetta la vita eterna. Eppure, chissà, Marco con la vita qui in terra ci avrebbe ancora giocato. Viveva in provincia di Bergamo -nei luoghi natii di papa Roncalli-, abitava in via Giovanni XXIII, è morto sotto la croce di papa Wojtyla. Un bel tris. Speriamo che lo ricordi papa Bergoglio nell'omelia, per un pur poco invidiabile poker papale. Qualcuno racconta che Marco aveva captato un rumore. Cristo alle volte ci parla pure così, con il suono del vento, o l'impercettibile scricchiolio di qualcosa che è dentro noi, l'equilibrio di un'anima che si spezza sol per liberarsi dal giogo del corpo e perdersi ne...

La percezione della vecchiaia e della morte.

"La crisi di mezza età è tosta perché negli ultimi decenni l'elastico dell'adolescenza si è prolungato sempre più. E quando arriva il punto di rottura, eccoci giù vecchi. Ed è un brutto risveglio e triste è la consolazione di aver raggiunto almeno un barlume di saggezza. E sti cazzi la saggezza! Eppure dovremmo trovare un nuovo senso alla vecchiaia incipiente, uscendo dal vittimismo del destino di morte guardato alla finestra. Anche gli antichi rosicavano eppure avevano un senso naturale di dignità legato alla morte. Oggi la morte sembra un dramma, con il vecchio relegato al margine della società. La vecchiaia è sofferenza in attesa della morte, questa è la verità. Sì certo, ma non solo. Questo è maggiormente vero quando si perde lo stupore, la curiosità, la voglia di conoscersi ancora a fondo". ("La percezione della vecchiaia e della morte", A. Battantier, 2007).