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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

LA LISTA

LA LISTA A mio padre, quando capì che stava morendo, gli prese uno strano ghiribizzo.  Lo andavo a trovare tutti i giorni in ospedale ed aveva iniziato a compilare una lista, che poi chiese a me di continuare quando prevalse la stanchezza della malattia.  Era la lista delle persone che non avrebbe voluto al suo funerale.  Un foglio di proscrizione, fitto fitto, con dentro 30, 35 persone, ancora lo conservo in qualche cassetto.  Sbalordita, pensai fosse una specie di gioco. Tuttavia, per lui questa lista era diventata un'ossessione.  Aveva messo nel mucchio addirittura alcuni amici del suo antico paese, amici con i quali -chissà- ci furono magari degli screzi ai tempi del pallone, a 15 anni quando giocava in eccellenza centrocampista, o per una ragazzina contesa. C'erano alcuni colleghi, due vicini di casa, la sua ex moglie (mamma), addirittura una mia sorellastra con la quale, tra l'altro, io ho anche sviluppato un bel rapporto.  Io gli dissi che non mi sarei mai occupata d

UN UOMO DELLE CONSEGNE (LA MIA STORIA)

UN UOMO DELLE CONSEGNE (LA MIA STORIA) Ho un furgone, e ci vivo, 12 ore al giorno.  All'inizio andavo sempre a 2000 e mi prendevano gli attacchi, non ce la fai, ti spremono, ti stanno sempre addosso con la tecnologia e con la psicologia, perché ti fanno capire che sanno tutto di te e dei tuoi spostamenti.  Sono un uomo delle consegne.  Un giorno ricordo solo tanto caldo improvviso addosso, la fretta di consegnare, bisognava andare, poi non ho visto più nulla, sono crollato.  Serve tempo per gestire il tempo, se vai con calma fai le cose meglio e paradossalmente, ci metti meno tempo.  Sennò ti bruci. La fretta è cattiva consigliera.  Epperò è brutto quando sei manovrato come un burattino da chi sta sopra e se ne frega della tua salute.  E se cadi ti passano sopra. Hai sempre il senso di: AVANTI UN ALTRO, e mai: TIENI LA MIA MANO.  Come una scatoletta sullo scaffale.  Hai un codice a barre, non mi chiamavano più neanche per nome ma WR794.  Viviamo in un mondo di merda.  Potremmo star

LE BOLLE DEI BAMBINI

Ricordo la limonata di zia Lisetta. Stavamo bene al sole perché c'erano gli alberi. Noi bimbi si facevano le bolle per lenir la noia. Si giocava alla guerra scoppiandole coi bastoncini, spade di ginestra, l'elmo era una pentola. Io me le ricordo le bolle, il vento lambiva i sogni sui prati secchi, aspettavamo i leoni  alla savana: Titì, Cetriolo e Mimì, erano i gatti, e le code frusciavano come boa. Ci svegliavano felici e, dopo colazione, iniziava l'avventura.  I nonni avevano da fare in campagna ed avevamo il tempo di esplorare il mondo. Il boschetto dietro casa, saremmo diventati grande solo attraversandolo.  C'era un ragno al limitar del bosco: Il Guardiano.  La ragnatela era la sua porta segreta.  Ci prendeva paura al crepuscolo, non eravamo ancora pronti per affrontare il bosco.  Si ascoltava nel vento il suono della ragnatela. Era il Guardiano, il fruscio della nostra infanzia.  Non ci sarà mai noia con la fantasia.  Io me le ricordo le bolle, ebbi la mano di Jan

DOMANDE (RISPOSTE)

Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore, cerca di amare le domande, simili a stanze chiuse a chiave, a libri scritti in una lingua straniera. Non cercare ora risposte che non possono esserti date, non saresti capace di convivere con esse. Vivere ogni cosa, vivere le domande ora. Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano giorno in cui avrai la risposta. (Rainer Maria Rilke)

UN PADRE, UNA FIGLIA E QUALCHE FOTO

Quanti tentativi  di salvare la memoria dallo scorrere del tempo. Ho tenuto decine di diari, scattato migliaia di foto; per salvare un mondo irrimediabilmente perduto e, quando guardi sfuggente una foto, lo sai che quel mondo è perduto. Ma ostinatamente intendi salvare la realtà dalla devastazione del tempo. Fotografavo tutto, qualcosa era accaduto e non doveva andare via. La fotografia non era per me una copia del reale piuttosto, una magia che ricreava il reale. Ogni volta che rivedevo le foto di mio padre io mi rassicuravo.  La foto mi parlava:  Vedi? tuo padre c’è, è esistito veramente. Anche se io avevo 5 anni quando se ne andò per sempre. Conservo in una scatolina 45 foto di papà, 7 sono quelle con me. Mi hanno aiutata ad attraversare lo specchio del passato per ritornare cresciuta, con lui dentro di me ad accompagnarmi.  (Memorie di un amore, A. Battantier, 2007, Simona, 34 anni, MIP LAB 6.3) "C'è consapevolezza di un mondo perduto nel riguardare vecchie foto, ma perdut

AMOR PROPRIO

Un giorno mi sono adottata ed ho preso ad amarmi. Per questo oggi continuo a sorridere, nonostante tutto. Il segreto di una vita felice è amarsi, essere chi desideri senza limiti. Amarsi è fondamentale per superare anche gli ostacoli più difficili. (Memorie di un Amore, A. Battantier, 2022, Maya Calcani, 36 anni)

LA VITA È TROPPO BELLA PER FERMARSI SOLO A UN CERTO PUNTO

Quest'anno arriva la mia estate, l'anno scorso, di questi tempi, avevo l'inverno dentro. Sono finiti gli esami, il papà e la mamma si sono lasciati ma non litigano più. Ormai sono esplosi e quando uno esplode poi non scoppia più.  In classe ho conosciuto Mirko e, per fortuna, l'anno prossimo andremo a scuola insieme, in motorino, dice lui, ed io lo devo abbracciare stretto come la prima volta che ci siamo baciati, cioè ieri.  Non mi sento bella, ma se Mirko si è messo con me forse è perché gli piaccio almeno un po'.  A scuola ci siamo salutati tutti, molti magari non lo rivedrò più ma Mirko sì, Tatiana pure, e Valentina, Manuela, Valentina e quel cretino di Alessio.  Ci sembrava di non finire mai e invece eccoci qua, già pronti con la cartella del primo liceo e l'astuccio, io non voglio dimenticare nessuno delle medie, però la vita, pure se è un'incognita, è troppo bella per fermarsi solo a un certo punto.  Altrimenti mi potevo fermare alle elementari e non

Il CIELO IN UNA STANZA (GIOVENTÙ BRUCIATA)

Eravamo pischelli, più belli e giovani d'adesso, forse 15, massimo 16 anni.  I genitori suoi erano partiti al mare, e allora noi ci rintanammo dentro casa, c'avevamo gli spaghetti, qualche chilata di frutta per lei, dei gelati, birrette (tante), e qualche cannetta.  La chitarra del padre e, in sottofondo, i canarini in gabbia.  Ahhh!!! E chi stava meglio de noi? Alla sera eravamo mezzi brillocci, sarà stata er ramarro de canna de Tufo (l'amico mio), insomma a na certa mettiamo un cd della madre, con le canzoni vecchie dei tempi loro.  Ce parte in loop tipo pé du ore:  'IL CIELO IN UNA STANZA'.  Ma sto loop me parte pure nel cervello, perché io dopo un po' inizio pe davvero a vedere come un cielo dentro la stanza.  Infatti lo dicevo a lei:  "Amò guarda che bello, la canzone ha fatto scenne il cielo pe davero!!'.  Lei che era fatta più di me rispondeva:  "Ma davero!??".  "Amò guarda le nuvolette quanto sò belle, c'è mancano solo l'u

TEMA: IMMAGINA IL TUO FUTURO (Siamo super errori)

Me lo immagino interessante, pieno di cose da fare, e che qualcosa rimanga di bello da ricordare quando sarò vecchia. Me lo immagino circondato di amore, ed io che do amore perché questo è quello che conta. Dei soldi me ne frega poco.  I miei sono poveri, mio fratello ha la fissa dei soldi. Io mi immagino con l'essenziale e l'essenziale non sarà un iPhone 💯 o qualche macchina volante.  Andrò a piedi, se ci sarà ancora la terra sotto i piedi. Forse la terra ci sarà, saremo noi che invece chissà. Questa ossessione per l'era moderna ci sta portando al passato più buio, forse abbiamo bisogno di qualche era glaciale o desertica, insomma è che in giro vedo troppi Superman, Batman, Wonder Woman, legioni di super eroi e pochi esseri umani degni di questo nome. Nel futuro mi immagino di non essere più triste e preoccupata come oggi, vorrei che ci fosse rispetto per ogni essere vivente, l'uomo non è umano se non rispetta ogni essere vivente.  La terra è il più grande essere vi

IL FISCHIO

Jufur disse: -Che sarà mai un fischio innocente per una minigonna! Che ti credi, anche un maschio ha empatia, si mette nei vostri panni...perché lo sa che voi donne -sotto sotto- ci tenete ai complimenti! Mi salì il veleno:   -Eh? Dovrei provare empatia per uno sconosciuto che mi dice che ho delle belle tette per strada? Insomma mandai a fare in culo Jufur e, mentre me ne tornavo a casa, iniziai a riflettere.  E, più riflettevo, più veleno mi saliva, avvolgendo la mia mente che, inutilmente aveva provato a rasserenarsi con un'oretta di yoga andata a farsi fottersi dopo la discussione con Jufur. Pensavo che, per un certo tipo di uomo, non sono loro ad essere schifosi, ma noi ad  essere anaffettive.  Ma guarda te i paradossi del patriarcato di merda.  Ti fischiano al culo e siamo noi donne le maleducate a non rispondere cortesemente ai maschi sussurranti dolci parole d'amore. (Thomas Bergen, Julia Lia, Andrea Battantier, Just the way she was, 2020) Illustrazione: “American Girl i

QUEI BIGLIETTI DI PAPÀ

Mettendo a posto tra le cose sue ho trovato un foglietto. Mio padre, a causa di una vita molto turbolenta ma, ancor prima, a causa di due genitori pessimi che lo resero duro ed apparentemente insensibile, era un tipo difficile.  Si arrabbiava per un nonnulla, gridava come un pazzo, talvolta usava violenza fisica (non contro di noi) ma arrivava a distruggere porte e sedie, tavoli, piatti, come uno scalmanato senza più controllo.  Epperò, negli ultimi 5 anni, quando già aveva fatto irruzione una malattia brutta e cattiva, notai un suo piccolo cambiamento.  Inizialmente pensavo fosse legato alla malattia.  E forse lo era, la malattia aveva permesso una riflessione sul senso della vita, come se avesse voluto almeno provarci a cambiare personalità.  Aveva iniziato a frequentare, grazie ad un amico, quella che lui chiamava, scherzando, una setta; in realtà si incontravano una volta ogni mese al parco della Caffarella per parlare di filosofia spicciola e controllo delle emozioni.  Mio padre a

LA RABBIA (E IL NOSTRO POTERE)

"Io sono per fare uscire le bombe di rabbia, non per tenerle dentro.  Tanto prima o poi esplodono e se esplodono dentro fanno molto più male".  (Thomas Bergen, Just the way she was) *** "La rabbia non è un qualcosa di esterno. Se vivo nel mondo e il mondo vive in me, anche la rabbia vive in me, fino a quando io glielo permetto. Io la rabbia adesso cerco di tenerla lontana, non serve a niente e fa male solo a me. Io sono ancora giovane e lo so, dipende dalle età e dal livello di esperienza. Occorre attraversare anche questa fase a mio avviso per arrivare a quella cosa che chiamano maturità. L'importante è cercare risposte alle situazioni. Io ho iniziato a pensarmi e a sentirmi come volevo io. E laddove non c'è risposta essa stessa è una risposta. Così ad esempio ho capito che la qualità della mia vita faceva schifo perché permettevo agli altri di vivere al mio posto, assegnando loro un potere che, invece, spettava solo a me detenere. Questa è l'origine di ogni