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Visualizzazione dei post con l'etichetta adolescenti

QUANDO FAI YOGA A 15 ANNI BESTEMMI DI PIÙ

QUANDO FAI YOGA A 15 ANNI (BESTEMMI DI PIÙ) Non so perché ma se fai yoga a 15 anni bestemmi di più.  I miei vogliono parlare con me,  cercano sto famoso dialogo. Preferisco alle volte starmene in silenzio: e pure questo è dialogo e  volersi bene.  Non sono più bambino ma nemmanco ancora grande.  Chi sono io? Uno che cresce, e per la prima volta sente che deve fare da solo ma ancora non sa che fare. Ma vuole fare. Ma pure non fare, alle volte voglio scomparire e svegliarmi tra qualche decina di anni pronto per capire.  A casa non ci sono i soldi, papà è preoccupato ed io prima volevo fare ingegneria ma oggi come oggi non lo so se mi conviene.  Dovrei aiutare in famiglia, che periodo di merda.  Mamma mi sembra che non capisce niente, tipo quando m'ha portato a yoga in mezzo alle sue amiche.  E io ho pensato OMMERDA, volevo sparì.  Poi però quando vedo Mattia trattare così male sua madre, la sera mi viene di stringere forte mia madre che so...

IL BAMBINO CAPRICCIOSO

TEMA: RACCONTATE UNA FIABA DI QUANDO ERAVATE BAMBINI. "Il bambino capriccioso è la fiaba dei fratelli Grimm che ho odiato di più da piccolo. Mia nonna me la raccontava per farmi essere più buono. C'era una volta un bambino capriccioso che non faceva mai quello che chiedeva la mamma ed il papà, insomma, faceva quello che gli pareva. Per questo il buon Dio (che forse non era così buono) si arrabbiò e lo fece ammalare, nessun medico riuscì a salvarlo e alla fine schiattò, ma schiattò che morì proprio mica per scherzo. E già a questo punto io piangevo e mi mettevo paura, pensando a cosa avessi fatto di male per meritarmi questa fiaba. Ma mia nonna mica si fermava, no, continuava a raccontarmi -perfida- la storia. Quando questo povero bimbo venne messo nella fossa e ricoperto, all'improvviso da sotto terra spuntò fuori il suo braccino che salutava verso l'alto. La mamma, lo ricacciava sotto con i piedi, e il papà tornò a ricoprir di terra. Ma ogni volta il braccino tornava ...

GELOSIA TRA FRATELLI

LA GELOSIA TRA FRATELLI. "Siamo sempre stati due fratelli gelosi, abbiamo 2 anni di differenza, e cercavamo davvero il pelo nell'uovo. A proposito di uovo, litigammo di brutto a Pasqua di qualche anno fa. Al momento di aprire l'uovo mio fratello se la prese con i nonni: "Eh ma Alfredo ha l'uovo più grande!". Mio padre gli fece vedere che il peso era lo stesso, ma io, che ero il più piccolo, ma non  meno stolto, replicai: "Io non lo volevo l'uovo giallo, il mio colore preferito è il rosso!". Mio padre ci tolse l'uovo e lo mangiammo mezzo sciolto il 2 giugno, alla festa della repubblica. Ma l'avvenimento che ci fece riflettere fu quando ricoverarono mamma per un'infezione. Non poteva camminare e le diedero una carrozzella. In corridoio, mio fratello ed io iniziammo a scorticarci su chi dovesse spingerla. La concitazione fu tanta, iniziammo a spintonarci, assurdamente aggrappati alla carrozzella. Mamma aveva solo la forza per sussurrare...

PRESTO PRESTO CHE È TARDI!!!

"Il bianconiglio se ne va sempre di fretta.  Fino a 12 anni ero così. Ora, che ho 15 anni, sto imparando ad amare pure un po' il cazzeggio. Va bene che: 'Chi si ferma è perduto', però conosco un sacco di persone -tipo mio padre- che non si fermano mai, sempre a farsi prendere un infarto dalla mattina alla sera. E poi scusa, ma un coniglio pure che fa tardi che je cambia? Posso capire se scappa da qualcuno, che se lo prende lo mette nel forno! Ma il bianconiglio corre per una tazza di tè. E allora io dico: Vacce, vacce a fà merenda, ma senza fretta. Vedrai, qualche biscotto te lo lascia er cappellaio matto. E sinnò te li ricompro io sti biscotti, ma mò rilàssite Bianconì". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, contributo di Murozzo93). 

PSICOFARMACI

PSCOFARMACI. "Un sacco di bambini e ragazzini prendono psicofarmaci, Pare che stiamo tutti male. Si prendono pillolette per non soffrire più, o per soffrire meno. Si ha paura di soffrire. Appena uno soffre gli danno subito droga. Per far finta che vada tutto bene. In società bisogna tutti ridere, e stare allegri, altrimenti c'è qualcosa che non va. Ma è nella società che c'è qualcosa che non va. Pretende che tutti si rida alla merda intorno a noi. Ma io, al massimo posso tapparmi il naso, ma ridere proprio no". (A. Battantier, Memorie di un adolescente, Jason, 2014).

PROVE D'INGRESSO: ADOLESCENZE

PROVE D'INGRESSO: ADOLESCENZE. "Era il tempo di sviluppare. Nuove epoche irrompevano le righe, formando già le prime rughe. Ero un ragazzo, poco male. Le prove d'ingresso. Cosa volevi farmi capire? L'essenzialità. I compromessi devono esserci da entrambi, altrimenti restan sulla gola i tuoi. L'essenzialità, ci passai attraversando il dramma, poi la farsa e, mentre mi attaccavo a tutto, faceva capolino dalla siepe l'infinito nulla. Il nulla è prezioso: abbassa il livello di stupidità. Poiché lo stupido ha il nulla dentro, senza possederlo". (A. Battantier, 2016).

PER UNO SCAMBIO DI CHIMICA

PER UNO SCAMBIO DI CHIMICA. "Vado al corso per uno scambio di chimica. Siamo noi i protagonisti, animali in festa di sabato pomeriggio. Ho dato un po' di chimica a Maria, che non ne vuole sapere di ricambiare baci. E così lei si tiene a distanza e non possiamo parlare e confortarci. Lei scappa e la soddisfazione più grande è che fugge la mia presenza ed io vivo la sua assenza come una presenza costante. Vado al corso per uno scambio di chimica. E’ come i cani che scambiano odori e senza annusare non ci possono stare. Vado al corso per uno scambio di chimica, e intanto Maria se la bacia Tobia. E meno male che era frocio Tobia!". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2008).

CRITICHE SÌ, VA BENE, MA SIANO COSTRUTTIVE

CRITICHE SÌ, VA BENE, MA SIANO COSTRUTTIVE. "Caro papà, perché mi critichi sempre? Perché trovi sempre quello che non va? Perché getti l'acido sull'orto mio? Perché non mi aiuti a riposizionare le piantine e a mettere dell'acqua senza quella supponenza? La realtà è sfaccettata, i piccoli miglioramenti vanno valorizzati. La critica mi piace, io lo so che ci fa bene. Ma da sola non mi basta più, non mi è utile. Cerco maestri, sudori, fatica, ma ti prego papà, CREDI ALMENO UNA VOLTA IN ME. Ce la farò. Aiutami, ti voglio bene, Francesco". (Memorie di un adolescente, Andrea Battantier, 2012, FZ, 16 anni).

LA MIA CORSA PIÙ LUNGA

"Anche io, come nel film che abbiamo visto (400 colpi), ho corso come un pazzerello fino al mare. Era di sera, e mio padre guardava la tv. Io mi ero dato appuntamento con la mia prima vera fidanzatina (avevo 11 anni) ma lei al parco non s'era fatta trovare. Non rispondeva ai messaggini, e sotto casa sua c'era una festa, tante persone anche grandi. Lei stava seduta su una specie di dondolo parlando con un cretino che ci stava di sicuro provando. Io l'ho aspettata, l'ho chiamata, lei mi ha detto: "vai vai ci sentiamo domani ora non posso!" e poi se ne è andata verso la sua piscina. E allora mi ha preso una specie di rabbia e di disperazione. E ho iniziato a correre senza sapere cosa fare e dove andare. Le stelle stavano in cielo, ma erano troppo lontane, così andai al mare. Una fuga da tutto, piangevo ma un po' iniziai a ridere, un pochetto mica tanto. Ho toccato l'acqua con tutte le scarpe ed i vestiti e mi sono messo a ballare, come il ragazzi...

LETTERA DI UN PADRE A UN FIGLIO

LETTERA DI UN PADRE A UN FIGLIO. "Caro Carlino. E mica ci posso azzeccà sempre. Un genitore non è perfetto. I genitori non nascono con un manuale di educazione familiare in tasca, anche perché prima erano figli. Io mi interrogo ogni giorno, non è facile amare e insieme far rispettare le regole. Se mi vuoi bene, figlio mio, prenditi ogni tanto qualche NO. E soprattutto fidati un pochetto ancora di me, che io mi son pentito dopo, quando era troppo tardi. Noi siamo ancora in tempo per parlarci ed ascoltarci. I passaggi di vita riguardano tutti, e sono le crisi che ci spingono a crescere. Si cambia un po' ogni giorno, ci vuole pazienza e speranza nella comunicazione tra gli esseri umani. Nun voi comunicà col mondo intero? Ma almeno parla con me, la birretta è sempre valida, ma ricorda: non fare sempre come ti pare che prima o poi sennò fai il botto. La vita è fatta di SÌ e di NO, mettiamola così, sono stato il tuo primo allenatore, ma quello che t'ha voluto più bene. Ti voglio...

LA MAPPA DELLA MENTE: COME USCII DA QUELLE QUATTRO MURA

LA MAPPA DELLA MENTE: COME USCII DA QUELLE QUATTRO MURA. "Se non riesci a trovare la strada, trovatela da te. Non c'è? Fattela, ma con criterio. Mi dicevano non c'è, resta qui tra noi. Ma io dentro a quelle mura stavo impazzendo. Io una porta me l'ero pure creata, con tutto il mio candore l'avevo disegnata su di un muro. Non si apriva, e ci sbattevo. Continuavo a farmi del male, perché la fantasia da sola non basta per crearsi nuovi varchi. Allora individuai un pertugio, e piano piano lo aprii. Era il tombino della mente. C'era tanta robaccia, merda e pregiudizi, educazione, perbenismo e topi conformisti, e tante idee degli altri. Non erano le mie. Quel buco lo attraversai, mi sporcai e scivolai, e mi stancai, ed ebbi paura del buio e dei mostri intorno a me. Ma poi tornai alla luce. Grazie a quel pertugio trovai la libertà: terrore, disordine, rumore, ma pure tanto amore". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, come uscii da quelle quattro mura)...

UN SAN VALENTINO SPECIALE

Non stavo nella pelle ormai da un mese buono. Sapete com'è, 15 anni, quanto si è scemi a quell'età. La mattina sono andato in pasticceria, ho guardato in vetrina, c'erano le confezioni a cuore, quelle coi peluche, ci stavano i gusti fondente, bianco e al latte. E poi piccoli, medi e grandi. E pure la confezione con la rosa. Io ho fatto le cose in grande, la scatola più grossa che c'era. Ed il peluche gigante ripieno di 72 baci l'ho preso a parte. Lo faccio confezionare, senza badare a spese, torno a casa tutto contento, mi siedo sul divano e inizio a guardare l'orologio: Erano le 10 del mattino, l'appuntamento con lei era alle h 18:30, per l'aperitivo al Graziani. Reggo fino alle 14, ma dopo pranzo l'ansia sale. Troppo agitato, accendo la tele, ed uno sguardo malvagio mi cade sul peluche. Penso, in fondo ho uno scatolone pieno e il peluche. Se manca un cioccolatino, non se ne accorgerà mai. E così, poco a volta, cedo al desiderio, che si tr...

E la notte sogno l'America

"Una canzone che ti riporta indietro. E ti mangiano i ricordi, peggio che le zanzare. Oggi pensavo alle cose che cambiano. E si ribalta la vita. E' pazzesco. Non ci si crede eppure, bisogna trovare un modo per andare avanti. Non lo so dove troverò lo stimolo. Ma così deve essere se voglio vivere, tornare a vivere. Però, lo posso dire? Oggi sto veramente di merda. Mi salvo se penso che la vita non è ancora da buttare. Se dentro c'hai una fiammella di vita, puoi superare pure una giornata di merda. E la notte sogno l'America e me la rido da solo". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007/2012, frammenti DJ Wub, MIN, e Daniele DP detto DDT).

LE SCOPERTE DI CARNEVALE

LE SCOPERTE DI CARNEVALE. "Ho scoperto chi è mio padre, grazie alla prof di italiano. Stavamo studiando le maschere antiche di carnevale, ad un certo punto mi sono preso un colpo: azz, mio padre è uguale spiccicato a Balanzone. Sia di faccia (rosso, coi baffetti), sia di corpo (cicciottone anche se fa finta di di fare due flessioni in bagno due volte al mese), ma sopratutto di carattere. Come Balanzone, anche mio padre è grande di età, fa sempre il serio capiscione sapientone (poi dice a me che sono Sapientino). Anzi, la sapete una cosa? Mio padre è proprio che un presuntuoso, parla difficile per impressionarci a me e a mio fratello. Parla, parla, ma alla fine che dice? Scompare giorni interi, e poi, ogni tanto, magari a tavola, ci dice quanto era bravo e fico lui alla nostra età, e vuole che facciamo esattamente spiccicato quello che ha in mente lui. Cioè rompe le palle pure su come si incolla un pupazzo rotto o su che tipo di jeans comprare. Quello che ci fa arrabbiare è che lui...

SUICIDIO, MAL DI VIVERE E SOLUZIONI ALTERNATIVE

SUICIDIO, MAL DI VIVERE E SOLUZIONI ALTERNATIVE. "Alle volte ci si ammazza per sentirsi vivi. Perché quando da vivo ti senti morto, provi a morire per scoprire la vita. Eppure, manca un passaggio logico. Provare a viver prima da vivi. Molti non ci provano nemmeno un po', ed allora il suicidio diventa l'alibi perfetto, la scorciatoia per i senza fatica da mal vivere. Per ammazzarsi ci vuole coraggio. Ma per vivere seguendo la propria strada non basta solo il coraggio, serve anche il sudore, la fatica, la pazienza, l'umiltà, l'ostinazione di portare avanti la propria via nella passione". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, Jean V.).

ALLE VOLTE MI ANNOIO

"Alle volte mi annoio e mi perdo in una bolla di emozioni fatte per andare via". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, Angiolettino).

LA FORZA DELLA MENTE SPIEGATA DA UN RAGAZZINO

LA FORZA DELLA MENTE SPIEGATA DA UN RAGAZZINO. "A volte non vi capita d'incontrarvi da qualche parte nella mente, come in club di persone care sparse al mondo e riunite da una specie di magia? La mente è oscura eppure la possiamo percorrere aiutandoci con la luce degli altri. Che ognuno illumini le menti vicine e le menti saranno meno buie". (A. Battantier, Memorie di un adolescente, 2007).

Sono una ragazza impertinente

"Sono una ragazza impertinente, e allora? Che posso farci se io sono libera? Libera, libera, una sensazione magnifica, sto cercando di svincolarmi dalle costrizioni che soffocavano il mio mondo e, datemi tempo, posso ancora migliorare. Troverò il mio posto, un posto dove la tristezza non vada mascherata, e dove il giudizio non sia pregiudizio. Chi sta fermo non cammina, e non mi potete educare sapete? Io voglio scoprire se è vero che si impara a volare correndo con i piedi scalzi nell'erba". ("15 Storie d'amore e la fiaba di Hélène", Andrea Battantier, 2003. Quadro  di Maria Luisa Saliu).

ALLE TRIVELLE DEL MARE PREFERIAMO I SECCHIELLI

ALLE TRIVELLE DENTRO IL MARE PREFERIAMO  SECCHIELLI, PATTINI E L'ENERGIA DELLA TERRA. "In classe con Millo Peg l'ambientalista avemo scoperto che esiste ancora gente che vole sfruttà pure l'ultima goccia de petrolio in mare. 'Le-trivellazioni-in-mare': Ma non sentite quanto sòna ridicola stà frase? Ma che ve dovete trivellà? Trivellateve er cervello!!! Nun ve basta mai de stuprà sta pòra terra? Ma nun ce pensate a li bambini che dentro a li castelli de sabbia nun ce vojono er catrame? V'attaccate a quattro gocce d'oro nero, ma nun ce pensate al turismo? All'inquinamento, a li pesci che boccheggieno esauriti d'ossigeno? Ma quanto potete esse stronzi e attaccati a li sòrdi!??  E poi, fateme capì, tutto sto casino pé du mesi de petrolio!!! Voi c'avete er core d'ammazzà er mare pé du gocce de petrolio!!!? A noi giovani ce fate schifo, quesso armeno lo dovete sapé. Noi volemo lottà, pé dà un giorno, ai nostr...

GIOCO D'AZZARDO, IL BANCO VINCE SEMPRE E IL BANCO SI CHIAMA STATO. MA ALLE VOLTE SERVE IL CORAGGIO DI ABBANDONARE LA CERTEZZA DI ESSERE STRONZI

GIOCO D'AZZARDO, IL BANCO VINCE SEMPRE E IL BANCO SI CHIAMA STATO. MA ALLE VOLTE SERVE IL CORAGGIO DI ABBANDONARE LA CERTEZZA DI ESSERE STRONZI . "Mio padre ha giocato sempre d'azzardo, specie con le macchinette. Ma io l'ho capito solo dopo. Quando avevo 7 anni mi diceva che lui di lavoro riparava le macchinette e doveva provarle. Io gli dicevo: 'E allora perché ci metti i soldi?'. Ma lui rispondva che glieli ridavano con lo stipendio a fine mese. Ma intanto io giravo con lo zainetto bucato di mio fratello e con le scarpe estive pure d'inverno. Quando proprio mamma lavorava lui era costretto a portarmi alle bische. Per un periodo mi fatto giocare alle slot, tenendomi in braccio o in piedi su una sedia. Un po' perché diceva che gli portavo fortuna. Un po' perché, secondo lui, mi facevo le abilità, come gioco per il cervello. Ma poi mi ha lasciato a casa: diceva che gli portavo sfiga e che con me non riusciva a riparare bene le macchinette. Poi lo han...