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Visualizzazione dei post con l'etichetta Memorie di una dipendenza

TRENO REGIONALE PER NESSUN LUOGO

Un treno regionale che annusa di sudore e sigarette spente. Un uomo di 50 anni, barba da eremita, occhi gonfi di vino e rimpianti. Di fronte, una ragazza di 17 anni, capelli blu e auricolari appesi al collo come un’ammissione di resa.  Lui bofonchia, rallentato e strascicato, un discorso di fine mondo:  «La vita è come un cesso otturato. Giri la leva, ma invece di scivolare giù, tutto risale. Io affondo e l’unica spinta che sento è quella di andarmene per sempre.»  La ragazza va al dunque: «Papà, hai vomitato sul mio zaino.»  «Ecco, vedi? La società ci impone di contenere i fluidi. Ma il vomito è l’ultimo atto di libertà. Un manifesto anarco-esistenziale. Che male di testa!»  Poi l’uomo, barcollando come un pendolo, si  sposta all’altro vagone: «Mi uccido. No, aspetta, no. Lo faccio per la nonna. E per te. No, per il cane che non abbiamo mai avuto. La vita è un puzzle, ma io ho perso i pezzi…quando…quando è arrivato l’euro.»  La figlia lo rag...

I FIGLI FORSE, MA IL CELLULARE IN MACCHINA NON LO SCORDO MAI

"I FIGLI FORSE, MA IL CELLULARE IN MACCHINA NON LO SCORDO MAI. "Scordo alle volte i figli in macchina. Eppure il cellulare in macchina non lo scordo mai. Pertanto ho avuto un'idea: Prima di partire gli affibbio Il mio cellulare e quando parcheggio lo cerco e mi dico: “Toh eccolo qui, ce l'ha mio...figlio. Mio figlio? Ah è vero, ho un figlio". Facciamo una vita infelice, schiavi di un malessere, ci siamo fatti ingannare dalla società. Il prezzo da pagare è il vivere meccanico della coscienza. Vorrei spezzare questo ritmo inflessibile contro natura che sempre più assomiglia ad una marcia della disperazione verso il nulla. Lavoro per pagar debiti. Dovremmo tutti svegliarci da questo sonno assente. Ma siamo una moltitudine di individualisti. Ecco perché ci fregano con due perline colorate e 4 cazzate hi tech". (Memorie di una dipendenza, Memorie di un amore, A. Battantier, 2011. Freddie Apple).

BAMBINI E LA TECNOLOGIA. TORNIAMO A RACCONTARCI LE FAVOLE?

I BAMBINI E LA TECNOLOGIA. TORNIAMO A RACCONTARCI LE FAVOLE? "Ho portato avanti una battaglia da solo. Mia moglie, gli amici di famiglia, i nonni, e tanti, tanti, altri genitori. Smartphone e tablet, una lotta impari in questa società devastata dalle scorciatoie più semplici, infingarde e pericolose. So che questi strumenti possono essere d’aiuto nel processo educativo ma servono regole, altrimenti è solo tossicità. Vedermi portare via l'anima di mio figlio da un cellulare, nelle poche ore che avevamo per stare insieme, era devastante. Mia moglie ed io ci siamo separati presto. Ricordo che mio figlio Tommy, veniva ipnotizzato dai video YouTube quando non aveva neppure 1 anno. Io mi opponevo ma, lavorando tutto il giorno, mi ritrovavo a sera con 2 automi: mio figlio con i video dello zecchino d'oro, mia moglie alla TV. Mi diceva: “poverino, è per farlo mangiare....per farlo distrarre...così impara le parole...”. Era contenta, io sembravo u...

MI ERO FATTO UN FERRARINO

MI ERO FATTO UN FERRARINO. “Mi ero fatto un ferrarino, a rate. I soldi, bè,  un po’ li avevo trovati un po’ tanto sti cazzi. Ero felice, sfrecciavo come una saetta. Sfrecciavo un par di palle. Nel traffico l'ho mezzo fuso, e per pagarlo l’ho venduto. E continuavo a pagarlo pure quando l’ho venduto. Di nuovo nella massa io mi sono spento d'improvviso. Non serve mica bere e droghe varie. Io ve lo dico, ma tanto dovete arrivarci da soli. Il consumismo consuma l’anima, e pure questa cosa dovete arrivarci quando vi ritrovate l'animella vostra attaccata all'osso. Un dottorino un giorno m'ha preso da una parte e m'ha fatto credere all'arcobaleno. Erano goccette di felicità, duravano lo spazio de pijanne ancora 30 dopo un po’. Che vita de merda aoo. La felicità dentro a un bicchiere, con ste gocce che tintillano il cervello. Te senti gli uccellini, ma poi aritornano li mostri ch'io non ho voluto vede mai. La felicità non la ragg...

IL BANCO VINCE SEMPRE

GIOCO D'AZZARDO, IL BANCO VINCE SEMPRE E IL BANCO SI CHIAMA STATO. MA ALLE VOLTE SERVE IL CORAGGIO DI ABBANDONARE LA CERTEZZA DI ESSERE STRONZI. "Avevo 7 anni, mio padre mi diceva che lui di lavoro riparava le macchinette e doveva provarle. Io gli dicevo: 'E allora perché ci metti i soldi?'. Ma lui rispondva che glieli ridavano con lo stipendio a fine mese. Ma intanto io giravo con lo zainetto bucato di mio fratello e con le scarpe estive pure d'inverno. Quando mamma lavorava lui era costretto a portarmi con sé. Per un periodo mi fatto giocare alle slot, tenendomi in braccio o in piedi su una sedia. Un po' perché diceva che gli portavo fortuna. Un po' perché, secondo lui, mi facevo le abilità, come gioco per il cervello. Ma poi mi ha lasciato a casa: diceva che gli portavo sfiga e che con me non riusciva a riparare bene le macchinette. Poi lo hanno allontanato di casa per qualche anno e ora sta meglio anche se sta mezzo rintronato da certi farmaci ch...

MEMORIE DI UNA DIPENDENZA

MEMORIE DI UNA DIPENDENZA. "E' una storia che ti toglie la libertà. Il segreto per uscirne è uscire dal segreto che altrimenti resta una condanna, una malattia che non si guarisce brancolando cadaverici per posti misteriosi. E la tragedia è solo rinviata. In attesa di soddisfare quel bisogno d'amore mai riempito".  (Memorie di una dipendenza, 2007, A. Battantier, frammento di AV 12v). 

E COLMIAMOLI STI CAZZO DI VUOTI

E COLMIAMOLI STI CAZZO DI VUOTI. "Mi aggrappai a chi amore dispensava e dirompente mi riempì di cartilagine e nefandezze, scambiate per dolciumi. Illusione, dipendere da chicchessia eletto a regola di vita, ultima e sublime scimitarra del mio filo logico.  Il buio lacerava il silenzio e  quella notte mi svegliai trovandomi abbracciato ad un cuscino. Ero lì, a scaldarmi coi pensieri. Ponti sul vuoto, passaggi verso nuovi desideri di vita".  (A. Battantier, 1994).

SU, GIÙ, LE FASI DELLA VITA QUI E OLTRE IL KARMA: FINCHÉ NON CAPISCI L'ERRORE LA VITA TE LO RIPROPONE IN VARIE SALSE DI MERDA

Alle volte va bene, alle volte una melma che poi scopri era merda.  Le stagioni della vita possono alternarsi in un giorno solo.  Che bello quando ti va tutto bene.  Io ho avuto quei periodi di serenità, amici, la ragazza, la scuola, alla grande in famiglia.  Poi si fece scuro: i miei separati, la malattia e la morte di nonna, Alfredo con Gaia Lucilla, la bocciatura.  Sembrò andare tutto storto per 3 anni. Poi cambiai scuola, città, ed infine a 20 anni paese.  Lentamente tornò il sereno.  Ma le cose non cambiano senza fare niente. Avevo dato troppo ad Alfredo.  Capii che la malattia e la morte fanno parte della vita, che le scorciatoie di droghe e compagnie sbagliate non portavano alla strada desiderata.  Ho capito che le situazioni assurde e imbarazzanti, quelle nefaste, servono a qualcosa.  Finché non capisci l'errore, la vita te lo ripropone in varie salse di merda.  Per iniziare qualcosa di nuovo risulta utile portare a termine...

LA GIRAFFA IN METRO

In metro ho chiesto al vicino, che poteva essere mio padre:   'Che ci una giraffa in carrozza?'. Lui giocherellava con il tablet, mi ha guardata un secondo, e si è rimesso a giocare come nulla fosse. Come avrebbe fatto mio padre. Nessuno sembrava accorgersi della giraffa.  Ho  scritto a Mike, l'amico mio nerd,   mi risponde:  'Non so niente, ora preparo cannetta numero 5. Cmq amoruccio, le giraffe non possono entrare in metro, sbattono la testa...a meno che...Nadia ma che è una giraffa nana come te ah ah?'.  Niente affatto, non è nana, è alta, ma sembra a suo agio.  Chissà, devo smetterla di farmi assegnare le linee guida del mondo da queste droghette. Sono sempre stata tranquilla e ubbidiente, per andare fuori di testa ho dovuto aiutarmi.  Da noi bisogna sempre frenarsi, controllarsi,  trattenersi  in un angolino assegnato da questa ipocrisia del mondo. Mi sono andata a sedere accanto alla giraffa. Sono stanca di questa situaz...

LA DIPENDENZA

DIPENDERE DALLA LIBERTÀ.  Dipendo da te, essenza che mi umilia e ammalia sull'onda di promesse false di emozioni.  Dipendo da te, dolcemente e amaramente mi risveglio, e addosso sento il peso di una gabbia che mi fa sballare fuori e non mi fa ballare dentro.  Non ascoltai il vecchio quando disse: "Il problema non sono le droghe, è la dipendenza". Ah ah ah!! Ed io ridevo, forte della mia vanità.  Dipendo da te, fin quando in faccia non avrò la libertà.  Non c'è cosa più bella che dipendere dalla libertà.  Amico non dimenticare come e quando si cade.  E la libertà, non è quel cazzo che ti va.  (Memorie di una dipendenza, Andrea Battantier, 2011).

LA MIA CORSA PIÙ LUNGA

"Anche io, come nel film che abbiamo visto (400 colpi), ho corso come un pazzerello fino al mare. Era di sera, e mio padre guardava la tv. Io mi ero dato appuntamento con la mia prima vera fidanzatina (avevo 11 anni) ma lei al parco non s'era fatta trovare. Non rispondeva ai messaggini, e sotto casa sua c'era una festa, tante persone anche grandi. Lei stava seduta su una specie di dondolo parlando con un cretino che ci stava di sicuro provando. Io l'ho aspettata, l'ho chiamata, lei mi ha detto: "vai vai ci sentiamo domani ora non posso!" e poi se ne è andata verso la sua piscina. E allora mi ha preso una specie di rabbia e di disperazione. E ho iniziato a correre senza sapere cosa fare e dove andare. Le stelle stavano in cielo, ma erano troppo lontane, così andai al mare. Una fuga da tutto, piangevo ma un po' iniziai a ridere, un pochetto mica tanto. Ho toccato l'acqua con tutte le scarpe ed i vestiti e mi sono messo a ballare, come il ragazzi...

GIOCO D'AZZARDO, IL BANCO VINCE SEMPRE E IL BANCO SI CHIAMA STATO. MA ALLE VOLTE SERVE IL CORAGGIO DI ABBANDONARE LA CERTEZZA DI ESSERE STRONZI

GIOCO D'AZZARDO, IL BANCO VINCE SEMPRE E IL BANCO SI CHIAMA STATO. MA ALLE VOLTE SERVE IL CORAGGIO DI ABBANDONARE LA CERTEZZA DI ESSERE STRONZI . "Mio padre ha giocato sempre d'azzardo, specie con le macchinette. Ma io l'ho capito solo dopo. Quando avevo 7 anni mi diceva che lui di lavoro riparava le macchinette e doveva provarle. Io gli dicevo: 'E allora perché ci metti i soldi?'. Ma lui rispondva che glieli ridavano con lo stipendio a fine mese. Ma intanto io giravo con lo zainetto bucato di mio fratello e con le scarpe estive pure d'inverno. Quando proprio mamma lavorava lui era costretto a portarmi alle bische. Per un periodo mi fatto giocare alle slot, tenendomi in braccio o in piedi su una sedia. Un po' perché diceva che gli portavo fortuna. Un po' perché, secondo lui, mi facevo le abilità, come gioco per il cervello. Ma poi mi ha lasciato a casa: diceva che gli portavo sfiga e che con me non riusciva a riparare bene le macchinette. Poi lo han...

COMBATTERE LA DIPENDENZA CON LA FANTASIA

COMBATTERE LA DIPENDENZA CON LA FANTASIA. "La fantasia andrebbe sperimentata più spesso nella realtà. L'uomo è un creatore di immagini fantastiche. È che alle volte sembra dimenticarsene e cerca altrove quel meraviglioso mondo che ha già dentro se stesso. Il gioco d'azzardo, l'eroina, la cocaina, l'alcool, tutte le dipendenze, che altro sono se non mancanza di fantasia? Con la fantasia è possibile creare altre infinite fantasie. Ma senza fantasia, la realtà è poca cosa, ed è di una noia mortale. Ecco allora la dipendenza a ricreare artificialmente la fantasia, miraggi vuoti che donano provvisoriamente conforto al sopraffare della noia del nulla". (M.Thompson Nati, Leadership for a sheep and others animals, 1996).

Dà più adrenalina non giocare

"Il non giocare mi dona la serenità che il gioco mi toglieva. La mia nuova adrenalina è il non giocare. E' diventato  uno speciale gioco il non giocare. Lo dico a tutti i miei ex compagni di merende ludiche. Guardate che dà più adrenalina non giocare. E la mente alla sera ringrazia". (A. Battantier, Memorie di una dipendenza, 2014).

DIPENDENZA: NON C'È COSA PIÙ BELLA CHE DIPENDERE DALLA LIBERTÀ

DIPENDENZA: NON C'È COSA PIÙ BELLA CHE DIPENDERE DALLA LIBERTÀ. "Dipendo da te, da qualche cosa che mi umilia e mi ammalia sull'onda di promesse false di emozioni. Dipendo da te, dolcemente e amaramente mi risveglio, e addosso sento il peso di una gabbia che mi fa sballare fuori e non mi fa più uscire dentro. Mi annoiavo e non ascoltai il vecchio quando disse: '...Il problema non sono le droghe, è la dipendenza'. Ah ah ah!! Ed io ridevo, forte della mia vanità. Dipendo da te, fin quando in faccia io non vedrò la mia libertà; non c'è cosa più bella che dipendere dalla libertà. Non bisognerebbe mai dimenticare come e quando si cade. E la libertà, non è quel cazzo che ti va". (Memorie di una dipendenza, Andrea Battantier, 2011).

PERDI PESO E BLA BLA BLA: DA SOLA NON BASTA LA VOLONTÀ

"Per me volontà, da sola, è parola vuota. E quando a una persona giù e gli dici:  'Volere è potere!'  dopo sta peggio.  Io mangiavo per riempire dei vuoti d'affetto e perché, tanto siccome mi facevo schifo, allora pensavo 'schifo per schifo almeno mangio'.  Sembra strano ma io volevo perdere peso, ma non ero interessata a perdere peso.  'Volere è potere', mi dicevano.  Ma non bastava.  Quanti soldi ho dato per "far mangiare" nutrizionisti, personal trainer, pure un consulente d’immagine a Milano (ed io abito a Roma).  La mia volontà era fredda, meccanica, mancava la consapevolezza della mia Persona. Brancolavo cieca con la mia servizievole e inutile (allora) volontà. Non sapevo neppure che era alla mia portata stare bene, mi era molto più facile ed immediato farmi del male, punirmi per qualcosa che io non avevo comme sso.  Perché, chi subisce da piccola un furto d'amore, non ha colpe, ma finisce per avere decine di alibi.  Nel tempo, sen...

LA REALTÀ E L'ILLUSIONE (Psychology and fairy tales)

"O dell'idealizzazione di personaggi fantasmi, che non esistono se non nella nostra orgogliosa e saccente volontà di vincere. O terrore di perdere. E così si finisce, giorno dopo giorno, nella trappola della passione ossessiva. L'idea fissa che cristallizza il desiderio nell'illusione malata. Quasi era meglio, quando, assorbita dagli astratti concetti, discettavi con filosofia della vita. Ora, avvinghiata ad un grande, pesantissimo totem, rischi di affondare nei gorghi della tua follia. Io ti sarò vicino, sperando di esser degno bagnino dell'anima. Tu, mi obietterai, che sai nuotar benissimo, eppure, perché ti ostini a regalare qualità a chi non le merita? Quand'è che hai iniziato ad inventare così bene qualcuno che non esisteva, se non come controfigura di se stesso? Quand'è che hai perso la tua dignità, cercando di aggiustare la realtà incollando emozioni inesistenti? Io lo so, tu eri in buona fede quando ti prodigasti al salvataggio di quell'Essere-...

VINCI SE NON GIOCHI!!!

"Luis ha problemi di gioco e pure il fratello e la madre. Ma quanti sono? Cosa fare per loro? È tremendo esser compulsivi ed ossessivi. Finisci ridotto ad un povero schiavo. C'è chi dice che non si guarisce, che al massimo passi da una schiavitù ad un'altra. Non è giusto, non è giusto" [...] "Si può guarire, ma serve una vera e propria riprogrammazione dell'Io, servono nuovi mantra, nuove consapevolezze. Iniziare ad uscire dalla via del Nulla, della Noia, soprattutto dal vicoletto-scorciatoia del Tutto e Subito. Nuove consapevolezze portano ad innalzarsi, a vedere la nostra vita scorrere in un determinato modo. La vita va vista allontanandosi da essa, da un'altra prospettiva!". (Memorie di una dipendenza, A. Battantier, 2015).

HO 16 ANNI MI SA CHE HO ESAGERATO CON L'ERBA

"Ho 16 anni e mi sa che ho esagerato con l'erba. La fumo la mattina appena sveglio -non mi fa pensare alla giornata che inizia-, durante la mattina -lo so che sembra strano, ma è per tirarmi su-, dopo pranzo -mi aiuta a digerire-, il pomeriggio mi rilassa, e la sera mi sballa mischiarellandola con le birrozze. La notte invece la fumo quando non prendo sonno, cioè sempre. Mi piace sentirmi libero, dalla testa al corpo. Libero e leggero, senza alcuna importanza alle pesantezze della vita, anzi, come dico con la ragazza mia, senza akuna matata. Prima mi piaceva quando non ricordavo niente, ma ultimamamente ho iniziato ad avere la capoccia con la nebbia fitta dentro. Mi sento mezzo morto, ma leggero. Ma a sto punto sti cazzi che stai leggero da morto. Meglio stare un pochetto pesante ma da vivo, no!!? Parlo sempre meno, anzi che scrivo questa lettera, pure se è da un mese che la scrivo e non la finisco mai. L'altro giorno sono partito da Prima Porta per andare a scuola a Osti...

Sono sempre stato ingordo

"Sono sempre stato ingordo. Il cibo non era solo una distrazione, era l'affetto che mi era mancato. Ma tutto il mangiare non ha mai riempito quel vuoto che avevo dentro. La soluzione non sta nel cibo, non può stare nella dipendenza da qualcosa che poi ti fa star male. È che io pensavo fosse il male minore. E invece era sempre la stessa cosa". (Memorie di una dipendenza, A. Battantier, 2007).