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LA STRADA

C’è una stanchezza senza nome che si posa sul cuore. Le passioni non prevedono mappe, non servono mica ad indicare la strada.   Ci sporgiamo agli angoli cercando l’ignoto, non sapendo dove ci attendono gli abissi. Eppure andiamo, con la speranza fragile e assoluta tra le mani, senza più voltare il viso a quel che è già stato.   In avanti, sempre in avanti, fermarsi ora è cadere. (A. Battantier, Art by Stephen Stadif)
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MARE INCRESPATO

Lascia scorrere ogni parola, come pioggia sul mare increspato, nella luce che precede il buio, nel buio che precede la luce.  (A. Battantier, 2010)

IL SENSO "STORTO" DELLA VITA TRA DESIDERIO E REALTÀ

"Ogni vita non vissuta accumula rancore verso noi, e dentro noi. La vita perduta ci si rivolterà contro." (C. G. Jung) L’essenza dell’essere umano, nel suo anelito verso la realizzazione personale, è radicata nella tensione tra il desiderio e la realtà, tra il sogno e ciò che siamo disposti a sacrificare per raggiungerlo.  La vita non vissuta è quella che abbiamo rinunciato a vivere: le passioni che non abbiamo coltivato, i rischi che non abbiamo avuto il coraggio di prendere, i percorsi che abbiamo scartato per paura dell’ignoto.  Il rancore non è solo una forma di sofferenza psicologica, ma un veleno che si accumula gradualmente, minando il nostro equilibrio interiore.  Ogni volta che abbandoniamo un sogno o un'aspirazione per conformarci alle aspettative altrui, facciamo un passo indietro rispetto al nostro nucleo più autentico, allontanandoci dal nostro “centro di gravità permanente”.  Questo ci porta a sperimentare frustrazione, rimorso e quel senso di colpa che ci r

CHI ABBANDONA, ALLA FINE, SARÀ ABBANDONATO

Il sole si abbassava lentamente sull'orizzonte,  promettendo l'ennesima notte calda e insidiosa.  Sulle colline polverose l'asfalto si mescolava alla terra, c'era un silenzio interrotto solo dal ronzio delle cicale e da un lontano motore che sfumava in lontananza.  Una settimana, forse dieci giorni, erano passate da quando avevano iniziato a dargli la caccia.  Ecco perché il branco si muoveva silenzioso, fiutando l'aria densa di minacce invisibili.  Non erano sempre stati randagi.  Ciascuno di loro aveva conosciuto un nome, il suono di una voce che, un tempo, era dolce (ma di questo nutro dubbi).  Qualcuno ricordava il calore di un caminetto, qualcun altro una carezza sul pelo, un’altra una ciotola d'acqua fresca sotto l'ombra di un albero. Adesso erano ombre nell'ombra, un branco selvatico, dimenticato.  Il capobranco, un cane dal pelo ispido e grigio, conduceva gli altri con astuzia affinata dalle lotte quotidiane.  La fame, la paura e la rabbia lo ave

SOCRATE O CARTESIO

Di fronte al bivio, cosa scegliere? Seguire la strada verso il "so di non sapere"? O quella del "penso dunque sono, ovvero esisto?"   La vita ci pone continuamente di fronte a bivi, incroci invisibili dove le strade si biforcano, dove una scelta deve essere fatta, anche quando l'illusione della stasi ci conforta.  Davanti a quel segnale intriso di significati ambigui, conforti (e di nessun conforto), in conflitto tra loro, io ripenso ai discorsi fatti con Millo al liceo: meglio Socrate o Cartesio? Cartesio, con la sua impalcatura razionale, ci offre una sicurezza che il pensiero può trasformare il mondo, che il dubbio metodico ci protegge dall'inganno, che c'è un senso preciso in questa vita, una formula segreta nascosta "solamente" da scoprire.  Uno ci prova, riprova, si ferma, riparte.  Del resto, chi ha detto che sarebbe stato facile?  Cartesio ci consegna l'idea che la ragione sia la nostra ancora, il nostro scudo contro l'infinito

PERCHÉ L'HAI FATTO? PER BELLEZZA, PER AMORE

Anche se sapessi che la fine del mondo è per domani, io andrei ancora oggi a piantare un albero di mele. (Martin Lutero) Le parole di Lutero risuonano come un richiamo all'essenza stessa dell'esistenza.  Uno dirà:  Che senso ha piantare un albero di mele, quando il mondo sta per finire?  Che significato possiamo attribuire a un gesto così apparentemente futile e folle, di fronte all'annichilimento totale?  Epperò, in quel gesto possiamo intravedere qualcosa di straordinario che sfugge ai limiti della ragione.  La nostra mente è abituata a cercare un senso in tutto ciò che facciamo; vogliamo credere che ogni nostra azione, ogni nostro pensiero, abbia una direzione, uno scopo.  Ma cosa succede quando il futuro cessa di esistere?  Quando il tempo si riduce a un singolo istante, privo di prospettiva, privo di domani?  È in quel momento che la natura della nostra umanità emerge, spogliata dalle illusioni del domani. L'atto di piantare un albero di mele, sapendo che non ci sa

CAMMINAVA (Sentiero nel bosco)

Camminava. Non ricordava da quanto, né quanto distante fosse il punto di partenza.  Il sentiero sembrava avvolgerla, un abbraccio che si stringeva sempre più, fino a farle dimenticare la città, le voci, il peso dei giorni.  Camminava, avanzando lentamente, lasciandosi guidare dall'intreccio dei rami sopra la sua testa, che filtravano la luce del sole. Camminava. Il suono delle scarpe sull’erba umida, lo scrocchiare delle foglie sotto i piedi, il fruscio del vento tra gli alberi: un tempo lontano, perduto, mai dimenticato.  Ad ogni passo sentiva un pezzo della sua anima ritornare a casa, un pezzetto alla volta. Camminava. Ad ogni passo, sentiva che la sua mente si liberava dai pensieri inutili che la trattenevano in uno stato di continua agitazione.  Si fermò. Davanti a sé, il sentiero si apriva in una piccola radura, dove la luce del sole si riversava generosa.  Gli alberi si piegavano leggermente, a proteggere quel luogo, a preservarne la purezza.  Avanzò ancora un poco. Fu allora