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Visualizzazione dei post con l'etichetta Memorie di un bambino

SORELLE UNITE

"È sempre così nei cartoni animati. Quando gli amici sono uniti, vincono sempre. Come noi due sorelle". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2007, Lavinia, 9 anni).

Margherita

"Cerco orizzonti speciali tenuti appesi dalla mia fantasia. È così che non mi annoio mai. Io il grigio lo coloro". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2015, Vittoria Margherita , 11 anni). 

STARE CON I FIGLI

STARE CON I FIGLI. "Decreto Legge urgente: È fatto obbligo, per i genitori di minori di anni 14, di trascorrere le domeniche e le festività con i propri figli all'esterno delle quattro mura (domestiche, chiese e centri commerciali). I trasgressori saranno sanzionati con "na gran pirata nto culu ma ri chidda potenti" (un calcio in culo, ma di quelli forti). Le condizioni meteo avverse non possono costituire scusante e deroga". (Nico Caramagno, 2018).

MAI NOIA CON LA FANTASIA

MAI NOIA CON LA FANTASIA. "Al mattino mi svegliavo felice. 9 anni, me ne partivo dopo colazione. I nonni avevano da fare in campagna ed io, il tempo di esplorare il mondo.  Il bosco dietro casa era il mio obiettivo: sarei diventato grande solo attraversandolo. C'era un ragno al limitare del bosco: il Guardiano, e la ragnatela la sua porta segreta. Mi portavo un piccolo cuscino, il mio amico di avventura, e alle volte il cuscino per magia lo trasformavo in cavallo, per andare più veloce quando i nonni chiamavano per il pranzo. Solo quando cominciava a scurire mi prendeva paura, sapevo che non ero ancora diventato grande per affrontare il bosco. Da bambino non mi sono mai annoiato, ed ancora adesso che ho 60 anni e vado nei boschi con i miei nipoti, ascolto nel vento il rumore della ragnatela del Guardiano: è il fruscio della mia infanzia, e non ci sarà mai noia con la fantasia". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2007, JT, foto di Stellan Karllson). "When I was a...

L'ALTALENA DI HEIDI

L'ALTALENA DI HEIDI. "Mio padre è sempre stato un eccentrico -simpatico per carità- ma un poco strano. Per raccontarne solo una, da un po' di tempo mia sorella ed io gli chiedevamo un'altalena in campagna. Noi, è vero, la volevamo alta come quella di Heidi. Ma lui, come suo solito, volle strafare. Io penso che riuscì a costruire l'altalena più alta del mondo, infatti scrissi a quelli del Guinness dei primati ma non mi risposero mai. Scelse l'albero più alto, il ramo più alto, le corde lunghissime e, soprattutto -particolare di non poco conto- sotto l'altalena c'era un dirupo da paura. Fortuna che la volle inaugurare lui. Noi stavamo facendo ancora colazione, e babbo, dall'alba se ne stava a trafficare in fondo alla campagna, per gli ultimi preparativi. Ad un certo punto, dalla cucina, sentimmo in lontananza uno scrocio bestiale. Allora ci precipitammo tutti fuori, Leda, io, la mamma e la nonna con la stampella. Solitaria, l'altalena se ne...
CALVIZIE. "A mio papà cascano i capelli e lui è triste. Allora gli ho detto che gli alberi hanno le foglie, che sono come i capelli. Ma mio padre mi ha risposto che però agli alberi quando è primavera i capelli ricrescono e invece a lui no. Allora io ho fatto finta di niente e ho chiesto i biscotti. Mi sa che devo trovare un altro esempio della natura per farlo ridere". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2011, Jessicaisha).

Ma un giorno ti rivedo?

"Ma un giorno ti rivedo? E se ti incontro ancora chi ti riconosce? Come hai detto che ti chiami? Mi Mi Mi -mmo?? Boh, guarda non capisco, siamo solo confusi, io neanche lo so come mi chiamo. Si dimenticano di noi qua dietro, e poi mi fanno male le cinghie. E poi, mio padre l'ha preso il latte ? Scommetto che arriva a casa e mamma gli dice: ti sei scordato il latte, come al solito!. Senti quando cresciamo ci vediamo a basket? Boh dipende, mamma è fissata con il baby nuoto. Lo sai che io ho visto la luna? Embè io ho visto pure 10 stelle, e le conto e sono mie. Tue? Tutte tue? Tutte le stelle sono mie, giusto un attimo ti lascio quella piccola, che gira sempre quando parte il carillon. Nanna! Nanna fraté!!". (A. Battantier, "Parlano le foto", 2010).

IL BAMBINO DENTRO NOI

"Io non vorrei mai tornare bambino!". "Ah che sottile dolore nel sentire queste parole. Dice Lao Bu-Shem: Non abbattete il bambino dentro voi. Poiché l'adulto senza il bambino è ancora più perduto di un bambino senza l'adulto". (T. Bergen, 2009). 

UN BAMBINO RESTA IN FONDO A NOI

UN BAMBINO RESTA IN FONDO A NOI. "Ti dicono poi passa, ma se i grandi hanno sofferto da bambini, non capiscono che soffre anche un bambino? O è un gioco tipo: 'Adesso tocca a te!'. Io mi difendo dalla sofferenza e come dice Lucio Dalla, avrei bisogno di carezze anch'io. Ho paura di perdermi, di scomparire, il mondo fa paura. E alle volte è proprio dura, lui sta peggio di me. E allora io m'invento come un mondo nuovo con la fantasia, contro i fantasmi della notte. Oh se grandi fossero più forti! E invece hanno paura molto più di me. Mamma non piangere, papà tu non lasciarmi mai. Io mi prendo cura di qualcosa, qualcosa che dà forza pure a me. Un bambino resta in fondo a noi, dagli carezze e amore vero. Un bambino resta in fondo a noi. Vuol essere rassicurato. Tutto andrà bene, la notte passa presto". (A. Battantier, testo e musica, 2015).

QUANDO MIO PAPÀ SCOPRI UN METODO PER FAR RICRESCERE I CAPELLI

QUANDO MIO PAPÀ SCOPRI UN METODO PER FAR RICRESCERE I CAPELLI. "Quando mio papà iniziò perdere i capelli diventò sempre più triste. All'inizio gli raccontavo che gli alberi hanno le foglie, che sono come i capelli. E che se l'albero perde le foglie, poi muore o sta male, invece lui sta bene anche senza i capelli. Ma mio padre mi rispondeva che però agli alberi poi quando è primavera i capelli ricrescono e invece a lui no. E qui papà mi fregò con le parole. Mentre passavo le giornate a pensare a qualche altro esempio della natura per farlo ridere, ecco che mi venne in mente Paoletto, il mio amichetto figlio del barbiere. Andai da lui e studiammo un piano. Fregammo una lozione costosissima, poi, la rinforzammo con una strana colla presa dal garage di nonno, ed infine raccogliemmo da terra una busta di capelli belli neri neri di un ignaro cliente. Tornato a casa, aspettai il momento propizio: ovvero, dopo pranzo, quando a mio padre gli arriva la cecagna e si fa la pennichella...

ESTATE

ESTATE. "Alti castelli di sabbia distrutti dall'onde, rifatti all'infinito. Come i sogni miei, che inseguono il sole con un dito". (VItto Kiii, Estate, 2016).

LA MIA CORSA PIÙ LUNGA

"Anche io, come nel film che abbiamo visto (400 colpi), ho corso come un pazzerello fino al mare. Era di sera, e mio padre guardava la tv. Io mi ero dato appuntamento con la mia prima vera fidanzatina (avevo 11 anni) ma lei al parco non s'era fatta trovare. Non rispondeva ai messaggini, e sotto casa sua c'era una festa, tante persone anche grandi. Lei stava seduta su una specie di dondolo parlando con un cretino che ci stava di sicuro provando. Io l'ho aspettata, l'ho chiamata, lei mi ha detto: "vai vai ci sentiamo domani ora non posso!" e poi se ne è andata verso la sua piscina. E allora mi ha preso una specie di rabbia e di disperazione. E ho iniziato a correre senza sapere cosa fare e dove andare. Le stelle stavano in cielo, ma erano troppo lontane, così andai al mare. Una fuga da tutto, piangevo ma un po' iniziai a ridere, un pochetto mica tanto. Ho toccato l'acqua con tutte le scarpe ed i vestiti e mi sono messo a ballare, come il ragazzi...

OGNI SGUARDO DEL GENITORE RINFORZA IL BAMBINO

OGNI SGUARDO DEL GENITORE RINFORZA IL BAMBINO. "Se penso ai miei genitori quando avevo 5 anni, mi vengono in mente 3 frasi e da queste vorrei incominciare: <<Sì sì ti guardo vai>>; <<Ancora ancora, ma adesso fai tutto il giro!!>>; <Sei cicciona!>>. La prima la diceva mio padre. Io m'inventavo giochi sempre nuovi, tipo il circo. Avevo un cagnolino di pezza con una cordicella, e dovevo girare veloce la cordicella intorno al cagnolino. Oppure facevo un cerchio e dovevo oltrepassarlo. Io guardavo speranzosa mio padre: <<Papà vado?>>, e lui rispondeva con quella frase, ma poi mi accorgevo -mentre saltavo- che leggeva il corriere dello sport e non mi guardava mai, oppure giocava con mio fratello. La seconda frase era di mia madre. Mi faceva fare dei giri assurdi intorno al palazzo. Io correvo, poi tornavo trafelata a chiedere com'ero andata, e lei s'inventava sempre qualche scusa per farmi correre ancora 100 volte: così mi stancav...

IL TIMIDO CONIGLIO ED ALTRI ANIMALI

IL TIMIDO CONIGLIO, LA CAPRA IPERATTIVA, IL TORO IRREBBIATO, IL LUPO DEPRESSO. "Il timido coniglio ha il nascondiglio nel suo solito giaciglio; troppa timidezza porta a noia, ahhh che sbadiglio; unico vantaggio il lupo non lo vede perché ha perso in lui la fede. Canta la capra matta senza sosta; ad ogni batosta cantare felice è la risposta. Canta la rabbia il grosso Toro, egli non solo dal colore rosso è smosso, ma pure da un torero strosso che lo vorrebbe seppellito dentro a un fosso. Canta alla luna un lupo cupo e scuro, oggi sta più giù che su: Cappuccetto è venuta con l'amico Arturo e l'hanno percosso come un tamburo". (A. Battantier, Racconti di animali, 1987/1990. Modi diversi di affrontare la vita). 

FIN DA PICCOLI LA FANTASIA AL POTERE

FIN DA PICCOLI LA FANTASIA AL POTERE. "Negli asili nido alle volte si cantano canzoni tristi, e allora sarebbe bello cambiare i testi, così fin da piccoli ci si allena che la fantasia può andare al potere: "Pimpirulin piangeva, voleva mezza mela, la mamma non l'aveva, Pimpirulin piangeva. A mezzanotte in punto passava un aereoplano, e sotto c'era scritto: 'Pimpirulin stai zitto'. Pimpirulin rideva, nei sogni suoi cadeva, dall'albero una mela, e ora la pancia è piena". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2010, AL,13 anni).

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem...

E poi facevamo come i grandi

"...ti ricordi quando il pomeriggio andavamo al parco, alla fontana, e ci mettevamo a guardare i grandi e poi facevamo come i grandi? E ora, che siamo grandi, quanto vorresti tornare alla fontana e giocare a fare solo i bambini?". (T. Bergen, Era lei, 2009). (Foto, Dave Beckerman).

QUANDO MIO PADRE PARTÌ PER LA CACCIA ALLA VOLPE 🦊

Quel gran condottiero di mio padre partì per la caccia alla volpe insieme a certi amici suoi. Avevo 12 anni e nessuna voglia di partecipare.  Ho sempre amato le volpi.  È vero, sono furbe, "ma mettiamo le reti più spesse", dissi più volte al babbo.  Ma lui, che voleva sgranchirsi le gambe ed il grilletto, si diresse alla collina del Mezzadro.  Si erano divisi in gruppi da 5, coi cani e quei sorrisi cattivi che ho visto solo ai grandi.  Isolarono il bosco della Faraona, in lontananza i fragori delle bombette e le urla.  Dal limitar del bosco sentivo i rumori della fuga di migliaia di animali.  Sembrava che venissero tutti a me:  i cinghiali, un istrice, due daini, gli uccelli scurirono una quercia immensa in pieno giorno.  E poi una piccola volpe.  Non aveva paura. In fondo ero un bambino, silenzioso e disarmato. Ci guardammo per quasi un minuto.  In vicinanza perigliosa giunsero passi concitati e latrati di cani.  La volpe si ...