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Visualizzazione dei post da settembre, 2023

LA FOBIA ANTI ORSO: UN'EMERGENTE OSSESSIONE

LA FOBIA ANTI ORSO: UN'EMERGENTE OSSESSIONE È di questi ultimi tempi la crescente fobia antiorso divenuta l'ossessione dei politicanti trentini e di parte dei cittadini. L'amore per questi animali dovrebbe guidarci invece, affinché possiamo ritornare al senso profondo della natura e al rispetto per ogni essere vivente. Qualche idiota è arrivato a concepire addirittura l'idea di liberarsi della popolazione degli orsi.  LA NECESSITÀ DELL'ECO-CENTRISMO Ma dobbiamo passare da un ego centrismo ad un eco centrismo, comprendendo che la natura siamo noi: non perdiamoci. ORSI NELLA CULTURA POPOLARE: SIMBOLI POSITIVI DELL'INFANZIA Eppure, se ci pensiamo, fin da piccoli siamo cresciuti con un immagine positiva degli orsi: Riccioli d'oro, Little John di Robin Hood, Baloo del libro della giungla, L'orso Yogi e Bubu, Winnie Pooh, Koda, Fozzie l'orso dei Muppets, Paddington, l'orso di Masha, l'orso panda Po, sono del tutto privi di intenzioni ostili.  Dormi

L'ARTE

Credo che l'arte sia la suprema finzione e, al contempo, un atto di creazione che si rivolge alla nostra anima più profonda.  L'arte non cerca di descrivere la realtà ma di anticiparla o di ritornarci sopra, sapendo che il passato non vuole essere dimenticato.  L'arte ricostruisce ogni volta una realtà temuta o desiderata, plasmando il mondo secondo la sua intima visione.  Attraverso l'arte il mondo prende forme nuove aiutandoci ad esplorare i recessi più profondi dell'animo, un viaggio nelle vie dell'inconscio, dove ogni emozione, ogni pensiero, anche il nulla, trova voce e forma. La verità nell'arte è un bluff poiché all'arte non interessa raffigurare la realtà oggettiva ma di esplorare la realtà soggettiva, quella che si cela nelle profonde vie dell'inconscio.  L'arte sonda emozioni, desideri, paure e dà loro forma. Credo nell'arte come attività di conoscenza profonda del reale, un varco verso la comprensione del mondo e di noi stessi. L&#

CONTRO I FURBI

Alle volte mi chiedo se i furbi abbiano davvero la meglio e se vivano una vita migliore.  È un interrogativo complesso poiché la percezione che i furbi vivano peggio potrebbe essere un'illusione creata da coloro che non condividono la loro astuzia, nella speranza che la giustizia (organizzativa, sociale) prenda il sopravvento.  Questo ci conduce a riflettere sulla direzione in cui guardiamo:  È un'indagine profonda sulla saggezza orientale (opzione che prediligo) o una rassegnazione simile alla favola della volpe con l'uva? Le risposte sembrano dipendere dalle nostre inclinazioni interiori.  Personalmente non ho mai cercato di essere furbo, ma ho scelto di vivere una vita basata sulla coerenza e l'onestà d'animo.  La giustizia è un ideale nobile e spero sempre in una società più equa e giusta.  È sempre un bel momento quando coloro che non si considerano furbi si uniscono per boicottare o limitare la sopraffazione perpetrata da coloro che cercano di ottenere il mass

LA SCRITTURA CREATIVA E TERAPEUTICA (L'ASCOLTO PROFONDO)

Nella quiete delle parole e nell'immensità del testo si cela il potere della cura con le parole.  È bello esplorare il territorio affascinante e misterioso della scrittura. La parola scritta è un veicolo per la circolazione dei vissuti emozionali.  Ogni frase è un ponte tra il nostro mondo interiore e il mondo esterno.  Nella scrittura possiamo tessere i legami affettivi con il passato e il presente, l'orientamento al futuro con noi stessi e con gli altri. È un atto di ascolto profondo, un'opportunità per ascoltare le "voci" della coscienza e dell'inconscio che chiedono di essere ascoltate. La scrittura non è solo uno specchio dei nostri pensieri consci.  Essa ha il potere di evocare pensieri sotto traccia, di far emergere le sfumature nascoste della nostra psiche.  Scrivendo, possiamo inventare nuovi mondi, esplorare realtà alternative e, in questo processo, esprimere la nostra essenza più profonda. La scrittura creativa è come la scaletta della vita ancora t

GLI EMIGRANTI

Questo dipinto del 1896 di Angiolo Tommasi si chiama "La partenza degli emigranti italiani per l'America". Il fenomeno migratorio italiano dell'800 e dei primi del '900 fu un evento di portata epocale, che vide milioni di italiani abbandonare il proprio paese in cerca di fortuna all'estero. Tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, circa 15 milioni di italiani emigrarono verso altri paesi del mondo, principalmente in America, Europa e Australia. Le cause dell'emigrazione italiana erano molteplici ma la principale era la povertà. L'Italia era un paese ancora arretrato dal punto di vista economico e sociale, con un'agricoltura inefficiente e una diffusa disoccupazione.  Le navi erano sovraffollate e le condizioni igieniche erano pessime. Molti migranti morivano durante il viaggio a causa di malattie o incidenti. Una volta arrivati a destinazione i migranti trovavano lavoro come braccianti agricoli, operai o domestici, spesso in condiz

L'ABBANDONO

In certe notti l'unica luce è quella dei pensieri che si agitano nella mente.  Loris si ritrovava solo nella stanza che una volta aveva condiviso con lei.  Si chiedeva se fosse stato abbandonato con gesti invisibili e pavidi. Meglio sarebbe stato sbattere la porta rumorosamente. Il suo pensiero lo portò indietro nel tempo, quando lei era ancora presente nella sua vita.  Sembrava ieri quando ridevano insieme e i loro sguardi si intrecciavano complici.  Irene era scomparsa senza una spiegazione.  Si chiedeva dove potesse aver sbagliato, cosa avesse fatto di così terribile da meritare questo silenzio. Si capisce chi si è, solo quando qualcuno ci dice espressamente:  "Fai cagare, ti lascio". Siamo persone reali in grado di provocare e sopportare il Negativo che ci viene rimandato dagli altri, come in uno specchio.  Le persone si annoiano facilmente, cercano tensione, le persone cambiano.  L'universo tutto intorno a lui sembrava essersi distorto, aveva perduto un pezzo di

"ESSERI VIVENTI SENZIENTI CON UN CUORE CHE BATTE ABBATTUTI: MISSIONE COMPIUTA!" (IL COMMISSARIO DEI MIEI SOGNI)

Nelle cupe strade una Pavia avvolta dalle nebbie, il commissario si trovava a scrutare un dossier che aveva ricevuto quella mattinata piovosa.  Il titolo del fascicolo era eloquente:  "ESSERI VIVENTI SENZIENTI CON UN CUORE CHE BATTE ABBATTUTI: MISSIONE COMPIUTA!".  Il commissario si immerse nella lettura, cercando di comprenderne i contorni. Difenderli. Questa parola risuonava nella mente del commissario come un richiamo alla giustizia.  "Difendere chi?" si chiese, mentre proseguiva la lettura del dossier.  Il nome "Cuori Liberi" gli fece eco, un rifugio che avrebbe dovuto essere un'isola di pace per esseri viventi senzienti. Ma la realtà descritta era ben diversa. Uccisi tutti i maiali al rifugio "Cuori Liberi".  Quelle parole colpirono il commissario come un pugno nello stomaco.  Era difficile concepire come un luogo di protezione e amore per gli animali potesse trasformarsi in una scena di orrore.  Crosta, Crusca, Pumba, Dorothy, Mercoledì

LA SCELTA DELL'ESSENZIALE (La brama del potere. Come uscirne fuori e vivere in serenità)

La brama del potere è intrinseca alla natura umana?  Quell'odore di guadagno al mattino, di spendere, possedere, vendere, comprare e dominare, è essenziale? Tutto questo potrebbe essere alimentato dalla paura della perdita e dal desiderio di controllo? La società contemporanea favorisce l'accumulo di potere come strada verso il prestigio e la fama.  Il potere diventa un mezzo per ottenere riconoscimento e status sociale.  Questa ricerca incessante del potere può condurre a una vita di costante ansia e insoddisfazione.  La paura di perdere il potere acuisce il desiderio di controllo, creando un circolo vizioso che impedisce di vivere in serenità. Una possibile via d'uscita da questa trappola del potere è una riflessione profonda sul significato e sulla finalità del potere nella nostra vita.  Il potere è davvero ciò che ci rende felici o è solo una risposta condizionata alle aspettative della società? Si può trovare la serenità già nel rifiutare la corsa al potere? Si può tro

LA PANCHINA (DI IRENE)

Irene si sedette sulla panchina della clinica (amava le panchine, erano parte della sua idea di casa), fissando il vuoto con occhi annebbiati dalla stanchezza e dai farmaci.  Aveva ripetuto quella frase che le frullava in testa:  "Se sei abbastanza sano di mente da sapere che sei pazzo, non sei così pazzo come se pensassi di esser sano di mente". Ce la farò? Ricordava quando sarebbe arrivato Loris, il suo vecchio amico, l'ex compagno di bevute.  Una vita fa, insieme avevano affrontato notti folli e risate strazianti.  Ora Loris sembrava aver trovato una via d'uscita. Lavorava, aiutava gli altri e Irene sperava che potesse aiutare anche lei a uscirne. La vita di Irene si era sbriciolata come un bicchiere caduto a terra.  Il lavoro era andato perso, gli amici erano spariti, la famiglia l'aveva abbandonata (se mai c'era davvero stata). Lei stessa si era abbandonata a chi prometteva momenti di oblio, rubandole in tacito patto la coscienza. Pensò a Loris. Lui ce la

IL PARCO DI IRENE

Irene aveva gli occhi persi nell'abisso e trascorreva le sue giornate su una panchina nel parco pubblico.  Il sole languiva all'orizzonte e quel luogo rappresentava l'ancora della sua sofferenza. Lei lo sapeva che nulla resta in eterna quiete, tra poco se ne sarebbe dovuta uscire. Irene teneva una bottiglia tra le dita nodose anzitempo, la sua compagna fedele, l'unica che le restava.  Il parco avrebbe chiuso tra meno di un'ora, lei avrebbe voluto che non chiudesse mai.  Adesso era così, il silenzio del parco si mescolava con il suo silenzio interiore. I suoi giorni trascorrevano sempre uguali, come se il mondo continuasse ad andare avanti mentre lei era rimasta ferma, intrappolata in pensieri da nulla ai quali aveva assegnato troppa, troppa importanza. Alle volte  pensava che la vita avrebbe potuto prendere una strada diversa ma, ora come ora, si ritrovava a contemplare un vuoto a rendere. Un pensiero le passò per la mente: "Forse è tempo di ricominciare".

LO SPAZZOLINO

Il profondo affetto che legò mia madre e mio padre non mi è facile da raccontare. Quanto può essere buffo l'amore, ripenso a loro, lei una donna seria e determinata, lui un uomo dalla risata facile e il cuore leggero.  Così diversi ma il loro amore univa gli opposti.  Ricordo le loro dispute, quei battibecchi che sembravano destinati a spezzare la loro unione, ma che invece rafforzavano un legame stranissimo e sempre più saldo.  Mio padre amava rubare il suo spazzolino a mia madre, un gesto che poteva sembrare insignificante ma era un simbolo della loro intimità. Lei ci teneva a quel piccolo oggetto, eppure lo condivideva volentieri con lui. Nelle lunghe serate d'inverno, li vedevo seduti insieme, lui immerso nei libri di Simenon, il suo autore preferito, e lei a leggere articoli ritagliati dai giornali che poi distribuiva a noi figli, amici e nipotini (dagli articoli inventava delle favole, non chiedetemi come ma lo faceva benissimo, e faceva pure delle discrete illustrazioni)

LA PIETRA PESANTE

Tutto il giorno stette a pensare a quella pietra. Perché l’aveva tanto spaventata? Si rispose in questo modo:  Se una tomba è coperta da una pietra, il morto non potrà uscire.  Ma non è la stessa cosa se è coperto dalla terra o da una pietra?  No, non è la stessa cosa:  Se chiudiamo la tomba con una pietra, vuol dire che non vogliamo che il morto ritorni.  La pietra pesante dice al morto:  “Rimani lì dove sei!”.  Sabina ripensa alla tomba del padre. Sulla sua bara c’è la terra, dalla terra crescono i fiori e un acero allunga le sue radici verso la bara, e si può pensare che lungo quelle radici e quei fiori il morto esca dalla bara.  Se il padre fosse stato coperto da una pietra, lei non sarebbe riuscita a parlargli dopo la sua morte, non avrebbe mai potuto sentire nelle foglie dell’albero la sua voce che la perdonava".  (Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere. Art by Stephen Stadif) #milankundera  #stephenstadif 

LA SOFFERENZA E L'AMORE: DUE SENTIMENTI INTRECCIATI NELLA NOSTRA VITA

La vita la vedo come un percorso pieno di alti e bassi, una strada tortuosa in cui incontriamo la sofferenza e l'amore. La sofferenza e l'amore, due sentimenti che fanno parte della nostra esistenza. La sofferenza può darci lezioni. Quando affrontiamo momenti difficili, impariamo a essere più forti (ma te ne accorgi sempre dopo).  La sofferenza rivela la nostra  natura, io non pensavo di resistere a cose brutte della mia breve vita, eppure, sono ancor qui. La sofferenza ci aiuta a sviluppare empatia verso gli altri per capire meglio il dolore degli altri. Io credo ancora all'amore, forse questo mi ha salvato.  L'amore è ciò che ci tiene uniti come famiglia e amici. È un sentimento che ci fa sentire vivi, ci dà un senso. Ma l'amore può portare anche a sofferenza quando non è corrisposto o quando dobbiamo affrontare la perdita di qualcuno che amiamo; ho conosciuto tutte e due queste condizioni. Ma questo non dovrebbe scoraggiarci dall'amare. Bisogna imparare a far

L'ISOLA DEI MIGRANTI

La soluzione agli sbarchi l'aveva trovato un referente particolarmente creativo: Costruire un'isola gigantesca in mezzo al mare. Venne costruita in meno di 5 anni. Sull'orizzonte si stagliava una visione audace: l'Isola dei Migranti.  Questa gigantesca isola artificiale era stata costruita da una coalizione di paesi ricchi del mondo per affrontare il crescente flusso migratorio.  Da ogni angolo del pianeta, i migranti venivano spostati, condotti, trasportati, relegati su questa terra promessa, sperando in un futuro migliore (per i paesi ricchi).  Era stato creato un sistema di lotteria ed ogni tanto qualcuno veniva prelevato quando serviva per i lavori. L'isola era un mondo a se stante, con una popolazione di oltre tre miliardi di persone, tutte stipate in uno spazio circoscritto.  Era diventata un esperimento sociale senza precedenti, scrutato da tutto il mondo attraverso immagini, notizie e video.  La sua creazione aveva suscitato discussioni accese e qualche spar

ANNO 2123, SCOPERTA E DISTRUZIONE DI K2–18B, IL PIANETA "PREY TO CATCH"

Nel 2123, l'umanità ha compiuto un passo audace, raggiungendo il lontano pianeta extrasolare noto come K2–18b, situato a ben 110 anni luce dalla Terra.  Questo pianeta, con il suo oceano, composizione di carbonio in superficie e molecole suggestive di vita, è diventato il palcoscenico perfetto per un'exploit di distruzione su vasta scala, un vero e proprio parco giochi per l'avidità umana. Con una dimensione nove volte superiore a quella della Terra, K2–18b offre ampie opportunità per essere completamente spogliato delle sue risorse.  Situato nella costellazione del Leone, il pianeta è stato ben presto dichiarato un'area di caccia privilegiata, seguendo la direttiva NASA "Big Game Hunting".  Le forme di vita che ospita, ora considerate cacciabili, serviranno sia come spettacolo che come festosa banchettazione. L'abbondanza di metano, anidride carbonica, argento, litio e mirra lo rendono una miniera dalle uova d'oro. E chi si preoccupa dell'ecologia

SAN GENNARO

Alle 10.02 di questa mattina, Monsignor Mimmo Battaglia, Vescovo di Napoli, ha annunciato il rinnovato, inspiegabile ed inaudito prodigio dello scioglimento del Sangue, apparso già liquefatto al momento dell'apertura della cassaforte contenente le sacre ampolle.  La cassaforte aveva le strane sembianze di un fornetto a microonde. Allo scadere dei 7 minuti il bip-bip del congegno ha dato il via agli applausi dei 200 mila fedeli. (Italien Néandertalien) ***  "Il potere assume forme sublimi per la sopraffazione. Religione e violenza sono da sempre tra loro connesse. All'inizio l'uomo aveva bisogno di credere in qualcosa che lo confortasse.  Ma, pochi attimi dopo, un guizzo di luce malvagia apparve negli occhi di colui il quale si sarebbe autoproclamato sacerdote".  (M. Thompson Nati, 1970) #italienneandertalien  #mariothompsonnati #mthompsonnati 

LA VIA, NELL' AMORE

Tra potere e sopraffazione preferisco l'amore. La brama di prestigio e di dominio si evolve cambiando volto nei tempi, nei luoghi, non cambia l'intenzione. Non la forza ma la capacità di donare, nel dialogo e nell'aiuto siamo uniti, il potere generoso non è stato ancora inventato, ad eccezione dell'amore.  In questo mondo, con ogni passo mio, cerco la via, nell'amore. (A. Battantier, 1990, Art by Stephen Stadif) #battantier #memoriediunamore #stephenstadif 

FRANCO MIGLIACCI, IL POETA DELLA MUSICA

Nel blu dipinto di blu un ragazzo si innamora di una ragazza che lo guarda e lo fa sognare.  Uno su mille è un uomo fortunato che ha trovato l'amore e non lo lascerà mai. C'era un ragazzo che come me aveva un amore per la musica e in ginocchio da lei ha chiesto di sposarla. Nel blu dipinto di blu vola una canzone che parla di amore e di speranza. C'era un ragazzo che come me aveva un sogno nel cuore, la voglia di vivere come un aquilone, aveva un cuore grande e una chitarra in mano per cantare la libertà.  Il mondo è una canzone che ognuno canta a modo suo, il mondo è di chi s'ama e non si arrende mai.  Il mondo è un posto migliore se c'è amore. *** Franco Migliacci ha scritto la storia della musica italiana, è uno dei più importanti parolieri italiani di tutti i tempi.  Le sue canzoni mi hanno accompagnato e ancora oggi, quando le ascolto, mi sento come un bambino o in ragazzo che scopre il mondo. *** Qui un elenco sommario dei suoi capolavori: Nel blu dipinto di b

LA QUESTIONE ANIMALE

La questione animale rappresenta una sfida cruciale nella nostra società, occorre riconsiderare la nostra relazione con gli animali e a correggere «un errore» (anche della teologia) che per secoli li ha considerati strumenti senza anima e inferiori agli umani. In questo incontro tra umani e animali, dobbiamo ritrovare un riconoscimento reciproco:  la sorte degli uomini e quella degli animali è la stessa, poiché c'è un solo soffio vitale per tutti.  Non esiste superiorità dell’uomo rispetto agli animali e il fine ultimo delle altre creature non siamo noi.  Questo cambiamento di paradigma richiede una nuova sensibilità, basata sul rispetto di ogni essere vivente senziente con un cuore che batte. Nel 2012, un documento siglato a Cambridge dai maggiori neuroscienziati del pianeta ha stabilito che tutti gli animali vertebrati e i cefalopodi hanno coscienza di sé e provano emozioni. Questo ci obbliga a preparare una nuova sensibilità e a riconoscere che gli animali non umani sono esseri

RACCONTA IL TUO STAGE

La parola "stage" deriva dal latino medievale "stagium", che a sua volta deriva dal latino classico "statium", che significa "soggiorno" o "dimora".  Il significato originale della parola era quindi quello di un periodo di tempo trascorso in un determinato luogo, spesso per motivi di lavoro o di studio. Oggi viene utilizzato principalmente per indicare un periodo di formazione pratica o di tirocinio in un'azienda o in un ente.  E questo è il mio caso che lavoro in un ristorante tavola calda per la mia formazione professionale. Ho quasi 19 anni e frequento il quinto anno di liceo.  In questo periodo sto svolgendo il mio primo stage, un'esperienza per entrare, si spera, nel mondo del lavoro. Mi sto e mi stanno mettendo alla prova. Lo stage dovrebbe essere prezioso per noi studenti. Grazie allo stage è possibile acquisire competenze pratiche e conoscenze utili per il futuro lavorativo.  Si può sperimentare in prima persona un ambie

SEMPRE INSIEME

L'amore ci tiene uniti, ci dà la forza, ci fa volare. Ogni giorno una sfida, insieme. Sul sentiero incerto l'amore ci riporta a casa, la nostra, nella sua luce siamo ormai senza paura. Con gli anni che avanzano, siamo pronti a tutto. Il tempo non si ferma ma l'amore è un'arte che cresce nel tempo. Scende il buio, ci stringiamo ancora di più, l'amore ci guida, insieme è la nostra promessa. Nella penombra del piccolo salotto Jean e Marie si trovavano seduti uno accanto all'altra.  Avevano attraversato tante stagioni insieme, il loro amore non era rimasto intatto ma si era fortificato. Era una di quelle serate in cui i ricordi sembravano aleggiare nell'aria, circondandoli come una coperta calda.  Scendeva il buio e si stringevano ancora di più. Nella quiete della serata, Jean e Marie avevano imparato che l'amore poteva resistere a qualsiasi prova del tempo; è potente l'unione di due anime affini. (A. Battantier, Memorie di un amore, 15 storie d'amo

LA SCUOLA DI DOMANI: TORNARE ALLA CENTRALITÀ DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI

Nel cuore dell'attuale dibattito sull'istruzione mi trovo a riflettere sulla pervasiva presenza del capitalismo nell'ambito educativo.  Questa penetrazione sottile, ma insidiosa, ha trasformato le scuole in fabbriche di competenze, relegando la creatività e la centralità degli studenti sull'altare della produttività.  In questo mondo in cui abbracciamo con entusiasmo concetti come "competenze" e "innovazione organizzativa e didattica," spesso dimentichiamo di interrogarci sul contesto normativo che ha generato questa corsa all'apprendimento quantificabile.  Le istituzioni educative, un tempo luoghi di crescita e sviluppo personale, sono state trasformate in prigioni di un curricolo rigidamente definito.  I bambini e i ragazzi, i veri protagonisti di questo percorso, sono trattati come merce esposta sul mercato del "capitalismo educativo," dove il loro valore è misurato in termini di rendimento standardizzato.  Siamo arrivati al punto in

OMBRE DEL PASSATO

Sussurri nel vento tra i muri di strade polverose,  cuori di vetro fragili e forti, sotto un cielo di stelle che rimira senza fretta il nostro destino. La luce del mattino ci ha trovati vicinissimi e inquieti. Ombre del passato, ricordi, carezze di un tempo ancora sospeso. *** S'incontrarono in una strada di notte, avvolti in un alone di luce, per un attimo sospesi nel tempo. Ricordo i loro volti illuminati dalla luna, le mani si intrecciarono. La strada era polverosa e il silenzio li avvolgeva.  Tornando al paese il vento soffiava tra i muri, portando con sé i ricordi.  Il cielo era pieno di stelle. I due erano in piedi, l'uno di fronte all'altra, immobili, in attesa di qualcosa. I loro occhi erano chiusi e le  labbra socchiuse. La luce del mattino li sorprese ancora abbracciati.  Aprirono gli occhi e si guardarono stupiti, rapiti, maloncinici, speranzosi. Due anime si riconobbero.  (A. Battantier, 2011/2021)

LE SCELTE

Mi ritrovo ad affrontare scelte, il peso delle decisioni è un carico da sopportare con maturità (così la chiamano). Navigare tra le opzioni a, b, c, d, x, y, altro non so. Tra il bianco e il nero, mille sfumature in mezzo. Le scelte, un cammino incerto e spesso ogni verdetto che pronuncio mi sembra fragile e opinabile. Le scelte, devo, devo farle indiscutabilmente stabili (così mi dicono). Quindi mi sono preparato un piano, linee guida verso la consapevolezza: Solo il desiderio s'incrocia con l'azione! Mi guidano queste emozioni infingarde, mi sussurrano l'un l'altra cose e la paura è ancora mia alleata, la paura di sbagliare. La mente si apre con la conoscenza, ho studiato dai maestri i pro e i contro di ogni cosa e così il mio cuore si calma (sembra). Ho smesso di alzare la voce, di insultare il destino, penso, rifletto, nel mentre vivo, cercando il mio cammino. (A. Battantier, 2000)

IL VISCONTE DIMEZZATO

Quando arrivi a pensare di essere altro da quello che sei vuol dire che non stai bene perché la società è malata e hai capito che non è la cura alla tua sofferenza.  Io cerco di capire quelli come me, delusi e amareggiati da questo mondo e che arrivano a voler nascondere e cancellare la loro identità.  So che è importante esprimere le emozioni.  Ma chi c'è là fuori ad ascoltare? Chi affronta con me la disfatta?  Va bene non voglio chiamarla ancora disfatta, la voglio chiamare sfida, ma è triste sapere di essere soli. Sono solo. È chiaro che sto passando un momento difficile, un momento che dura 20 anni, mi sento in conflitto con me stesso e con il mondo che mi circonda. È che mi vogliono far credere che vada bene così.  Ma de che!? La società non accoglie chi non riesce a fagocitare, chi non si conforma alle aspettative.  Prima il mio problema erano le pressioni sociali (mio padre, mamma, gli amici che ce la stanno facendo) ma il fatto è  che sono solo.  Ci sono alcuni amici che si

L'ACQUA NON BOLLE

Diverse prospettive io avevo, strade si sono incontrate, sfiorate, intrecciate. Una vita tra bellezze e miserie in grado di fortificare e trasformare le fragilità in rassegnazione o, come preferisco, rasserenazione. Adesso è così.  La confusione si consolida con l'organizzazione, un vortice violento spazza via tutte le certezze, ma si continua il gioco, un gioco serio. L'incanto di questa vita sta nel suo passaggio, la monotonia si scioglie negli istanti di un'unica verità infinita. La magia della vita è adesso, chissà, scolo la pasta che mi piace al dente. (A. Battantier, 2011, L'acqua non bolle)

FIORI NUOVI

Oggi il sole splende nel cielo e nel mio giardino spuntano fiori nuovi. Anche nel bosco dietro casa, tra le foglie secche che il vento fa volare, ho scoperto fiori nuovi stamattina. Ho visitato con mia zia una chiesetta di campagna, siamo andate a trovare lo zio e ho visto che le erbette crescono tutt'intorno.  Non è vero che è tutto finito. Il prete parlava piano e mi sono distratta persa nei miei sogni, volavo anch'io come una foglia. La scuola non è ancora iniziata, zia mi chiama Rustica o Campagnola perché mi piace nascondermi tra le siepi per ascoltare gli  uccellini saltellare e cantare.  È il mio rifugio perfetto. (A. Battantier, Memorie di un amore, Maria Sole, 2023)

I SOGNI E I SEGRETI (NELLE PICCOLE COSE)

Ci vuole un po' di tempo per scoprire i segreti, Sarebbe bello una magia nell'aria per un mondo libero da ogni incantesimo. I sogni si nascondono nelle piccole cose, un passo alla volta. Il silenzio può diventare un amico ed io desidero imparare a vivere con amore.  Serve coraggio e un cuore gentile ed ogni istante sarà un regalo sottile. (A. Battantier, Memorie di un amore, Maria Sole, 7 anni, 2023)

LA SARACINESCA

Quando sono entrato nel negozio per chiedere una bottiglia d'acqua, l'anziano venditore sembrava poco gentile ma era solo un po' giù.  Ho iniziato a parlarci.  Sta per chiudere i battenti, cerca un modo di vivere più rilassato, tornerà in Molise. Da giovane avrebbe voluto fare l'attore, amava il cinema, fece anche dei provini. Mi ha detto che nel tempo erano aumentare sempre più le difficoltà a concentrarsi su questioni pratiche e burocratiche, ha perso il senso dei conti.  "Queste sono le ultime parole che spendo", mi ha detto. "Sono stanco di esprimere pensieri precisi, ma io non sono chiaro, troppa fatica mi costa la precisione". Mi ha congedato regalandomi una bottiglia d'acqua. Sono uscito ma, quando ho visto che stava cercando di chiudere la saracinesca, sono tornato. Si è avvicinato alla saracinesca, una struttura pesante e arrugginita, con espressione preoccupata.  Mi ha detto di star lì vicino, ma che tanto ancora ce la fa. La mano legg

SPEZZÒ IL PANE

Nelle ombre del crepuscolo il parco cittadino si staglia come un’oasi di apparente serenità in un mondo caotico di traffico tumultuoso. Ma era all'alba che Torello iniziava la pulizia del parco nel vecchio stile di ramazza e bidone su ruote, eliminando le tracce lasciate da chi lo attraversava. Torello si aggirava tra le foglie cadute, muovendosi con precisione meticolosa, raccogliendo detriti e scarti, osservando intorno a sé un mondo che si rispecchiava in diverse sfumature di solitudine.  O almeno così sembrava a lui che alla solitudine aveva eretto un tempio. Torello aveva poco più (o meno chissà) di 50 anni, un'anima smarrita tra le pieghe del tempo.  Alto e magro, la barba sfatta conferiva al suo volto un'aria di trascuratezza.  Viveva in una stanza a casa con sua madre, la solitudine era una fedele compagna.  La madre era l'unica figura che attraversava la sua routine silenziosa. Si incontravano a pranzo e a cena, brevi attimi di condivisione, passami il sale, a

COMPAGNI DI SOLITUDINE

Immerso nuovamente nel vortice della vita urbana, un mondo frenetico, tecnologia e cemento, la strada incerta, il corpo protesta, l'equilibrio è andato a farsi fottere. Compagni di solitudine si aggirano per le strade, per sopravvivenza creiamo nuove latitudini, sopravvivenza è il nostro credo, per sopravvivenza ammazziamo ogni giorno la nostra vita.  Strascichi lontani, ricordi ancestrali.  Cresce il desiderio di quiete e silenzi. Nuovi dilemmi da risolvere, come abbracciare le antiche armonie? (A. Battantier, 2011)

IN RICORDO DELL' ORSA AMARENA

Si chiamava Amarena perché era ghiotta di ciliegie, era una madre premurosa, rispettata da tutti coloro che avevano la fortuna di conoscerla (due miei amici la fotografavano spesso, mantenendosi a debita distanza, che meraviglia osservarla). Amarena non aveva mai fatto male ad un essere umano, era un simbolo di convivenza possibile tra l'uomo e la natura, un esempio da seguire per comprendere la reciprocità che dovrebbe esistere tra di noi. Il male e l'ignoranza hanno oscurato ancora un poco la nostra umanità.  In un mondo malato, permeato dall'odio e dalla gratuita crudeltà, ecco l'ennesimo vile atto.  Un uomo, cacciatore, bracconiere, allevatore, macellaio, ha spietatamente ucciso Amarena con una fucilata alle spalle.  Questo assassino, non solo ha strappato via una vita preziosa lasciando in balia della gabbia i cuccioli, ma ha anche minato la fiducia nella possibilità di una coesistenza pacifica tra l'uomo e la natura. La morte di Amarena è una ferita profonda c