Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

LASCIARE QUALCOSA DIETRO DI SÉ

Quando morì mio nonno ero bambino. Era un uomo d'animo gentile, aveva molto amore da dare al mondo. Costruiva giocattoli per noi e nella sua vita aveva fatto tante cose buone.  Quando morì mi accorsi, ad un tratto, che non piangevo per lui, ma per tutte le cose che aveva fatto.  Piangevo perché non le avrebbe fatte mai più, non avrebbe mai più scolpito o intagliato un pezzo di legno, mai più ci avrebbe aiutato ad allevare colombe e piccioni nel giardino di casa, né avrebbe suonato più il violino né ci avrebbe più raccontato cose buffe. Mio nonno diceva sempre: Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro di sé quando muore: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi o un giardino piantato col nostro sudore.  Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là.  Non h

DIVERSI COME DUE GOCCE D'ACQUA

Nulla due volte accade, né accadrà.  Di ripeter non è dato le stagioni del passato.  Non c’è giorno che ritorni, non due notti uguali uguali, né due baci somiglianti, né due sguardi tali e quali.  Cercheremo un'armonia, sorridenti, fra le braccia, anche se siamo diversi  come due gocce d’acqua. (Wisława Szymborska)

SOLO CIÒ CHE È UMANO PUÒ ESSERE DAVVERO STRANIERO

Sono permeabili le frontiere umane. Quante nuvole vi scorrono sopra impunemente, quanta sabbia del deserto passa da un paese all’altro, quanti ciottoli di montagna rotolano su terre altrui con provocanti saltelli. Devo menzionare uno ad uno gli uccelli che trasvolano, che si posano sulla sbarra abbassata? Tra gli innumerevoli insetti mi limiterò alla formica che, tra la scarpa sinistra e la destra del doganiere, non si sente tenuta a rispondere alle domande:  “Da dove?” e “Dove?”. E chi se non la piovra, con le lunghe braccia sfrontate, viola i sacri limiti delle acque territoriali? Come si può parlare di un qualche ordine, se non è nemmeno possibile scostare le stelle e sapere per chi brilla ciascuna? E poi questo riprovevole diffondersi della nebbia! E la polvere che si posa su tutta la steppa, come se non fosse affatto divisa a metà. Solo ciò che è umano può essere davvero straniero. Il resto è bosco misto, lavorio di talpa e vento. (W. Szymborska)

VORREI RICORDARLO PIÙ SPESSO (LA PAURA, IL CORAGGIO)

Ero con un'amica in bagno quando lei è entrata.  Iniziò un gioco di sguardi intensi. Le occasioni non sempre si perdono, le occasioni si rinnovano sotto altre forme.  Il momento arriva quando deve arrivare. Ariete è la colonna sonora di questi strani giorni, e vorrei ricordarlo più spesso che non siamo stupidi se siamo avvolti dai contrasti, tra il desiderio di avvicinarci e la paura che non vada come sperato.  Alle volte serve forzare la mano, spiazzare noi stessi almeno un poco, per vedere di nascosto l'effetto che fa.  Vorrei ricordarlo più spesso di quando la paura bussò alla porta del coraggio. Il coraggio si alzò, andò ad aprire e fuori non c'era nessuno. Ps Coglierò ogni momento, sì. Vorrei scappare un giorno, ma con te al mio fianco. (Memorie di un amore, A. Battantier, 2022, Marceline A., 17 anni)

LEONE (CANE NON PIÙ FIFONE)

Mio padre dice che mi vuole bene epperò quando ho invitato il mio amico a casa a dormire ha detto "non ho niente in contrario però mi sembra gay, o sbaglio?". Mio padre dice che non ha pregiudizi ma che si fa solo dei giudizi; non ho mai capito questa sua frase idiota.  Sì, è vero, Adriano è gay, e allora? Hai paura che lo sia anch'io? O che lui possa contagiarmi nella malattia? Fai il finto moderno, dici che l'omosessualità non è tutta uguale.  E dici che anche te hai conosciuto bisessuali, e quelli che poi guariscono, quelli che vengono rovinati da persone che incontrano; e poi tu ce l'hai con i trans che dici che per fortuna sono pochi perché quando non si capisce subito che sesso abbiano allora a te non interessa perché, secondo te, si deve capire chiaramente se uno è maschio o femmina. Caro papà il problema è che a nessuno dovrebbe importare della sessualità di una persona. E, visto che tu dici sempre che l'omosessualità deve restare un fatto privato, inv

PENSIERO PER LA VICINA DI CASA (IL GATTO ERNESTO)

Signora Alice, vi avevo osservata salire le scale, un incedere affaticato. Mi offrii per le buste della spesa.  Mi rispondeste con un sorriso:  -No grazie, finché ce la faccio vuol dir che sono giovane! La vostra risaputa e fiera dignità.  Avete lasciato un gatto e due figli molto distratti.  Conservo le piante, innaffiandole quando posso.  E il vostro gatto, che saluta così la sua dolce umana: Ogni volta che torno, quando apro la porta, lui se ne scappa su per le scale.  È un'intesa tra noi.  Ha una missione da compiere.  Si ferma su quello che fu il vostro zerbino. Ora tutto appartiene al nuovo inquilino, che continua pedante a chiedersi:  -Che ci fa sempre qui questo gatto?  Lascialo perdere, diffida di chi non conosce i gatti.  Lui pensa solo che vieni a scroccare crocchette. Non sa che i gatti scelgono loro 'chi' e dove abitare. Lui non sa che sei tu, lo stregatto di Alice. (Memorie di un amore, Memorie di un animale, A. Battantier, 1996, Illustrazione, Kunst, prove di

Il GIOCO DELLE FOGLIE

Uno dei giochi più belli era  afferrare  le foglie quando cadevano sospinte dal vento.  Mio nonno organizzava tornei per me e gli amichetti del paese.  Ci mettevamo sotto gli alberi, cadevano e noi correvamo, cercando di prenderle con due mani, con una mano, in tutti i modi.  Nonno faceva l'arbitro dei nostri migliori pomeriggi d'autunno.  Io immaginavo che fossero le foglie a divertirsi con noi, a non voler farsi prendere.  Le foglie quando cadono assumono traiettorie incredibili.  Sembra quasi che le hai prese e, all'ultimo, ti sfuggono.  Oppure, ma più raramente, pensi di averle perse e te le ritrovi (insperato regalo) nel cappotto o tra i guanti. Nonno raccoglieva tutte le foglie acciuffate e le teneva per il conteggio finale tra bambini.  Poi le foglie venivano conservate dentro un enorme cesto di vimini che nonna utilizzava per le mele, le nocciole, le castagne o quant'altro.  Ora, io vado di rado in questa casa  sull'Appennino tosco-emiliano.  Ci sono ancora

SIAMO UN GRUPPO DI BABYSITTER

Siamo un gruppo di babysitter, donne africane, del Bangladesh, pakistane,  filippine, veniamo da tanti paesi del mondo.  Ci ritroviamo al parco Gozzi Sìvigliardi i pomeriggi, portando bambini di altri genitori.  Io sono  in Italia da 20 anni, ho 4 figli ma due sono 6 anni che non li vedo. Comunque non è di questo che voglio parlare.  È che questi bambini che seguiamo alle volte sono piccoli re. Tutto a loro è permesso, tutto loro vogliono e tutto possono fare.  Noi ci troviamo a fare quello che dicono loro perché è un lavoro.  Sono loro i nostri padroni.  Per chi è in condizione di debolezza, per chi deve andare in Polizia all'ufficio immigrazione ogni anno, è difficile mantenere in alto il rispetto. Quando c'è la debolezza aumenta lo sfruttamento per i lavoratori. Forse una babysitter Italiana può dire il suo pensiero ai genitori dei figli monelli e può ritornare a mangiare a casa dei propri genitori, come ha fatto una mia amica. Ma la verità è che dipende dai genitori, sono l

SCEGLIETE UN FILM PER PARLARE DI VOI: TENET

Se io fossi il protagonista, cercherei di valorizzare  lo scorrere del tempo.  Epperò io ho sempre dei dubbi e poco mi risulta chiaro, subito.  Ci vuole tempo per capire e, se hai fretta, è un problema. Io da ragazzino ho cercato di aiutare mio padre ad uscire dalla droga (con mia sorella piu grande) ed abbiamo dovuto mandar giù tante storie amare per sopravvivere, anche perché mamma per 2 anni seguiva un altro e c'era e non c'era. Ma noi l'abbiamo perdonata.  Il fatto è che io perdono tutti e vorrei salvare tutti.  Il futuro mi manda messaggi ma io non riesco a decifrarli.  E quando arrivano mi sento, ogni volta, indietro nel tempo.  Sarebbe bello comunicare con il futuro, e forse possiamo imparare a farlo, andando a ritroso nel passato per capire cosa cambiare nel presente. Mi sono accorto che, anche se sembra un rifugio, è faticoso e inutile fuggire indietro nel tempo.  Il passato non vuole essere cambiato,  ti avvolge e ti soffoca se non continui a vivere. E il futuro?