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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

È TROPPO FACILE (AH L'AMORE, QUESTO FOLLE SENTIMENTO CHE...)

È troppo facile piangere quando un amore sta morendo, spezzato in due, da noi piegato. È troppo facile piangere come se l'amore durasse per sempre.  (Jacques Brel, Grand Jacques) È come se avessi dormito una vita e mi fossi svegliato ora. Da sveglio ti accorgi che era un sogno e sei piccolo, piccolo così. Abbiamo parlato di amore in un bar che doveva chiudere.  Paolo il gestore aspettava paziente, finendo di spruzzare chimica e deodorante, dopo aver risposto pastarelle in un frigo semi vuoto. I muri ci schiacciavano, quell'indifferenza del mondo, quell'ipocrisia, premevano per entrare.  Lui ci fa, con sincera bontà: -Dovrei chiudere, ma vi lascio fuori due sedie e due paste, se vi va...le sedie me le accatastate e chiudete con la catena. Io e te, possiamo vivere meglio da soli? Alle volte l'unica cosa da fare è prendere atto di quanto abbiamo profondamente sbagliato.  La distruzione totale avviene pezzo a pezzo, quando le incomprensioni sembrano solo allarmismo ingiusti

TANALIBERATUTTI

Giocavamo a nascondino lungo il viale, vicino casa dei nonni.  Solitamente ci riparavamo dietro gli alberi, oppure dietro o sotto le panchine, coperti dagli anziani intenti a chiacchierare guardandoci giocare.  Ricordo quando riuscii nell'impresa: la migliore Tanaliberatutti della mia vita.  Mi nascosi sotto le foglie e Gisa, la mia amichetta per la pelle, terminò l'opera, fino a rendermi invisibile.  Rimasi lì boh per un tempo infinito. Due ragazzini, i 'tanàri', mi cercavano ed ero rimasta l'unica con il potere di liberare tutti i 'tanati'.  Al momento opportuno Gisa mi avvertì,  allora sgattaiolai, correndo come il vento.  Fu così che liberai tutti i miei amici. Mi portarono in trionfo.  Il ricordo più bello di quand'ero piccolina.  In seguito ho giocato a pallavolo agonistica, ma non ho mai più provato il brivido del nascondino con gli amici del paese.  (Memorie di una bambina, A. Battantier, 2021, Rita Dadà, 50, ricordo degli 8 anni)

SOCRATE (IL MIO BUON AMICO)

Socrate mi ha fatto amare la filosofia.  Io, da ignorante epperò curioso, sono rimasto folgorato da una frase: 'So di non sapere'. Socrate ci invita a conoscere, ad imparare, mettendoci sempre in discussione e in gioco. Che bella cosa la consapevolezza di non sapere e la curiosità di voler conoscere a fondo questo strano mondo! La curiosità è alla base del sapere, infatti per continuare a conoscere il mondo serve lo stupore e l'amore per tutto quello che ancora c'è da scoprire. Alcune persone pensano di sapere sempre tutto, e non si fanno più domande, io queste persone le trovo noiose e saccenti. Si impara facendosi domande, confrontandosi con gli altri che, come te, cercano di capire. Anche dalle cose più ovvie e banali si può imparare qualcosa.  Ad esempio, si può imparare come uscire dalla noia, grazie alla fantasia di inventarsi situazioni nuove ancora inesplorate.  Grazie Socrate, sei un mio buon amico (Memorie di un adolescente, A. Battantier, Marco C. 14 anni, 20

MA CHE TI GUARDI!?

Ma che ti guardi? Non hai ancora capito che tipa sono io? Non passo inosservata, e faccio male perché io amo per davvero. Non sopporto quelli che lasciano fare all'indifferenza,  la vita va presa di faccia, fino in fondo. Ci devi stare e se qualcosa cambia è perché finalmente abbiamo alzato il culo.  Aspetti ancora la manna dal cielo? Per deviare l'attenzione c'è gente che si dà malata, ma peggio sono quelli che si danno morti, dimenticando che ogni giorno è buono per essere risorti. (A. Battantier, 1995, Omaggio a Monica, la mia pazza preferita)

NON CREDERE A NULLA SE PRIMA NON L'HAI CAPITO (a parte Eloisa)

Abelardo era un maestro di logica, libero dentro, un'offesa per i vecchi di cervello. Si innamorò di Eloisa, sua giovane allieva, la sposò in segreto ed ebbe un figlio.  Tutta questa situazione fece un pochino indispettire lo zio permaloso di Eloisa, che lo fece evirare.  I due innamorati si separarono, tornando ad un regime di logica apparente, in linea con il medioevo, e si fecero religiosi, non potendosi più fare.  Ma continueranno a scambiarsi lettere per tutta la vita.  A scuola abbiamo letto alcune di queste lettere e sono veramente belle.  Se solo riuscissi a scrivere una lettera così a Giada sarei il ragazzo più felice della terra.  Magari però, senza correre rischio di essere evirato pure io, visto che suo padre non mi sopporta proprio.  Ora dovrei parlare della filosofia di Abelardo, sennò vado fuori tema e m'abbassa la media. So che lui intendeva la logica come un qualcosa che stabilisce la verità o la falsità di un discorso.  E poi, un'altra cosa bella che dicev

A NATALE VI CUCINATE DA SOLI

"Mi dici che non so ridere.  Ma ridere di che?  Del fatto che ogni giorno sottilmente tu mi offendi?  Tu vorresti una donna buona buona al posto suo, che faccia il suo dovere, che non rompa mai. 'A cuccia!' mi hai gridato l'altro giorno quando ti ho comunicato che -dopo 10 anni- per la prima volta non avrei cucinato per il pranzo di natale da tua madre.  Oddio che scandalo, che lesa maestà! Alla vostra violenza maschilista ho risposto: MA IO NON CI STO PIÙ!!! Non starò più in silenzio e quanto sono stata bene al mare, in pace e nel silenzio, il giorno di Natale.  E ho pure riso, sì, da sola.  Perché mica ero matta, ero rinsavita".  (Memorie di un amore, A. Battantier, 2007, Simo Gioia)

IL CANTO DI NATALE (Ma davvero la gente cattiva è destinata a restare sola?)

In queste settimane abbiamo letto in inglese “Il Canto di Natale” di Charles Dickens. Tutto avviene durante la notte della vigilia di natale.  Scrooge è un ricco uomo d'affari, cattivo, pretende sempre dagli altri, tirchio ed egoista.  Insomma, come i padroni di mamma e papà lì in fabbrica alla farmaceutica. Scrooge dà a Cratchit uno stipendio da fame, lo umilia, gli chiede di lavorare sempre di più, è sottopagato, sfruttato e maltrattato, come papà e mamma. La prima parte della storia mi sembra un documentario per quanto è vero. Poi, tutto diventa una bella favoletta. Scrooge, questo vecchio odioso, viene visitato da tre specie di fantasmi, ognuno gli porta un ricordo, una memoria, un messaggio di quelli che chi vuole capire capisca. Il fantasma del suo socio d'affari, Marley, gli dice che se andrà avanti così a fare lo stronzo, saranno problemi, perché nessuno lo visiterà, nessuno vorrà andare al funerale, e tanto, quando schiatta, altri si divideranno le sue cose, l'azi

VALZER DI UN GIORNO

Tutto è già qui anche se non si vede, nascosto fra le pieghe. E se ci stupirà sarà soltanto come certe novità che sapevamo già. Tutto è già qui, l'adesso e l'indomani, i torti, le ragioni, le grandi verità e le speranze vuote. Tutto è già qui nell'ombra delle cose, l'amore che verrà, le partenze e poi le attese. Ma oggi, che era un giorno come tanti, hai preso le mie mani e poi le hai messe sui tuoi fianchi. E io che ballare non l'ho fatto proprio mai, mi sono perduto in un valzer che gira per noi. (Gianmaria Testa)

I PANNI SPORCHI SI LAVANO IN FAMIGLIA

"Oggi ho scoperto delle cose interessanti. Anche se i miei amici dicono che la colpa è dei migranti.  Ogni settimana, in Italia, muoiono in media tre donne vittime di femminicidio. E secondo l'Oms: Il 38,6% dei femminicidi è colpa del partner.  Se guardate questi dati vi accorgerete che questi partner sono tutti italiani".  (Memorie di un'adolescente, A. Battantier, 2019, Lucrezia, 16 anni) Dal 1° gennaio al 21 novembre 2021 c’è stata in Italia una vittima ogni tre giorni, 109 sono state le vittime sul totale di 263 omicidi volontari:  Il 68% è avvenuto per mano del marito, fidanzato, amante o ex, il 27% di genitori/figli.

AVERE O ESSERE (LA SOCIETÀ DEL SUPERFLUO)

Riposo vicino alla tomba del vecchio Bill Piersol che, approfittando della legge sulla bancarotta, ne uscì più ricco di prima. Io, stanco del lavoro e della povertà, vedevo Bill e gli altri sempre più ricchi. Una notte derubai un viaggiatore e, senza volere, lo uccisi. La mia bancarotta fu l'impiccagione. Ora, dormiamo in pace, fianco a fianco. (E. Lee Masters, Antologia di Spoon River, Hod Putt, trad. e riduz. A.B., MIP LAB 2018) "Io mi chiedo:  Esiste un modo per uscire dalla società dei consumi, senza rubare, ammazzare, farsi ammazzare!? Il lavoro mi stava schiacciando sempre di più, allora ho provato a cambiare qualcosa. Il mio compagno (da poco aveva avuto un brutto infarto) mi diceva: "Che vita di merda! Stiamo a lottare così duramente per la vita che non abbiamo neanche il tempo di viverla. E la domenica pomeriggio dormiamo crepàti sul divano". Ho capito, poco a volta, che si può lavorare di meno, risparmiare, comprare solo quando hai soldi, rinunciando  ad in

L'AUTONOMIA: RICERCA SULL'ADOLESCENZA INQUIETA

L'AUTONOMIA: RICERCA SULL'ADOLESCENZA INQUIETA (AD USO DEI GENITORI) "Le crisi di crescita portano alla ricerca di autonomia. La parte migliore deve ancora uscire allo scoperto ma, tempo qualche anno, li vedremo sotto una nuova luce questi ragazzi.  La raccolta delle informazioni procede spedita (dalla nascita non si è mai interrotta) ma si attende da un momento all’altro il singolo episodio in grado di fare esplodere una volta per tutte le informazioni accumulate. Il “processo formativo”, parliamoci chiaro, è una rottura di cazzi, un’espressione che l’adolescente non vuole sentire, né tanto meno intende sentire la vostra voce di adulti cresciuti anzitempo. Fatelo correre, più con le sue gambe che con la vostra fantasia; la fantasia viene correndo.  Non misurate il passo della corsa, fingete di leggere il giornale, parlate tra voi grandi, fategli trovare il passo suo.  Ogni adolescente che si rispetti controlla lo spazio con indolenza, trasandume, scioltezza disarticolata

DIO COSTA MENO!

TU PROVACI PERÒ...

Non puoi ottenere sempre quel che vuoi. Ma se ci provi, qualche volta potresti trovare, e ottenere quello che ti serve. You can't always get what you want. But if you try sometime you might find, You get what you need. (Mick Jagger, Keith Richard, You Can’t Always Get What You Want)

VUOI LIBERARE LA CREATIVITÀ? NON FARE NIENTE

"Basterebbe chiudere gli occhi e non pensare a niente.  Il cervello, organo pigro, si attiva in alcuni rari momenti.  Sta a noi coglierli, cavalcando le onde. L'area dei ragionamenti più complessi  -la corteccia temporale e frontale-  sovente vien distratta da elementi superflui, che inibiscono la creatività.  Ma, è pur vero, sono proprio questi elementi superflui ad attivare il desiderio per una soluzione alternativa, in grado di risolvere creativamente un problema.  Quando ci rendiamo conto che sono eccessivi gli sforzi per trovare una soluzione, che sembra non arrivare mai, provate a chiudere gli occhi e non pensate assolutamente a niente.  Ma proprio a niente.  A niente.  Voglio ripeterlo ancora una volta:  a niente.  La concentrazione va e viene e voi non dovete fare NIENTE per farla vostra.  Abbiamo cominciato a capire come funziona il cervello:  Per creare non occorre fare niente, in attesa che il 'lampo neuronale' riattivi l’inconoscibile melassa cognitiva.  Sa

LA MIA FAMIGLIA (AVREMMO BISOGNO TUTTI DI UN CUSCINO COSÌ)

Ecco questa è la mia famiglia.  È tipo una casa, io sono quello più grande con la testa e il corpo lungo perché sono alto e magro.  In alto a sinistra ci sta mio padre e, sotto in basso a sinistra, ci sta mia madre.  Loro sono lontani, stanno sempre a lavorare e fanno le cose loro.  In basso a destra ci sta mio fratello grande. Lui è buono con me epperò fa la prima media e allora non gioca tanto con me.  E poi ci sta Éliane, la mia baby-sitter.  Lei fa tutto con me, è sempre accanto a me. È come un cuscino che io dormo accanto a lei e lei dorme accanto a me. (A. Battantier, Memorie di un bambino, D1, 7 anni, 2017) Un bambino solo. Il cuscino è quello della baby-sitter.  I genitori ed il fratello sono rappresentanti in compartimenti stagni. I bambini esprimono bene ciò che li circonda.  Stringe il cuore questo disegno, non c'è amore, vicinanza, gioco. Interessante notare le due linee di separazione tra il bimbo e i genitori da una parte, e il fratello dall'altra.  Come scriveva

Ciao Emanuele

Emanuele Sabatino, più conosciuto come "Ema Motorsport", per me un grande meccanico divulgatore (mi faceva capire con semplicità le cose), aveva raggiunto il suo "Punto di Non Ritorno (PNR)", nonostante non trapelasse troppo, coperto dalla fragile maschera di youtuber di successo. Il fatto è che, di fronte a questi PNR non è facile arrivare in tempo, comprendere quando è il momento di non lasciare sola una persona, pervasa da una disperazione che ti mangia dentro, anche se fuori ostenti sorrisi di leggerezza. Farla finita diventa sradicare un dolore troppo lancinante, forse è anche una sorta di ultima vendetta contro chi non ci ha capito. L'orgoglio ferito fa il resto. Serve l'attenzione giusta, la sensibilità, per capire quando è il momento della vicinanza a qualcuno in difficoltà. Comunichiamo le nostre emozioni profonde, la vita va vissuta anche nelle delusioni. Aiutiamoci tra noi, occorre  trovare la solidarietà in piccoli gruppi, costruire reti di

IL TEMPO CI METTE TEMPO A PASSARE

Vivevamo all'angolo di un letto, parlavamo con gli occhi.  C'era dolcezza nelle nostre vite,  un domani pieno di sorprese.  Lenzuola d'estate bagnate di blu.  Non posso pronunciare il tuo nome  ma vedo il tuo viso nel mio. (Un sogno occasionale/An Occasional Dream, D. Bowie. Lib. traduzione M. Thompson Nati)

LA SOLITUDINE (E LA FELICITÀ)

"Chi è felice nella solitudine o è una bestia selvaggia o un dio" (Aristotele) La solitudine non è necessariamente un ostacolo per un'esperienza felice.  Ero sola, e quella solitudine mi apparteneva, perché avevo capito una verità fondamentale:  C'è tanta folla qui dentro me.  Dovremmo tornare a parlare più spesso con noi stessi.  Un disegno farà capire meglio la cosa. Loneliness is not necessary a barrier to a happy experience.  I was lonely, and that loneliness belonged to me, because I understood one fundamental truth:  It's getting kind of crowded inside of me.  We should go talk to ourselves.  Here's a drawing to explain. (A. Battantier, M.Thompson Nati, The paradoxes of Ego, 1998)

QUELLA STRANA ROBA DA BERE

Avevamo alcune preziose bottigliette dell'acqua santa di Lourdes.  Vi ricordate del "miracolo"? Quando venne tamponato un treno dei pellegrini che tornavano da Lourdes e, quasi tutti si salvarono. Io avevo 9 anni e c'ero. Una motrice era andata a sbattere contro il nostro treno speciale.  Secondo me Dio non si fidava e ci mise alla prova.  Per fortuna avevamo con noi le bottigliette. Dio è il numero 1 a scoprire chi crede veramente e chi no.  Ed è pure un bontempone, inventandosi di volta in volta giochi sempre nuovi per testare la fede dei suoi umili servi. Comunque, dopo quel viaggio, le bottigliette erano custodite gelosamente da mamma. Oggi posso confessare che l'acqua santa della madonnina sul comò di mamma e di mia nonna, non evaporò, e non fu mai  miracolo. Ma le bevvi io le bottigliette, volevo autosantificarmi. Del resto, chi non ha bevuto almeno una volta l’acqua santa di Lourdes? Ci vedevo fluttuare qualcosa dentro, credo fosse acqua stagnante...erano b

COSA VEDI INFERMIERA?

Cosa vedi infermiera?  Una vecchia buttata in un letto,  lo sguardo incerto e gli occhi lontani.  Rifugge il cibo e non risponde e voi mi dite:  'Almeno assaggia!' A te sembra che nulla mi importi di quello che fai.  Sono la vecchia  che perde sempre il calzino e la scarpa,  quella che ti resiste,  non permettendoti di occuparti di lei.  Ora ti dirò chi sono, mentre me ne sto ancora qui, seduta a ricevere le tue attenzioni, lasciandomi imboccare per compiacerti.  Io sono una bimba di 10 anni, con un padre ed una madre, fratelli e sorelle che si vogliono bene.  Sono una ragazza di 16 anni, con le ali ai piedi, e sogno presto di incontrare l'amore.  A 20 anni sono già sposa, il mio cuore batte forte.  A 25 ho un figlio, che ha bisogno di me e di una casa sicura e felice.  Sono già una donna di 30 anni e mio figlio è cresciuto.  Siamo molto legati.  Ho poco più di 40 anni, mio figlio ora è adulto e se ne va, ma il mio uomo mi sta accanto e a 50 anni i bimbi giocano attorno a m

DICEMBRE (TI ODIO)

Dicembre, lo toglierei dal calendario. Certo, s'intende signore, va bene, un mese di vita in meno. Al limite potrei andare via quando arriva, dormire che so, 31 giorni. In fondo, non chiedo molto, amare il mondo, ad eccezione del dolore. Dicembre per me è questo dolore che ti assale. E le lucine delle feste mi spengono. (A. Battantier, Memorie di un amore, 2012 Kaam, 17 anni, quando morì mio padre scendeva la neve)  

LA MIA DIETA

Nel tentativo di perdere peso, sotto i vestiti mi ero avvolta nella pellicola trasparente per sudare di più.  Poco prima avevo chiamato il pediatra per un consiglio, mia figlia aveva l'influenza, e sembrava finita lì. Lui però, trovandosi a far visite in zona, decise di fermarsi a dare un'occhiata di persona. Me lo trovai a sorpresa davanti al portone, ero impresentabile.  La cosa più imbarazzante? Ad ogni mio passo la pellicola trasparente sfregava tra i suoi strati, emettendo un rumore stridulo, unito a cik ciak dato dal sudore. (Giusi Mazza, La mia dieta)

PER FARCI SENTIR LIBERE (CI BASTA POCO)

Per farci sentir libere ci basta poco.  Ci fanno credere che fuori è brutto, pieno com'è di volpi, donnole e faine.  Sarà, ma io non le ho ancora viste queste bestie, epperò, ogni tanto arriva una donnola cicciona su due zampe, e prende per il collo mia sorella, mamma o zia.  E chi s'è visto s'è visto.  Un cazzo s'è rivisto!  E chi l'ha riviste più!  Ci fanno credere la libertà, e i padroni  tocca pure ringraziare.  Dicono:  "Fuori ci stanno le bestie feroci".  Boh! A me sembra che le bestie feroci ci stanno, ma stanno là, in cucina.   (A. Battantier, Memorie di un animale, 1987)

LA REINPIANTAZIONE

Un giorno mi piacerebbe rinascere pianta.  La religione delle piante permette di essere utili anche da morti.  Foreste immense che ci parlano e respirano con noi, e per noi.   E il camposanto sarebbe sempre aperto per abbracciare un albero generato da un suo caro. Io vorrei rinascere quercia, e vorrei che su di me nascesse una capanna stupenda, come quella che avevo dai nonni.  Mi piacerebbe far giocare i bambini, e donare ombra ai parenti, agli amici, a chiunque passi a trovarmi per un semplice pic-nic.  (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, Gerti Maude, 16 anni, Enrico Ciceri, 70 anni)

DIOGENE CANE

Se Mane può vivere senza Diogene cane, perché non Diogene cane senza Mane?  Una botte aperta era casa mia e cercavo la verità. Vidi un ragazzo bere dall'incavo delle mani,  e capii che avrei potuto distruggere il mio unico avere: una ciotola di legno. E quando venne un re a chiedermi cosa io volessi, io sol risposi:  Scostati un poco dal sole. Irritato il re inviò a me Diogene cane un vassoio d'ossi, per saziare ridendo la fame. Io lo accettai, poi sì però mandando a dire:  Degno di un Diogene cane il cibo,  ma non degno di re il regalo. E con questo me ne vado. Ma a voi giovani dico:  L'esercizio vince l'ostacolo ma niente si ottiene senza dedizione.  Scegliete in armonia con la natura,  e felici vivrete.  Fatiche non saranno  ma allenamento di passioni. Fate quello che vi va,  ma nulla anteponete alla libertà. (A. Battantier, Diogene cane, 1989)