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Visualizzazione dei post da marzo, 2014
TOSSICODIPENDEN ZA. La rabbia che si prova verso il figlio e verso noi stessi si scioglie quando ti rendi conto del problema e, assumendo nuove consapevolezze,  smetti di giudicare, o almeno ci provi. La droga è una bestia malvagia che ti entra dentro, e ti divora il fisico ma  sopratutto l'anima. Serve proteggere i ragazzi una volta usciti, questo è il momento di non lasciarli soli. Individuo, famiglia e comunità, umanità. E ricordarsi che la tossicodipenden za è una malattia, basterebbe pensare a questo e forse non verrebbero fuori certe frasi tipo: "è morto di overdose, uno di meno". Uno di meno? Sì, uno di meno ma di tutti noi. Forse ci dovremmo solo fermare a pensare che potrebbe capitare ad ognuno di noi. La morte di un tossicodipenden te non è una sconfitta del singolo individuo ma dell'umanità intera. (Punto d'Ascolto Mazzano Romano, 3/2014).
"GENITORI-FIGLI: I NO CHE AIUTANO A CRESCERE. A nessun genitore piace vedere soffrire i propri figli, però, perché togliere sempre le castagne dal fuoco? Nel quotidiano servono alcuni NO motivati, i NO che aiutano a crescere. I NO che ai genitori fanno male. Quei NO che faranno  pure soffrire i ragazzi però, li aiuteranno -se affiancati da tanto AMORE- a crescere e districarsi nel mondo. Viviamo in un mare molto agitato, ma non possiamo soffrire noi per loro, è importante saper nuotare per non affogare. Chi ha superato gli scogli e i mostri degli abissi, avrà comunque qualcosa da insegnare. Ed anche gli errori di rotta si possono insegnare...a non rifare. Non sono eterni i genitori, e le sofferenze rafforzano le ossa, in speciale modo quando occorre stringere i denti, tenere la barra dritta. Non sempre si può navigare a vista, con umiltà serve alle volte affidarsi alle carte dell'esperienza ". (Punto d'Ascolto Mazzano Romano, 3/2014).
MIO MIO TUTTO MIO: L'EGOISTA. Questa volta voglio imparare l'egoismo. Pena e disgusto per i troppo buoni, basta, ora tocca a me riprendermi la libertà. C'è la vita degli altri, ma c'è pure la mia, troviamo un compromesso o al culo devo continuare a prenderlo io? Voglio essere autentico e sincero, adesso voglio essere egoista e, senza far male, riprendere in mano la mia vita. Mi sono sacrificato pure troppo ed ora, se permettete, voglio essere libero di disporre della vita mia, mica voglio rubare la tua, ma la mia è mia e a me ci penso io per dio. Come Duffy Duck ho preso una decisione: il futuro è mio, mio, tutto mio. Autentico e sincero, basta ipocrisia, la vita adesso è mia. Basta essere quel che non si è, basta vergognarsi di quello che si è: sono un'egoista, sì va bene, e così sia; prima ero menzognero, adesso almeno sono più sincero. È una fase, ma adesso è così, non faccio male a nessuno, tranquilli, solo un par de cazzetti miei, così, tanto pé ricomincià a ca

Passato, presente, futuro: raccontami una storia. M. Thompson Nati, 1970

"Tutto ha origini lontane nel tempo. Torna bambino e scoprirai la verità, per cambiare la tua storia. Non ti arrovellare sul presente. È nel passato che troverai la forza e l'energia per conquistare il tuo futuro". (Passato, presente, futuro, raccontami una storia, M. Thompson Nati, 1970).

Pigro Agitato

IL PIGRO AGITATO. Iperattivo non vuol dire per forza che non stai attento, più che altro è che stai attento a tante cose insieme, ma una sola proprio non ce la fai e ti distrai. Insomma, per dare retta a troppo non combini niente. Sto imparando a concentrarmi, cioè a non distrarmi, almeno per qualche minuto. Sono passato da 5 minuti consecutivi, a 10, a 15, ora sto provando a 20. Io lo so che dipende da quanto ti prende una cosa, dipende dalla passione, dalla motivazione, tipo scienze mi piace pure perché è brava la prof. Tutti mi dicono che sono paraculo perché faccio solo le cose che mi va e toh, guarda caso, sono le cose più semplici che non mi costano fatica. La psicologa mia diceva che io ero un pigro agitato. Comunque i compiti a scuola sono una palla, quando gioco sto attento, infatti quando gioco non sono pigro manco per niente. Ma quando i grandi mi parlano io non li ascolto, quindi alle volte sono un pigro sordo. Il problema più grande di tutti, però, è che sono disordinat

Non esiste vento favorevole al marinaio che non sa dove andare

Se devi andare da una parte prima ti organizzi come andare, o no? Mica é tutto uguale, voglio dire, bisogna scegliere e mio padre mi diceva: non esiste vento favorevole al marinaio che non sa dove andare. Ma pure se lo sai dove andare, è meglio che scegli bene come fare x non annegare e per portare a casa la pellaccia. È pur vero che magari puoi prendere strade diverse e arrivi sempre dalla stessa parte. Ma tocca stare attenti: alle volte c'è solo una strada altrimenti sò cazzi. Alle volte puoi prendere tante strade, anzi se sò troppe non ce capisci niente, ma alle volte solo una è quella buona. Anzi, alle volte è pure meglio stasse boni e sartà un giro va. (Memorie di un adolescente, Andrea Battantier, 2014, Lucio, coca vaffanculo).

Rabbia/Arrabbite. ANDIAMO ALLE CAUSE.

  LA RABBIA. "[...] Che tra l'altro anche i bambini si arrabbiano, provate a levargli la tetta, o affibbiategli una punizione (giusta e/o ingiusta) e poi vedete. La minaccia ad un piacere conquistato può portare a rabbia. La voglia di libertà e di indipendenza. La paura trasformata in odio per aver fatto una figura di merda (o non volerla fare). La voglia di giustizia. Quando sei arrabbiato vuoi mandare affanculo quell'altro, o ti vuoi vendicare, oddio quanto ti odio e non mi piace quello che fai! Alle volte la rabbia è utile, fa avvicinare le persone, serve per ridarti la libertà, ma altre volte quando è troppo è troppo, e allora scoppia tutto dentro e chissenefrega se ti perdo per strada, anzi pure meglio perché sittepijo te gonfio. Epperò alcuni fantocci -che fanno finta di essere forti e sereni pure quando sono incazzati- dicono: 'No, sai, non sono mica arrabbiato, sono solo un po' alterato, corrugato, alterato, pensieroso, corrucciato'. Per non parlare

I cosiddetti bambini iperattivi

Non riuscivo mai a finire i compiti, perché io ero bravo a perdere tempo e mi distraevo sempre: bastava la matita da temperare, una vespa in volo, la voglia di nutella. All'inizio pensavano tutti che io avevo qualche problema al cervello, e pure a me faceva comodo, mi sembrava una bella scusa. Poi, col tempo ho capito che era un problema anche di regole e di metodo, cose che non avevo. Diciamo che ero un viziato, facevo quello che volevo e un ragazzino, se può, fa sempre quello che gli va. Ma mica è detto che alla fine ci guadagna facendo quello che gli va. Comunque, non ci prendiamo in giro: a me non piace ancora adesso la scuola. Ancora adesso vorrei stare sempre fuori, coi maialetti, le papere, a prendere funghi e asparagi (l'altro giorno ho trovato un'asparagina con 30 asparagi intorno!). Ma ho capito che tanto la scuola va fatta e allora tanto vale farla bene, inutile fare le cose di fretta perché tanto poi vengono uno schifo e le devi rifare. Spesso mi facevo mandar

Una famiglia d'azzardo

"Nonna preferisce i gratta e vinci, mamma il Bingo, io le scommesse sportive. Siamo una famiglia d'azzardo insomma, tranne papà che è solo alcolizzato. Papà mi ha fatto conoscere Monekò, l'unico usuraio che pure quando "presta" ti fa giocare d'azzardo, nel senso che quando vai all'ufficio suo ti fa vedere 3 buste e se scegli quella buona ti fa lo sconto del 10% sul 50% d'interessi. Io mi diverto a giocare, solo che non capisco che c'ho da divertirmi visto che perdo soldi su soldi. Il fatto è che mi diverto nel mentre, il dopo arriva dopo, insomma non ci penso e quando ci penso è troppo tardi. Ho aumentato nel tempo la mia posta in gioco e la cosa allucinante è che io mi sono sempre considerato padrone di niente e schiavo di nessuno, Invece con il gioco ho scoperto che sono padrone di niente e schiavo del gioco. Perché quando c'hai c'hai un vizio, sei schiavo del vizio. Altro che gioco responsabile. Tacci loro dello Stato e della pubblicità

Manca amore

Dicono che sono svantaggiato fatto sta che ho lasciato la scuola prima del tempo. Non sono analfabeta ma non ero motivato e la scuola è stata un fallimento. Gli psicologi mi hanno chiesto che cosa si può fare per recuperare i ragazzi, per non farli finire come me insomma. E che volete che vi dica? Prima di tutto se uno è ribelle, e soprattutto aggressivo, è perché si sente frustrato, e tutta la rabbia in corpo da qualche parte fuori la devi fare esplodere sennò zompi te. I ragazzi difficili si fanno le bande per avere più coraggio in questo mondo infame e cattivo. Il mondo è pericoloso mica perché ci siamo noi, guarda che noi arriviamo dopo. Ci vorrebbe qualcuno che aiuta i giovani per strada e nelle scuole. Ma solo che senza soldi e con poco tempo non fai niente. Lo stato non è presente e allora un ragazzo si fa lo stato da solo con le regole sue. Ma se qualcuno lo coccolasse e si prendesse cura di un bambino in mezzo alla strada allora questo crescerebbe con amore e con voglia di a
"La nostalgia talvolta è una bella canzone. Altre, un grandioso alibi per non abbracciare il futuro". (M. Thompson Nati, Passato, Presente e Passato, 2005).

Memorie della bottiglia

"Oggi abbiamo parlato della salute mentale, cioè quando uno sta bene con la testa ma pure con il corpo visto che la mente e il corpo sono collegati. Il fatto è che tanti ragazzi bevono e si drogano, e alcuni si ammazzano o comunque stanno male. Quello che sto capendo è che un corpo maltrattato prima o poi te la fa pagare. Il fatto è che molti giovani pensano di essere eterni e allora non se ne fregano del futuro, ma poi quando arrivano a 40 anni magari sono dei catorci e allora piangono come i coccodrilli. Ho capito pure che noi già usiamo poco il cervello (tipo il 30%), poi se ci mettiamo pure le droghe allora sì che stiamo a posto". (Memorie della bottiglia, documentario di Andrea Battantier, contributo di Alberto, 14 anni, 2014).
"Ho scoperto l'importanza dell'attività fisica solo ultimamente, grazie alle arti marziali. Le arti marziali (ma io penso anche altri sport) mi fanno stare bene, e mi hanno allontanato (ormai da 4 anni) dall'abuso di alcol e cocaina (e pure sigarette quasi del tutto). Sembra una banalità ma il tempo dedicato allo sport è tempo tolto alla droga. Io sto cercando (senza esagerare, perché non sono un maniaco dello sport) di invitare i miei amici a fare sport ed ho visto che, almeno due che hanno iniziato a praticare, hanno smesso di bere, cioè gli è proprio (nel tempo) passata la voglia, perché è il corpo che te lo chiede. Senza fare il santarellino ho capito non tanto che fumare e bere e pippare fanno male, quanto piuttosto che lo sport mi fa bene". (Memorie della bottiglia, documentario di Andrea Battantier, contributo di Gianluca Kyoto, 28 anni, 2014).

La percezione della vecchiaia e della morte.

"La crisi di mezza età è tosta perché negli ultimi decenni l'elastico dell'adolescenza si è prolungato sempre più. E quando arriva il punto di rottura, eccoci giù vecchi. Ed è un brutto risveglio e triste è la consolazione di aver raggiunto almeno un barlume di saggezza. E sti cazzi la saggezza! Eppure dovremmo trovare un nuovo senso alla vecchiaia incipiente, uscendo dal vittimismo del destino di morte guardato alla finestra. Anche gli antichi rosicavano eppure avevano un senso naturale di dignità legato alla morte. Oggi la morte sembra un dramma, con il vecchio relegato al margine della società. La vecchiaia è sofferenza in attesa della morte, questa è la verità. Sì certo, ma non solo. Questo è maggiormente vero quando si perde lo stupore, la curiosità, la voglia di conoscersi ancora a fondo". ("La percezione della vecchiaia e della morte", A. Battantier, 2007).
L'ELABORAZIONE DEL LUTTO AMOROSO. "Ci sei te, anche ora che non ci sei più fisicamente, e continui a percorrere questo cammino insieme a me. Ti sento, ti avverto in ogni cosa che faccio. Sei te a darmi la forza per affrontare tutto. Quando sono triste, quando vorrei far tutto tranne gioire, in quel momento vieni in mio soccorso. Mi tornano alla mente i tuoi occhi che riflettevano la mia felicità Ti bastava vedermi felice per esserlo anche te o quando ti rabbuiavi vedendomi triste o pensierosa. Mi torna alla mente e allora io tiro fuori tutta la grinta possibile e cerco di lottare per la mia felicità. E non sento più stanchezza, non voglio più arrendermi perchè insieme alla mia forza si è unita la tua. Nonostante la morte tu oggi sei ancora qui, a tendermi la mano ed a incitarmi a proseguire il mio cammino". (AR, 2014. Ciao Gianluca amico mio!!!).