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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

RACCOGLIENDO RICORDI SULLE NUVOLE (Ramassant des souvenirs sur les nuages)

Una volta mi hai detto: "Quando guardi le nuvole, vedi la sua faccia?" Resto con i migliori ricordi, sono intatti. Il tempo cambia ogni cosa,  il tempo cambia sempre,  si cerca di afferrare il reale  per tornare a vivere. Ma la vita dei ricordi è ancora più forte. Ecco perché guardo le nuvole. Tu m'as dit un jour: "Vois-tu son visage dans les nuages?" Je reste avec les meilleurs souvenirs. Ils sont intactes. Le temps nous fait changer,  le temps change sans cesse,  et on essaie d'attraper le réel,  afin de vivre de nouveau. Mais la vie des souvenirs  est encore plus forte. Ça fait partie de pourquoi  je regarde les nuages. (A. Battantier, 2005)

LA GUERRA

"I generali sempre più medaglie. I ricchi sempre più ricchi. I poveri sempre 2 metri di terreno". (M. De Pretis, 1950)

MEMORIE DI UN LAVORO: UN ELETTRICISTA AL MUSEO

Me ne stavo al museo di arte moderna e contemporanea, per finire alcuni lavoretti.  Sapete, io sono elettricista, servivano prese e lampade speciali per l'installazione di un artista tedesco.  Bè, insomma, ero stanco, mi serviva la pausa di metà mattina.  Io mi sveglio alle 5 di mattina, e comunque ho 61 anni.  Ecco, esco a farmi un panino ed un caffè, e, neanche 1 minuto mi accorgo di aver dimenticato gli occhiali dentro, sul parquet della sala dell'IMMAGINARIO. Cavolo, quelli costano, ho appena pagato la prima rata.  Allora rientro, ma trovo la sala affollata.  Non riuscivo a passare, ho pensato:  'Qualcuno si sarà sentito male, porello'.  Ma io dovevo prendere gli occhiali. Arrivo agli occhiali, stavano ancora in terra e tutti a guardarli e a scattargli foto.  'Ma che sono tutti matti qua dentro?',  ho pensato.  Mi inchino per recuperarli, ma mi guardano malissimo come se il matto fossi io, e mi spingono via.  Ma vi rendete conto? Una folla inferocita mi ha a

LE MEZZE STAGIONI

"Nonna diceva che non ci stanno più le mezze stagioni. Sarebbe da dirglielo a nonna che ormai in alcune parti del mondo ti svegli con il costume e vai a letto con gli sci.  In Colorado c'è stata da poco una nevicata pazzesca che ha bloccato la popolazione.  Ma qualche giorno prima c'era stata un'afa pazzesca che aveva bloccato la popolazione. A scuola un amico mio ha subito detto: "che bello la neve a primavera!".  Ma c'è poco da stare allegri:  È l'effetto dei ghiacci che si sciolgono.  A scuola ne abbiamo parlato con Millo Peg, un ricercatore che gira le scuole a raccontare i cambiamenti climatici. Il futuro è tragico e sarebbe il caso di cambiare qualche cosa e non so neanche se saremo in tempo ormai, ma io che ho quasi 14 anni voglio provarci. Non sopporto quelli che -ad esempio mio padre- dicono che sono tutte cavolate e che tanto il tempo è sempre stato così. Millo Peg ha spiegato alcuni articoli scientifici in parole semplici. Quello che ho imp

SENZA MUSICA ME NE MORREI

Ricordo l'esatto momento in cui ritrovai il modo d'essere felice.  Avevo 6 anni, mio padre era morto da poco.  Mia nonna mi accompagnò fino al vialetto di ghiaia della scuola e me ne partii per l'ultimo tratto di strada.  La morsa di tristezza era atroce.  Fu allora che provai a fischiare il motivetto di un carillon.  Lo usava sempre papà per farmi addormentare. Per la prima volta uscirono dei suoni fischiettanti dalla mia bocca e mi sentii un poco più forte.  Presi a fare mie le musiche del mondo, fischiandole, cantandole, ballandole, respirandole.  Musica è vita per me, fa vibrare le corde  profonde dell'essere, liberandolo. La musica accende passioni, scarica tensioni, sopisce dolori, sfoga le lacrime, trasporta verso nuovi sorrisi. Senza musica io me ne morrei. (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2008)

LE RADIUM GIRLS (NON CI AVEVANO DETTO NIENTE)

Nei primi del ‘900 eravamo operaie in fabbriche di orologi.  I padroni volevano solo donne e ragazze, spesso minorenni, perché le donne sono più precise ed hanno le mani piccine. Spennellavamo tutto il giorno lancette degli orologi, per renderle luminose al buio. La vernice conteneva radio, un elemento chimico radioattivo, tossico e pericoloso, causa di ustioni alla pelle e dentro di noi. Non ci avevano detto niente.  Siamo morte anzitempo, una mia amica a 16 anni, io ho retto fino a 21. Ci chiamavano "le lucciole"; quando alla sera Manuel veniva alla fabbrica, noi si rideva perché ero coperta di luce dai capelli alle scarpe. Solo volta mi venne un dubbio:  I capi in fabbrica utilizzavano schermi di piombo, maschere e tenaglie.  La società aveva distribuito materiale “ad esclusivo uso interno dirigenziale” informando sui devastanti "effetti pregiudizievoli" del radio.  Ma a noi no, non ci avevano detto niente.  Me ne morii in un letto dell'Orange Memorial Hospit

DEPRESSIONE, SOLITUDINE, LA FORZA DELL'AMORE

Si confondono i termini e il senso delle parole.  Da anni non si dice "sono triste" ma "sono depresso". Mi ha colpito la riflessione di Hunter Doherty "Patch" Adams, lo slittamento di parola DEPRESSIONE-SOLITUDINE.  Perché essere tristi non va bene.  Anche davanti alla morte non si può esternare il lutto. In questa società è richiesto  l'essere veloci, sorridere sempre e a qualunque costo. Sempre allegri bisogna stare, di buon umore, vietato parlare di sé nel profondo. La depressione è un'epidemia di portata mondiale. Secondo le stime dell'OMS, la più diffusa malattia del pianeta.  *** "La maggior parte delle depressioni ha le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine.  È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci.  Se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci.  Non c'è industria medica che

DEVO TORNARE SULLA LUNA

Alla fine il maggiore Tom aveva accettato l'incarico. In tre giorni sarebbe stato su, avrebbe sostituito la bandiera, qualche foto e, in mezza giornata, avrebbe fatto ritorno a casa, in tempo per il barbecue. Il maggiore Tom non era l'astronauta con più tempo nello spazio, ma di missioni ne aveva fatte, e, prima di lui, altri colleghi dell'agenzia avevano declinato.  Anche Tom però, questa volta, ne avrebbe fatto a meno.  Una passeggiata spaziale, solo per una bandiera? I responsabili del progetto "High-flown flag" gli avevano spiegato che la bandiera posta sulla Luna era ormai sfigurata dalle radiazioni e, probabilmente, deturpata da micrometeoriti. Eppure, a guardar le foto della sonda, tutto sembrava rimasto identico, rispetto alla partenza degli astronauti, una cinquantina di anni fa.  Così come si vedevano ancora chiaramente le tracce delle impronte e delle ruote del rover.  Ma se tutto sembrava intatto congelato nel tempo, allora perché mandarlo a sostituire

L'ISOLOTTO

C'era un isolotto e noi ci arrivavamo a nuoto. Eravamo 4 o 5, dai 12 ai 15 anni. Mentre nuotavamo gridavamo, picchiando l'acqua goffamente con le mani.  Non avevamo mai freddo, perché ci allontanavamo dalla realtà; nuotavamo sfiancati, aspettando il momento del riposo sugli scogli, il momento in cui ci saremmo messi tutti quanti a sognare il premio per il primo, per il secondo, per il terzo e così via.  Noi pensavamo che su quell'isolotto i sogni si sarebbero avverati, prima o poi.  Andrea non si voltava mai indietro per paura di fermarsi, al contrario di Gianni che si girava sempre, come un gatto braccato dalla sorte.  Geremia se la rideva cantando in faccia al sole e Martino cercava ad ogni traversata nuovi stili per abbattere i suoi record.  Alle volte si univa a noi Gianfra, che puntava tutto sul divino tuffo capace di donargli un pur esiguo vantaggio iniziale.  E poi c'era Gufo, che partiva spedito ridacchiando e, ogni volta, andava raccattato che presto si stancav

UN METODO INFALLIBILE PER FERMARE LE GUERRE NEL MONDO

"Io un metodo ce l'avrei.  Si stabilisce che ogni atto di guerra deve essere deciso da un referendum nazionale. Epperò chi vota "SÌ VOGLIO LA GUERRA"  va a fare il soldato e poi parte. Se lo facessero tutti i paesi vincerebbe la pace nel mondo". (A. Battantier, Memorie di un'adolescente,  Melissa 14 anni, 2022) *** "L'orrore della guerra si ripeterà ogni volta, fin quando il popolo non ripudierà la guerra.  La guerra inizialmente non la vuole il popolo, poiché il popolo non ha nulla da guadagnare dalla guerra.  Eppure, chi governa, guadagna dalla guerra ma ha bisogno del popolo. La guerra è la negazione del popolo eppure è il popolo a farne carne da macello. Intanto, distante dal fronte, chi governa conta i soldi.  Prima di tutto Essere Umano. Poi, inglese, tedesco, francese, italiano".  (Manlio De Pretis, Tutte le lettere,1932)   *** "Sarebbe da liberare il mondo da questi pazzi che comandano, malati di onnipotenza e profitto senza fine. 

DEDICATO AD UNA MAMMA SPECIALE (E AI SUOI CAPELLI)

Sono da sempre un sostenitore delle legittime stranezze che tutti abbiamo; alcuni le manifestano di più, altri meno.  Mamma ad esempio mi ha sempre fatto ridere ma anche un po' vergognare.  Forse perché era rimasta agli anni '80 ma io lo so, bisogna essere clementi con le mamme.  Lei aveva la fissa dei capelli. La mattina la salutavo che aveva i capelli neri lisci e, il pomeriggio, me la ritrovavo bionda e riccia.  La maestra mia, per carità anzianotta di suo e mezza cecata, non la riconosceva mai ed io la imploravo:  -Maestra ma è la mamma! E la maestra imperterrita:  -Edoardo è impossibile, tua mamma non ha i capelli elettrici color carota! Quel giorno si guardarono 20 secondi buoni, ed io, me ne stavo conteso in mezzo a loro, un braccio per parte.  Ma il massimo è stato quando siamo tornati a casa, parcheggiamo, io stavo prendendo lo zaino, mia madre suona, mio padre apre, la guarda, e le richiude la porta in faccia.  Non l'aveva riconosciuta. (Memorie di un adolescente,

L'ABBANDONO IN UNA VASCA DA BAGNO

Da piccola passavo le ore nella mia vasca da bagno.  Mi piaceva contemplare l'acqua, che usciva poco a poco, a causa di un'impercettibile perdita del tappo.  Mi piaceva restar lì, era il momento mio, sapevo che sarebbe finita, ma non presto.  Come quando se ne andò mio padre. Come quando se ne andò mia nonna.  Ma questo l'ho scoperto dopo.  Quel bagno era per me un tentare di fermare il tempo, replicando quello che già accadde.  In quell'ora stavo bene, toccavo l'acqua con le dita, lei scivolava via, ma io la riprendevo, le dedicavo mille attenzioni.  Anni dopo, il giardiniere tutto fare, mise del silicone.  Io mi accorsi che non perdeva più, e ne soffrii.  Con un cacciavite scavai quel volgare silicone, ristabilendo quel mio nobile sport del ricordo d'amore. (Memorie di un amore, Andrea Battantier, 2012. Rilla e la scoperta dell'acqua) *** "Fin da piccola mi trovavo bene nella mia vasca da bagno. Quando ero triste potevo passarci le ore, con un libro,

LE ABITUDINI

"Mi ero accorto che il mio corpo e la mia mente funzionavano un pochino meglio quando facevo più bagni al giorno. Il fatto è che arrivai a farne anche 30 al giorno. Lasciavo l'acqua nella vasca, ne aggiungevo calda di tanto in tanto e ci rientravo immancabilmente, come un ippopotamo che trae sollievo unicamente dalla sua pozza salvifica.  Ognuno ha le sue abitudini per lenire lo stress e per risparmiare/ricaricare energie.  Le abitudini mandano a "riposo" l'io, donandoci una sensazione di sicurezza.  Tuttavia, in alcuni casi, sono stesse fonte di stress, ad esempio, quando diventano un'arma di ricatto al nostro stesso io, e allora diviene difficile reinventarsi creativamente scenari diversi quando siamo costretti ad abbandonarle. Le abitudini possono allora trasformarsi nel nostro più spietato carnefice, quando si trasformano in ossessione compulsiva ricorrente, con pensieri e/o azioni stereotipate che ci obbligano a ripetere sempre incessantemente la stessa

LA GUERRA DENTRO CASA

Per me tante coltellate, grazie.  Per me lo stesso. Io oggi provo martellate, nel sonno però. Uccidere è diventato un passatempo. La guerra è dentro casa, non basta chiudere la porta, hanno le chiavi. Quante donne dovranno morire ancora? Noi non vogliamo essere protette. Vogliamo essere libere.  Senza padroni. Al primo schiaffo andate via.  Al primo insulto andate via.  La vita è preziosa, amatevi. Si parte da bambine e da bambini. Sogno pace e felicità, prima ancora giustizia. (A. Battantier)

I DUE PAESI (IL NAZIONALISMO SPIEGATO AI BAMBINI)

Due paesi erano in lotta da sempre. I re fecero costruire al confine due finti paesi bellissimi di cartone, frontoni di legno e ninnoli vari, per impressionare i nemici.  I re ordinarono che i villaggi fossero abbelliti. Semplici capanne vennero decorate con fiori, fondali dipinti e portali trionfali, finti giardini su tela ingannatori delle meraviglie.  I villaggi vennero costruiti con facciate in legno, perché i re volevano che i dirimpettai credessero ai fasti di un paese forte, ricco, rigoglioso.  Epperò gli altri non erano da meno.  C'erano attori che impersonavano falsi pastori ed operai gioiosi, donne che andavano alla fontana intonando a gran voce inni nazionali, alla sera si accendevano candele. Nessuno però abitava in questi paesi, si fingeva di vivere una vita felice, per cercare di demoralizzare i confinanti, che però facevano lo stesso, in una lotta all’ultimo inganno. Quando le vedette avverse si facevano vive, ecco che partivano sempre gli stessi greggi di pecore lun

NON FUMARE!

"Don't smoke. I did. Wish I never had. LLAP". "Non fumare. Io l'ho fatto. Vorrei non averlo fatto. Lunga vita e prosperità" (Leonard Nimoy) "A life is like a garden. Perfect moments can be had, but not preserved, except in memory. LLAP". "La vita è come un giardino: i momenti perfetti possono essere vissuti, ma non conservati, tranne attraverso i ricordi. Lunga vita e prosperità". La frase è presa dalla serie televisiva Star Trek, si tratta di un saluto di augurio pronunciato da Spock (Leonard Nimoy) interpretato, e dal popolo vulcaniano. "Il conflitto che albergava in lei era tra Abitudine e Cambiamento". (Thomas Bergen, Just the way she was, the last cigarette) 

MA CHE GIOCO È QUELLO LÌ?

Ma che gioco è quello lì? È il gioco della vita e va veloce.  Ma tu lentamente affréttati e gioca, gioca seriamente.  Il giovane ha imparato e si è fatto vecchio.  La partenza e l'arrivo.  La vita è un passaggio.  Apprezziamo ogni momento.  L'equilibrio nel movimento.  Chi può dare l'amore a un bambino ormai grande?  Forse un grande  che dentro ha un bambino.  Cerchiamolo, c'è.  E insieme si va. (A. Battantier, 2007)