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Visualizzazione dei post da 2021

È TROPPO FACILE (AH L'AMORE, QUESTO FOLLE SENTIMENTO CHE...)

È troppo facile piangere quando un amore sta morendo, spezzato in due, da noi piegato. È troppo facile piangere come se l'amore durasse per sempre.  (Jacques Brel, Grand Jacques) È come se avessi dormito una vita e mi fossi svegliato ora. Da sveglio ti accorgi che era un sogno e sei piccolo, piccolo così. Abbiamo parlato di amore in un bar che doveva chiudere.  Paolo il gestore aspettava paziente, finendo di spruzzare chimica e deodorante, dopo aver risposto pastarelle in un frigo semi vuoto. I muri ci schiacciavano, quell'indifferenza del mondo, quell'ipocrisia, premevano per entrare.  Lui ci fa, con sincera bontà: -Dovrei chiudere, ma vi lascio fuori due sedie e due paste, se vi va...le sedie me le accatastate e chiudete con la catena. Io e te, possiamo vivere meglio da soli? Alle volte l'unica cosa da fare è prendere atto di quanto abbiamo profondamente sbagliato.  La distruzione totale avviene pezzo a pezzo, quando le incomprensioni sembrano solo allarmismo ingiusti

TANALIBERATUTTI

Giocavamo a nascondino lungo il viale, vicino casa dei nonni.  Solitamente ci riparavamo dietro gli alberi, oppure dietro o sotto le panchine, coperti dagli anziani intenti a chiacchierare guardandoci giocare.  Ricordo quando riuscii nell'impresa: la migliore Tanaliberatutti della mia vita.  Mi nascosi sotto le foglie e Gisa, la mia amichetta per la pelle, terminò l'opera, fino a rendermi invisibile.  Rimasi lì boh per un tempo infinito. Due ragazzini, i 'tanàri', mi cercavano ed ero rimasta l'unica con il potere di liberare tutti i 'tanati'.  Al momento opportuno Gisa mi avvertì,  allora sgattaiolai, correndo come il vento.  Fu così che liberai tutti i miei amici. Mi portarono in trionfo.  Il ricordo più bello di quand'ero piccolina.  In seguito ho giocato a pallavolo agonistica, ma non ho mai più provato il brivido del nascondino con gli amici del paese.  (Memorie di una bambina, A. Battantier, 2021, Rita Dadà, 50, ricordo degli 8 anni)

SOCRATE (IL MIO BUON AMICO)

Socrate mi ha fatto amare la filosofia.  Io, da ignorante epperò curioso, sono rimasto folgorato da una frase: 'So di non sapere'. Socrate ci invita a conoscere, ad imparare, mettendoci sempre in discussione e in gioco. Che bella cosa la consapevolezza di non sapere e la curiosità di voler conoscere a fondo questo strano mondo! La curiosità è alla base del sapere, infatti per continuare a conoscere il mondo serve lo stupore e l'amore per tutto quello che ancora c'è da scoprire. Alcune persone pensano di sapere sempre tutto, e non si fanno più domande, io queste persone le trovo noiose e saccenti. Si impara facendosi domande, confrontandosi con gli altri che, come te, cercano di capire. Anche dalle cose più ovvie e banali si può imparare qualcosa.  Ad esempio, si può imparare come uscire dalla noia, grazie alla fantasia di inventarsi situazioni nuove ancora inesplorate.  Grazie Socrate, sei un mio buon amico (Memorie di un adolescente, A. Battantier, Marco C. 14 anni, 20

MA CHE TI GUARDI!?

Ma che ti guardi? Non hai ancora capito che tipa sono io? Non passo inosservata, e faccio male perché io amo per davvero. Non sopporto quelli che lasciano fare all'indifferenza,  la vita va presa di faccia, fino in fondo. Ci devi stare e se qualcosa cambia è perché finalmente abbiamo alzato il culo.  Aspetti ancora la manna dal cielo? Per deviare l'attenzione c'è gente che si dà malata, ma peggio sono quelli che si danno morti, dimenticando che ogni giorno è buono per essere risorti. (A. Battantier, 1995, Omaggio a Monica, la mia pazza preferita)

NON CREDERE A NULLA SE PRIMA NON L'HAI CAPITO (a parte Eloisa)

Abelardo era un maestro di logica, libero dentro, un'offesa per i vecchi di cervello. Si innamorò di Eloisa, sua giovane allieva, la sposò in segreto ed ebbe un figlio.  Tutta questa situazione fece un pochino indispettire lo zio permaloso di Eloisa, che lo fece evirare.  I due innamorati si separarono, tornando ad un regime di logica apparente, in linea con il medioevo, e si fecero religiosi, non potendosi più fare.  Ma continueranno a scambiarsi lettere per tutta la vita.  A scuola abbiamo letto alcune di queste lettere e sono veramente belle.  Se solo riuscissi a scrivere una lettera così a Giada sarei il ragazzo più felice della terra.  Magari però, senza correre rischio di essere evirato pure io, visto che suo padre non mi sopporta proprio.  Ora dovrei parlare della filosofia di Abelardo, sennò vado fuori tema e m'abbassa la media. So che lui intendeva la logica come un qualcosa che stabilisce la verità o la falsità di un discorso.  E poi, un'altra cosa bella che dicev

A NATALE VI CUCINATE DA SOLI

"Mi dici che non so ridere.  Ma ridere di che?  Del fatto che ogni giorno sottilmente tu mi offendi?  Tu vorresti una donna buona buona al posto suo, che faccia il suo dovere, che non rompa mai. 'A cuccia!' mi hai gridato l'altro giorno quando ti ho comunicato che -dopo 10 anni- per la prima volta non avrei cucinato per il pranzo di natale da tua madre.  Oddio che scandalo, che lesa maestà! Alla vostra violenza maschilista ho risposto: MA IO NON CI STO PIÙ!!! Non starò più in silenzio e quanto sono stata bene al mare, in pace e nel silenzio, il giorno di Natale.  E ho pure riso, sì, da sola.  Perché mica ero matta, ero rinsavita".  (Memorie di un amore, A. Battantier, 2007, Simo Gioia)

IL CANTO DI NATALE (Ma davvero la gente cattiva è destinata a restare sola?)

In queste settimane abbiamo letto in inglese “Il Canto di Natale” di Charles Dickens. Tutto avviene durante la notte della vigilia di natale.  Scrooge è un ricco uomo d'affari, cattivo, pretende sempre dagli altri, tirchio ed egoista.  Insomma, come i padroni di mamma e papà lì in fabbrica alla farmaceutica. Scrooge dà a Cratchit uno stipendio da fame, lo umilia, gli chiede di lavorare sempre di più, è sottopagato, sfruttato e maltrattato, come papà e mamma. La prima parte della storia mi sembra un documentario per quanto è vero. Poi, tutto diventa una bella favoletta. Scrooge, questo vecchio odioso, viene visitato da tre specie di fantasmi, ognuno gli porta un ricordo, una memoria, un messaggio di quelli che chi vuole capire capisca. Il fantasma del suo socio d'affari, Marley, gli dice che se andrà avanti così a fare lo stronzo, saranno problemi, perché nessuno lo visiterà, nessuno vorrà andare al funerale, e tanto, quando schiatta, altri si divideranno le sue cose, l'azi

VALZER DI UN GIORNO

Tutto è già qui anche se non si vede, nascosto fra le pieghe. E se ci stupirà sarà soltanto come certe novità che sapevamo già. Tutto è già qui, l'adesso e l'indomani, i torti, le ragioni, le grandi verità e le speranze vuote. Tutto è già qui nell'ombra delle cose, l'amore che verrà, le partenze e poi le attese. Ma oggi, che era un giorno come tanti, hai preso le mie mani e poi le hai messe sui tuoi fianchi. E io che ballare non l'ho fatto proprio mai, mi sono perduto in un valzer che gira per noi. (Gianmaria Testa)

I PANNI SPORCHI SI LAVANO IN FAMIGLIA

"Oggi ho scoperto delle cose interessanti. Anche se i miei amici dicono che la colpa è dei migranti.  Ogni settimana, in Italia, muoiono in media tre donne vittime di femminicidio. E secondo l'Oms: Il 38,6% dei femminicidi è colpa del partner.  Se guardate questi dati vi accorgerete che questi partner sono tutti italiani".  (Memorie di un'adolescente, A. Battantier, 2019, Lucrezia, 16 anni) Dal 1° gennaio al 21 novembre 2021 c’è stata in Italia una vittima ogni tre giorni, 109 sono state le vittime sul totale di 263 omicidi volontari:  Il 68% è avvenuto per mano del marito, fidanzato, amante o ex, il 27% di genitori/figli.

AVERE O ESSERE (LA SOCIETÀ DEL SUPERFLUO)

Riposo vicino alla tomba del vecchio Bill Piersol che, approfittando della legge sulla bancarotta, ne uscì più ricco di prima. Io, stanco del lavoro e della povertà, vedevo Bill e gli altri sempre più ricchi. Una notte derubai un viaggiatore e, senza volere, lo uccisi. La mia bancarotta fu l'impiccagione. Ora, dormiamo in pace, fianco a fianco. (E. Lee Masters, Antologia di Spoon River, Hod Putt, trad. e riduz. A.B., MIP LAB 2018) "Io mi chiedo:  Esiste un modo per uscire dalla società dei consumi, senza rubare, ammazzare, farsi ammazzare!? Il lavoro mi stava schiacciando sempre di più, allora ho provato a cambiare qualcosa. Il mio compagno (da poco aveva avuto un brutto infarto) mi diceva: "Che vita di merda! Stiamo a lottare così duramente per la vita che non abbiamo neanche il tempo di viverla. E la domenica pomeriggio dormiamo crepàti sul divano". Ho capito, poco a volta, che si può lavorare di meno, risparmiare, comprare solo quando hai soldi, rinunciando  ad in

L'AUTONOMIA: RICERCA SULL'ADOLESCENZA INQUIETA

L'AUTONOMIA: RICERCA SULL'ADOLESCENZA INQUIETA (AD USO DEI GENITORI) "Le crisi di crescita portano alla ricerca di autonomia. La parte migliore deve ancora uscire allo scoperto ma, tempo qualche anno, li vedremo sotto una nuova luce questi ragazzi.  La raccolta delle informazioni procede spedita (dalla nascita non si è mai interrotta) ma si attende da un momento all’altro il singolo episodio in grado di fare esplodere una volta per tutte le informazioni accumulate. Il “processo formativo”, parliamoci chiaro, è una rottura di cazzi, un’espressione che l’adolescente non vuole sentire, né tanto meno intende sentire la vostra voce di adulti cresciuti anzitempo. Fatelo correre, più con le sue gambe che con la vostra fantasia; la fantasia viene correndo.  Non misurate il passo della corsa, fingete di leggere il giornale, parlate tra voi grandi, fategli trovare il passo suo.  Ogni adolescente che si rispetti controlla lo spazio con indolenza, trasandume, scioltezza disarticolata

DIO COSTA MENO!

TU PROVACI PERÒ...

Non puoi ottenere sempre quel che vuoi. Ma se ci provi, qualche volta potresti trovare, e ottenere quello che ti serve. You can't always get what you want. But if you try sometime you might find, You get what you need. (Mick Jagger, Keith Richard, You Can’t Always Get What You Want)

VUOI LIBERARE LA CREATIVITÀ? NON FARE NIENTE

"Basterebbe chiudere gli occhi e non pensare a niente.  Il cervello, organo pigro, si attiva in alcuni rari momenti.  Sta a noi coglierli, cavalcando le onde. L'area dei ragionamenti più complessi  -la corteccia temporale e frontale-  sovente vien distratta da elementi superflui, che inibiscono la creatività.  Ma, è pur vero, sono proprio questi elementi superflui ad attivare il desiderio per una soluzione alternativa, in grado di risolvere creativamente un problema.  Quando ci rendiamo conto che sono eccessivi gli sforzi per trovare una soluzione, che sembra non arrivare mai, provate a chiudere gli occhi e non pensate assolutamente a niente.  Ma proprio a niente.  A niente.  Voglio ripeterlo ancora una volta:  a niente.  La concentrazione va e viene e voi non dovete fare NIENTE per farla vostra.  Abbiamo cominciato a capire come funziona il cervello:  Per creare non occorre fare niente, in attesa che il 'lampo neuronale' riattivi l’inconoscibile melassa cognitiva.  Sa

LA MIA FAMIGLIA (AVREMMO BISOGNO TUTTI DI UN CUSCINO COSÌ)

Ecco questa è la mia famiglia.  È tipo una casa, io sono quello più grande con la testa e il corpo lungo perché sono alto e magro.  In alto a sinistra ci sta mio padre e, sotto in basso a sinistra, ci sta mia madre.  Loro sono lontani, stanno sempre a lavorare e fanno le cose loro.  In basso a destra ci sta mio fratello grande. Lui è buono con me epperò fa la prima media e allora non gioca tanto con me.  E poi ci sta Éliane, la mia baby-sitter.  Lei fa tutto con me, è sempre accanto a me. È come un cuscino che io dormo accanto a lei e lei dorme accanto a me. (A. Battantier, Memorie di un bambino, D1, 7 anni, 2017) Un bambino solo. Il cuscino è quello della baby-sitter.  I genitori ed il fratello sono rappresentanti in compartimenti stagni. I bambini esprimono bene ciò che li circonda.  Stringe il cuore questo disegno, non c'è amore, vicinanza, gioco. Interessante notare le due linee di separazione tra il bimbo e i genitori da una parte, e il fratello dall'altra.  Come scriveva

Ciao Emanuele

Emanuele Sabatino, più conosciuto come "Ema Motorsport", per me un grande meccanico divulgatore (mi faceva capire con semplicità le cose), aveva raggiunto il suo "Punto di Non Ritorno (PNR)", nonostante non trapelasse troppo, coperto dalla fragile maschera di youtuber di successo. Il fatto è che, di fronte a questi PNR non è facile arrivare in tempo, comprendere quando è il momento di non lasciare sola una persona, pervasa da una disperazione che ti mangia dentro, anche se fuori ostenti sorrisi di leggerezza. Farla finita diventa sradicare un dolore troppo lancinante, forse è anche una sorta di ultima vendetta contro chi non ci ha capito. L'orgoglio ferito fa il resto. Serve l'attenzione giusta, la sensibilità, per capire quando è il momento della vicinanza a qualcuno in difficoltà. Comunichiamo le nostre emozioni profonde, la vita va vissuta anche nelle delusioni. Aiutiamoci tra noi, occorre  trovare la solidarietà in piccoli gruppi, costruire reti di

IL TEMPO CI METTE TEMPO A PASSARE

Vivevamo all'angolo di un letto, parlavamo con gli occhi.  C'era dolcezza nelle nostre vite,  un domani pieno di sorprese.  Lenzuola d'estate bagnate di blu.  Non posso pronunciare il tuo nome  ma vedo il tuo viso nel mio. (Un sogno occasionale/An Occasional Dream, D. Bowie. Lib. traduzione M. Thompson Nati)

LA SOLITUDINE (E LA FELICITÀ)

"Chi è felice nella solitudine o è una bestia selvaggia o un dio" (Aristotele) La solitudine non è necessariamente un ostacolo per un'esperienza felice.  Ero sola, e quella solitudine mi apparteneva, perché avevo capito una verità fondamentale:  C'è tanta folla qui dentro me.  Dovremmo tornare a parlare più spesso con noi stessi.  Un disegno farà capire meglio la cosa. Loneliness is not necessary a barrier to a happy experience.  I was lonely, and that loneliness belonged to me, because I understood one fundamental truth:  It's getting kind of crowded inside of me.  We should go talk to ourselves.  Here's a drawing to explain. (A. Battantier, M.Thompson Nati, The paradoxes of Ego, 1998)

QUELLA STRANA ROBA DA BERE

Avevamo alcune preziose bottigliette dell'acqua santa di Lourdes.  Vi ricordate del "miracolo"? Quando venne tamponato un treno dei pellegrini che tornavano da Lourdes e, quasi tutti si salvarono. Io avevo 9 anni e c'ero. Una motrice era andata a sbattere contro il nostro treno speciale.  Secondo me Dio non si fidava e ci mise alla prova.  Per fortuna avevamo con noi le bottigliette. Dio è il numero 1 a scoprire chi crede veramente e chi no.  Ed è pure un bontempone, inventandosi di volta in volta giochi sempre nuovi per testare la fede dei suoi umili servi. Comunque, dopo quel viaggio, le bottigliette erano custodite gelosamente da mamma. Oggi posso confessare che l'acqua santa della madonnina sul comò di mamma e di mia nonna, non evaporò, e non fu mai  miracolo. Ma le bevvi io le bottigliette, volevo autosantificarmi. Del resto, chi non ha bevuto almeno una volta l’acqua santa di Lourdes? Ci vedevo fluttuare qualcosa dentro, credo fosse acqua stagnante...erano b

COSA VEDI INFERMIERA?

Cosa vedi infermiera?  Una vecchia buttata in un letto,  lo sguardo incerto e gli occhi lontani.  Rifugge il cibo e non risponde e voi mi dite:  'Almeno assaggia!' A te sembra che nulla mi importi di quello che fai.  Sono la vecchia  che perde sempre il calzino e la scarpa,  quella che ti resiste,  non permettendoti di occuparti di lei.  Ora ti dirò chi sono, mentre me ne sto ancora qui, seduta a ricevere le tue attenzioni, lasciandomi imboccare per compiacerti.  Io sono una bimba di 10 anni, con un padre ed una madre, fratelli e sorelle che si vogliono bene.  Sono una ragazza di 16 anni, con le ali ai piedi, e sogno presto di incontrare l'amore.  A 20 anni sono già sposa, il mio cuore batte forte.  A 25 ho un figlio, che ha bisogno di me e di una casa sicura e felice.  Sono già una donna di 30 anni e mio figlio è cresciuto.  Siamo molto legati.  Ho poco più di 40 anni, mio figlio ora è adulto e se ne va, ma il mio uomo mi sta accanto e a 50 anni i bimbi giocano attorno a m

DICEMBRE (TI ODIO)

Dicembre, lo toglierei dal calendario. Certo, s'intende signore, va bene, un mese di vita in meno. Al limite potrei andare via quando arriva, dormire che so, 31 giorni. In fondo, non chiedo molto, amare il mondo, ad eccezione del dolore. Dicembre per me è questo dolore che ti assale. E le lucine delle feste mi spengono. (A. Battantier, Memorie di un amore, 2012 Kaam, 17 anni, quando morì mio padre scendeva la neve)  

LA MIA DIETA

Nel tentativo di perdere peso, sotto i vestiti mi ero avvolta nella pellicola trasparente per sudare di più.  Poco prima avevo chiamato il pediatra per un consiglio, mia figlia aveva l'influenza, e sembrava finita lì. Lui però, trovandosi a far visite in zona, decise di fermarsi a dare un'occhiata di persona. Me lo trovai a sorpresa davanti al portone, ero impresentabile.  La cosa più imbarazzante? Ad ogni mio passo la pellicola trasparente sfregava tra i suoi strati, emettendo un rumore stridulo, unito a cik ciak dato dal sudore. (Giusi Mazza, La mia dieta)

PER FARCI SENTIR LIBERE (CI BASTA POCO)

Per farci sentir libere ci basta poco.  Ci fanno credere che fuori è brutto, pieno com'è di volpi, donnole e faine.  Sarà, ma io non le ho ancora viste queste bestie, epperò, ogni tanto arriva una donnola cicciona su due zampe, e prende per il collo mia sorella, mamma o zia.  E chi s'è visto s'è visto.  Un cazzo s'è rivisto!  E chi l'ha riviste più!  Ci fanno credere la libertà, e i padroni  tocca pure ringraziare.  Dicono:  "Fuori ci stanno le bestie feroci".  Boh! A me sembra che le bestie feroci ci stanno, ma stanno là, in cucina.   (A. Battantier, Memorie di un animale, 1987)

LA REINPIANTAZIONE

Un giorno mi piacerebbe rinascere pianta.  La religione delle piante permette di essere utili anche da morti.  Foreste immense che ci parlano e respirano con noi, e per noi.   E il camposanto sarebbe sempre aperto per abbracciare un albero generato da un suo caro. Io vorrei rinascere quercia, e vorrei che su di me nascesse una capanna stupenda, come quella che avevo dai nonni.  Mi piacerebbe far giocare i bambini, e donare ombra ai parenti, agli amici, a chiunque passi a trovarmi per un semplice pic-nic.  (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, Gerti Maude, 16 anni, Enrico Ciceri, 70 anni)

DIOGENE CANE

Se Mane può vivere senza Diogene cane, perché non Diogene cane senza Mane?  Una botte aperta era casa mia e cercavo la verità. Vidi un ragazzo bere dall'incavo delle mani,  e capii che avrei potuto distruggere il mio unico avere: una ciotola di legno. E quando venne un re a chiedermi cosa io volessi, io sol risposi:  Scostati un poco dal sole. Irritato il re inviò a me Diogene cane un vassoio d'ossi, per saziare ridendo la fame. Io lo accettai, poi sì però mandando a dire:  Degno di un Diogene cane il cibo,  ma non degno di re il regalo. E con questo me ne vado. Ma a voi giovani dico:  L'esercizio vince l'ostacolo ma niente si ottiene senza dedizione.  Scegliete in armonia con la natura,  e felici vivrete.  Fatiche non saranno  ma allenamento di passioni. Fate quello che vi va,  ma nulla anteponete alla libertà. (A. Battantier, Diogene cane, 1989)

I SUPEREROI DEI FUMETTI

"I supereroi del fumetto sono forti, c'hanno dei valori, ma c'hanno pure tante e troppe cose da fare e, alle volte, sono messi in mezzo da qualcuno che gliela butta in caciara.  E, pure se lo sappiamo che alla fine vincono (perché sinnò nun se chiamavano supereroi), mica è una passeggiata. E poi, fatece caso, qualcuno si fa sempre male, epperò grazie a stò dolore, capisci un sacco di cose che nemmanco t'aspettavi, e allora sì, sò belli e strani i fumetti, epperché si mischia tutto quando meno te l'aspetti e torna tutto come te l'aspetti. Infatti io ogni volta che li rileggo capisco qualcosa di nuovo della vita mia di eroe da quattro soldi falsi". (Memorie di un adolescente, A. Battantier, Ottavio M., 2021, 17 anni)

IL MIO LAMPIONE ESPRESSIONISTA

Forse ha ragione il mio psichiatra, tendo ad esasperare il lato emotivo della realtà. Quando me ne torno a casa, a sera tardi, seguo la fila dei lampioni del mio viale preferito.  Da 3 anni c'è un lampione che lampeggia:  Si accende e si spegne, si accende e si spegne.  Resto lì a guardarlo e mi sembra di andare ad un appuntamento con un amico che intende raccontarmi qualcosa.  È una stranezza, lo so, ma la casa così è meno sola, sapendo di questo amico lampione. Il mio vicino ha un numero verde per chiamare i lampioni spenti.  Non lo chiamare, non lo chiamare. Lui non è spento; come me, non sempre è acceso; noi ci capiamo e ci vogliamo bene.  Spero che nessuno chiami mai quel numero verde.  Lungo il viale ci saranno 80 lampioni:  Cosa vi costa lasciarlo così almeno un altro po'? Non sono pronto. (Memorie di un amore, A. Battantier, Daniele O., 52 anni, 2007) Illustrazione: Arnold Schönberg

AMORE E PAURA (SOLITUDINE, ABBANDONO, SAPER DIR DI "NO"!)

L'amore cos'è? Lo so che l'amore non è tutto razionalità, epperò io non posso essere dipendente da uno stronzo fino ad annullarmi. Io ho capito che non fa bene perdere il controllo sulla propria vita, ma quando sei naufrago ti aggrappi pure ad uno stuzzicadenti.  Ognuno di noi ha bisogni e valori, non possiamo rinunciare a tutto, solo per una persona.  Avevo perso la mia autonomia, i miei obiettivi, uno ad uno, erano andati a farsi fottere, sostituiti da altri che non erano miei.  Fossero stati NOSTRI, pure pure.  Ma erano i suoi valori, bisogni, obiettivi. Per rinascere serve prendersi cura di sé,  tornando ad accettare la solitudine, ad amare i momenti con noi stessi. Meglio sole che male accompagnate. È la paura dell'abbandono il più grande nemico.  Questo ci porta ad un'altra paura:  quella di saper dir di NO! Non voglio più svendere la dignità in cambio di briciole e perline colorate. Ed ecco, infine, la terza paura:  la paura del cambiamento. Ma è solo attrave

STATI EMPATICI

I poveri hanno colpa nell'essere poveri? I migranti se la sono cercata la morte nel cercare disperatamente di raggiungerci? Scappano da bombe e morte così, per gioco, sfidando la sorte? E intanto Natale è alle porte, il consumismo impone di accendere le luci e sperperare soldi. Scusate, non era una festa spirituale?  E intanto l'Europa non accoglie Gesù Cristo tra quei rifugiati, impegnata agli ultimi imprescindibili acquisti.  Dice un amico: Aiutiamoli a casa loro. Certo,  se prima li avessimo lasciati in pace, senza schiavizzarli e sfruttando le loro risorse. Lo sapete in Francia che si fa per accogliere i migranti? Bè, ad esempio, il gruppo francese Decathlon ha tolto le canoe nei suoi punti vendita di Calais e Grande-Synthe, non sia mai che qualche "Essere Umano" le usi per attraversare la Manica. Esseri umani e non migranti, persone che hanno una sola colpa, essere nati nella parte sbagliata del mondo.  Empatia, dolce chimera sei tu. Oh se tutti potessero entrare

AH AH AH-STROLOGIA!

2020: L'ASTROLOGO IN REALTÀ CI AVEVA PRESO! Intendo con forza difendere l'astrologo Paolo Fox il quale, in realtà ci aveva preso. Egli affermava, testuali parole:  "Sarà un anno di crescita, vantaggioso per i viaggi e gli spostamenti".  Ma non si riferiva mica agli esseri umani, si riferiva al virus.  Che, infatti, ha viaggiato e si è spostato in molti paesi e in molti corpi.  E anche dopo, quando dice che farà vedere i grafici interessanti, si riferiva ai grafici di contagio e crescita del virus.  A me sembrano argomentazio coerenti, non trovate? (Italien Néandertalien, 2020) Qui il video incriminato https://youtu.be/FxuZbWLUQXE PS: Ma va a cagare, gli astrologi e chi ci crede! 

DASH, DIXAN E ALTRE 2 COSETTE SU CONSUMISMO E AMORE

Prima compravo Dash, poi, Dixan.  Un giorno ho capito che il lavaggio dipende dalla voglia che uno c'ha.  La voglia m'è passata ed ora uso quello che capita, ma non testato sugli animali, e dopo il lavaggio, non si stira. Soprattutto passo meglio il tempo: leggo, viaggio, ho lasciato mio marito a farsi fottere con chi vuole lui.  Non so se Dixan sia miracoloso fino in fondo, e neanche se Dash lava via pure i peccati del mondo e la fedina mentale.  Certo che io, ormai, alle basse temperature preferisco andare in montagna con il mio cane e le mie amiche.  E se la roba non esce bianca...pazienza, ce ne faremo una ragione e, rideremo, salendo in montagna, e non più sugli scaffali dei supermercati alla ricerca di sempre nuove e facili promesse, mai mantenute.  Come mio marito, lo spot pubblicitario più ingannevole ch'io abbia mai incontrato.  PS Volete un trucco per rimuovere le macchie più difficili?  Fregatevene, e vivete con passione la vostra nuova vita, che il ciclo di lava

EUTANASIA

"Il diniego all'eutanasia rappresenta una particolare forma di egoistica scaramanzia". (M. Thompson Nati) Ecco Ultimo Thanatos, Amore Naturale Amore Speciale, Indolore Amore Io sono già morto. Chiedo il permesso di andare via. La legge non lo consente. Ma non posso aspettare che mi diciate voi come morire ancora e ancora. Credo sia giusto e vi dirò perché. E' semplice, non voglio più morire ogni giorno in questa vita che vita non è. Non mi sto arrendendo e avrò vinto, Se potrò scegliere quando andare via. I will die one day, crossing a high-speed road for heaven. Life is limited to my soul (you're not director of my life)  and so, good bye. (A. Battantier, 2007) https://youtu.be/p2zR5VUNy4Q Le gerarchie cattoliche, in nome di fantasticherie religiose, sono contro l’eutanasia.  Ma sono  anche contrarie alla terapia che toglie il dolore. Christopher Hitchens, nel suo documentario per ‘Channel 4’, mostra Madre Teresa che dice a un moribondo: "Stai soffrendo come

LA BUSTA DELL'INVISIBILITÀ

Provammo quel dolore, quando capisci che neanche i grandi possono proteggerti.  E vorresti far qualcosa ma sei solo un bimbo.  Che potrebbe fare poi un bambino quando pure il padre tuo piange di sangue con la dignità nascosta?  Loro ci picchiavano con dei bastoni, manganelli, acqua forte e canne di fucili.  Pioveva e bisognava stare fermi, solo alle volte muoversi pian piano, per guadagnare qualche micro spazio, come un assurdo gioco stella.  C'era da implorare con quegli occhi stretti, oppure, mettersi a guardare in terra, fissando meccanicamente il fango eroso via dall'acqua, come noi dal nostro mondo.  Un tempo io pensavo:  se un bimbo piange porterà a pietà.  Quante volte avevo buggerato mamma, e quante volte salvai il sedere dalle scarpe di mio nonno.  Qui compresi l'inutile del pianto.  Anzi, avrebbe alimentato l'odio. Occorreva il dono dell'invisibilità, impercettibilmente muoversi tra le ombre dei bastoni.  Quell'uomo ci gridava ordini e si avvicinava, e

POESIA D'AMORE

Nazim Hikmet, detenuto per motivi politici, dedicò questa poesia a sua moglie che lo venne a trovare in carcere. Benvenuta, donna mia, benvenuta! Certo, sei stanca, come potrò lavarti i piedi, non ho acqua di rose né catino d’argento. Certo, avrai sete, non ho una bevanda fresca da offrirti. Certo, avrai fame ed io non posso apparecchiare una tavola con lino candido. La mia stanza è povera e prigioniera come il nostro paese. Benvenuta, donna mia, benvenuta! Posasti il piede nella cella ed il cemento divenne prato Ridesti, e rose fiorirono le sbarre Piangesti, e perle rotolarono sulle mie palme Ricco come il mio cuore, cara come la libertà è adesso questa prigione. Benvenuta, donna mia, benvenuta! (Nazim Hikmet, Poesie d'amore)

IL TOPOLINO

In classe a una bambina si staccò un dente.  Ma non lo ritrovava.  Disperazione, perché "il topolino" non le avrebbe lasciato il soldo.  Allora, insieme ai compagni, scrivemmo una lettera al topolino dicendogli che l'amichetta non raccontava bugie e il dente l'aveva perso davvero.  Per fortuna il "topolino" lesse la lettera e le lasciò il soldo anche senza dente presente. (Angela Corrias, Il topolino)

QUANDO PRENDI UN ANIMALE,VIZIALO, COCCOLALO PIÙ CHE PUOI. TU POTRAI AVERNE ALTRI NELLA VITA

Sempre che non sia lui a portarci i fiori freschi!  La vicina di mia nonna era una sua amica di Burraco. La gatta, "Daisy", ha seppellito 3 diverse padrone del circolo. Ogni volta che moriva un'umana, passavano la gatta ad un'amica del circolo.  Quando toccò a mia nonna, disse risolutamente: COR CAZZO! Ps Poi alla fine l'ha presa ed hanno vissuto insieme tanti altri anni.  (A. Battantier, Memorie di un animale, 2000, Valerio Sonaglio, 16 anni)

MIO NONNO AVEVA UNA MENTE CALMA

Di mio nonno ricordo che aveva una mente calma.  Ascoltava gli altri parlare, li abbracciava con quel mare placido della sua mente.  Mi sentivo protetta dalla sua saggezza, che proveniva dal saper ascoltare.  Mio nonno abbracciava il tuo pensiero, con un sorriso buono.  E quando parlava, parlava piano e ti ascoltava come se ciò che dicessi fosse la cosa più importante del mondo.  Ti faceva sentire importante.  Non l'ho mai sentito parlare male di qualcuno e così voleva facessimo noi. Io so che dovrò stringere la lingua tra i denti ma, spero di essere un giorno come mio nonno.  (Memorie di un adolescente, A. Battantier, 2007, Valentina I., 17 anni)

SIAMO IN CONTATTO CON IL MONDO (RESPIRA A FATICA E LO AIUTIAMO COL RITMO)

Ho cambiato panchina.  I vigili non vogliono l'accattonaggio (che non faccio, mi guadagno qualcosa con la chitarra), ma non tollerano neanche "la sosta notturna in panchina ad occhi chiusi".  Così mi hanno detto.  Perché forse non tutti sanno che, seduto in panchina puoi starci, ma se ti trovano con gli occhi chiusi per più di 10 secondi allora scatta la sanzione.  La mia nuova panchina è alta e ci ho messo un telo grande che diventa una tenda speciale.  Una signora di S.Egidio mi ha portato un sacco a pelo della figlia, e dormo da paura.  Mi diverto ancora in questa vita, osservo il mondo, e il cibo è delizioso quando rimedio abbastanza monete con la musica mia.  Adesso che arriva il Natale gli parto di tango jazz col mio amico Karim al violino e Ndouf al contrabbasso.  Siamo in contatto con il mondo, lo sentiamo respirare a fatica e lo aiutiamo col ritmo.  L'altro giorno a un signore in cravatta che piangeva, ho offerto un caffè, dato che era un po' giù.  Ha per

MIO NONNO (DAL DENTISTA)

Avevo circa 8 anni quando il nonno mi portò dal dentista il quale, trapanando, mi procurò un certo dolore ed io emisi un urlo. Il nonno, che assisteva seduto su una sedia, nella medesima stanza, balzò in piedi, afferrò il dentista per il collo e, portandolo vicino alla finestra, urlò: "Se fa ancora male alla bambina io la butto giù!". Mi sono sentita come una principessa delle fiabe difesa da un valoroso principe. (Maria Rosa Aldrovandi, Nonni)

IL MIO ORSETTO

IL MIO ORSETTO Il mio orsetto è un tenero animale, epperò gli è uscito il ferro da dentro. Ma non lo voglio buttare.  Che vuol dire quando mi dicono "sei grande ormai!". E' lui che è ancora piccolo, mica io che sono grande!".  (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2011, Raffo, 8 anni) Ps E poi il ferro si può aggiustare! So che venne riparato e poi dopo qualche anno messo in una teca.  Oggi continua a vivere in una sorta di museo dell'infanzia, in compagnia di trottole, palline colorate e 4 marionette. ❤️ L'AMORE PER I BAMBINI Voi dite:  'E’ faticoso star con i bambini'.  Avete ragione.  Ma poi, aggiungete:  'Perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli'.  Ora avete torto.  Non è questo che stanca.  È il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.  Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.  Per non ferirli. (J. Korczak)

YOGA: LA TROVANO CONGELATA DA 5 GIORNI. DIVENTERÀ OPERA D'ARTE

YOGA: LA TROVANO CONGELATA DA 5 GIORNI. DIVENTERÀ OPERA D'ARTE L'ha scoperta un boscaiolo, convinto che fosse un'opera d'arte in legno. Del resto, proprio in questi giorni, Cortina (e dintorni) si trasforma in un laboratorio artistico a cielo aperto e decine di sculture in legno giungono da tutto il mondo. Il boscaiolo, che è anche scultore e intagliatore in legno, si era avvicinato per osservare il lavoro di un possibile concorrente.  La ragazza, probabilmente, è rimasta congelata mentre praticava una forma di Yoga estremo all'addiaccio. Del resto lo Yoga è eseguire ogni azione come un opera d'arte, ma questa volta l'arte ha contribuito ad una fine ben poco gloriosa. La ragazza si presenta, tuttavia, in ottimo stato di conservazione tanto che, l'artista-boscaiolo, aveva inizialmente proposto di presentarla per la gara di fine anno.  Tuttavia, il regolamento esclude tassativamente sculture umane, in quanto non propriamente di materiale ligneo.  Lieto l&#

GLI INTROVERSI SOCIEVOLI

Gli introversi socievoli hanno imparato a stare bene da soli e sanno essere socievoli quando serve, quando gli va.  Non hanno necessità di stringere amicizie finte o di superficie.  Sanno stare bene in gruppo, ma un po', a piccole dosi.  Poi tornano a ricaricarsi coi loro pensieri, nel loro mondo interno. [...] Il paradosso degli Introversi Socievoli è che sono tanti, ma ognuno desidera star per i fatti suoi. È che son gentili, alcuni non sanno ancora dire NO agli inviti, ma con il tempo diverranno sempre più bravi a salvaguardare il loro giusto compromesso tra mondo esterno e mondo interno.  (A. Battantier, M. Thompson Nati, Ciascuno il suo, 2006)

MIA NONNA (ALLA FACCIA DELLA SINCERITÀ

Guardavo con mia nonna le foto al pc.  Lei ne osserva una e mi chiede:  "Chi è quella ragazza!?" Io, meravigliata, rispondo: "Ma nonna, sono io!". Allora lei mi guarda, riguarda la foto, poi mi riguarda e, con una punta di perplessità e disappunto, mi dice: "Eeeh...nelle foto vieni pure bene, è dal vivo che non mi convinci!". (Milena Ciocca, Mia nonna era un tram, ph Linda "Shutterstock")

Piccola piuma

Sugli alberi sopra me delle cince. La delicatezza di una piccola piuma. Fabiana Semenza

LA CATTIVERIA

La cattiveria è una tossina che riempie il cuore, e quelli esperti la sputano avvelenando e facendo spirare le prede.  Una mia amica un giorno mi disse:   "Io so di essere cattiva, ma non se ne deve accorgere nessuno. Tu sola sai questo segreto, prima o poi dovrò ucciderti".   Infatti ha fatto peggio:  l'anno dopo mi ha fregato il ragazzo.  Ma io non mi sono persa.  E soprattutto non mi sono persa niente, visto che lui poi l'ha lasciata per la cugina.  L'altro giorno ho visto un film bello e a un certo punto la protagonista chiede al cameriere:  "Mi chiedevo se ha qualcosa contro la coscienza sporca".  E lui risponde:  "Le porto subito il miglior smacchiatore signora".  ("I was wondering if you had anything for a guilty conscience". "I'll be right back with our better stain remover, madame") (Just the way she was, Thomas Bergen, 2009)

CUSTODIRE SEGRETI

Dicono che so custodire segreti.  Me li confidano perché ho un viso che ispira fiducia ed -effettivamente- so custodirli.  In realtà li dimentico subito (ma questo i depositari del segreto non lo sospettano) perché dei segreti altrui non so che farmene.  Ps Ssh...però non lo dite a nessuno. (Paola Nappa, Segreti di famiglia) "Pensa a tutti i segreti che hanno ascoltato queste mura. E neanche alle mura importa niente". "Think of all the secrets these walls have heard. And the walls couldn't care less". (Just the way she was, Thomas Bergen)

OGNI COSA A SUO POSTO, UN POSTO PER OGNI COSA

Mio zio è una persona molto meticolosa. Aveva preparato una lista di tutte le cose (compresa descrizione e quantità) che aveva messo in valigia per andare in montagna. All’ultimo momento ha deciso di portare anche il computer portatile (fuori lista). Indovinate, una volta tornato a casa, cosa aveva lasciato in montagna?  Meglio noi disorganizzati che prima di partire controlliamo venti volte per non dimenticare nulla!  (Sara Tavazzi, Ogni cosa a suo posto, un posto per ogni cosa, 2021)

LA SCOPERTA DELLA PIOGGIA

Sono una ragazza molto legata alla pioggia.  Compare spesso nei miei sogni come una liberazione.  E so anche il perché.  Mia madre ha sempre preteso di controllare tutto della mia vita: questo non si può fare, questo neanche, attenta qui, attenta lì.  Mi ha cresciuto come una fragilissima bambolina di porcellana, anzi, magari di porcellana, perché almeno la porcellana se prende l'acqua non si rovina.  Ecco, diciamo mi ha sempre trattato come una bambola di carta pregiata che alla fine ha rischiato di avvizzirsi come una pergamena antica.  Poi c'era mio papà.  Ricordo un pomeriggio d'estate, avrò avuto 4 anni, fuori pioveva fortissimo.  Io guardavo la pioggia dalla finestra, ero rapita da quell'acqua che cadeva giù, quell'odore che mi entrava dentro, una parte di me avrebbe voluto correr fuori e perdersi in qualche pozzanghera.  Mio padre stava preparando da mangiare e, ad un certo punto, mi ha presa in braccio e siamo usciti fuori, all'aperto, allo scoperto, rid

LA FORMAZIONE

Mai seguito il calcio, mai stata tifosa, ma so a memoria la formazione dell'Inter del 1965:  Sarti  Burgnich  Facchetti  Bedin  Guarneri  Picchi  Jair  Mazzola  Domenghini  Suarez  Peiró Corso Eravamo in auto, durante una grandinata. Io, bambina, piangevo spaventata e papà, per distrarmi, mi fece mandare a memoria la formazione.  Mi emoziono ancora al ricordo. (Patrizia Cattarossi, La formazione)