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Visualizzazione dei post da 2023

PER UN NUOVO ANNO DI CORAGGIO E TRASFORMAZIONE

Cambia il tempo che non ha età, diceva la canzone. E il tempo è un bene prezioso, non va sprecato. Il tempo è il luogo in cui possiamo realizzare i nostri sogni, ma anche il luogo in cui possiamo commettere errori. Per questo è importante avere il coraggio di cambiare, di sperimentare, di imparare dai nostri stessi errori. Non c'è bisogno di aspettare il nuovo anno per iniziare a cambiare, ma è importante farlo giorno dopo giorno, con piccoli passi, con determinazione. Il cambiamento non è facile, ma è possibile se abbiamo il coraggio di affrontarlo. RESPONSABILITÀ PERSONALE Il cambiamento inizia da noi stessi, dalla nostra responsabilità individuale. Siamo noi a scegliere come vogliamo vivere la nostra vita, siamo noi a decidere quali cambiamenti vogliamo apportare. Non possiamo aspettare che siano gli altri a cambiare, ma dobbiamo essere noi stessi a fare la differenza. CORAGGIO Il cambiamento richiede coraggio, la capacità di uscire dalle nostre comode paure, chiamate alibi. Le

REALTÀ DI GENERE: DATI IMPIETOSI

Dati ISTAT, secchi e severi, rivelano un oscuro quadro della realtà di genere. Nel 92,7% dei casi in cui si individua un autore, la vittima è una donna, e gli omicidi di genere costituiscono l'84,1% degli omicidi femminili.  Ma prima ancora di giungere a tragiche conclusioni, le donne in Italia si trovano a lavorare in condizioni svantaggiose, guadagnando in media quasi 8000 euro all'anno in meno nel settore privato e svolgendo lavori più precari (fonte Sole 24 Ore). Le disparità non si fermano qui: secondo i dati del Global Gender Gap Report del World Economic Forum, della Banca d'Italia e di Openpolis, le donne affrontano una minore partecipazione politica, una presenza limitata nelle posizioni di vertice sia nel settore pubblico che privato, e una scarsa rappresentanza nelle professioni Stem.  Queste disuguaglianze, accentuate dalla disparità nell'accesso a posizioni meglio retribuite, plasmano un panorama professionale e sociale ostile per le donne. La salute femmi

IL COLLASSO DEMOGRAFICO DELL’UMANITÀ

Gli esseri umani hanno una storia evolutiva lunga e complessa, che risale a milioni di anni fa.  In tempi recenti, i progressi della genetica e delle altre scienze hanno permesso di ricostruire con sempre maggiore dettaglio le tappe di questa storia. Un recente studio pubblicato sulla rivista Science ha fornito nuove importanti informazioni sulla storia demografica dell'umanità.  Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori italiani guidati da Giorgio Manzi dell'Università La Sapienza di Roma, ha analizzato il genoma di oltre 3.000 individui provenienti da diverse popolazioni umane. I ricercatori hanno utilizzato un metodo statistico chiamato "coalescenza infinitesimale rapida" per inferire la dimensione della popolazione umana nel passato.  I risultati dello studio hanno rivelato che, tra il 930.000 e l'813.000 anni fa, la popolazione umana ha subito un collasso demografico di dimensioni apocalittiche. La popolazione umana si è ridotta di circa il 99%, passand

PSICOLOGIA: UN BILANCIO IN QUESTI ANNI DIFFICILI

In questo finale del 2023, è utile  una riflessione concisa su alcuni nodi cruciali. Il panorama dell'anno che volge al termine è segnato da preoccupazioni diffuse, con la persistenza del conflitto in Europa, l'escalation delle tensioni nel Medio Oriente e i segnali sempre più evidenti di un'urgente crisi climatica che richiede una svolta decisiva. Nel nostro Paese, tra i molteplici problemi, uno richiede particolare attenzione:  la persistente violenza sulle donne, emersa con tragica chiarezza nell'omicidio di Giulia Cecchettin.  Questo evento ha generato una partecipazione e uno sdegno senza precedenti, auspicando che possa segnare una svolta nella gestione di questa problematica. Un recente sondaggio rivela un'atmosfera di crescente pessimismo, con quasi la metà degli italiani che si dichiara pessimista per i prossimi mesi, e solo un terzo ottimista.  Questi dati si sommano al diffuso disagio psicologico e al senso di smarrimento tra i giovani, spesso inascoltati

SCORIE ALIMENTARI DA SMALTIRE E DISPONIBILITÀ AL CAMBIAMENTO: LA CULTURA DEL MOVIMENTO

Non esiste la bacchetta magica diete drastiche e sessioni infernali in palestra. Serve solo una cosa: acquisire la cultura del movimento e farla propria ogni giorno. Se abbiamo il triste record dei bambini e giovani obesi nella UE, noi che abbiamo avuto il dono della dieta mediterranea, significa che davvero siamo fuori strada. Se nel 2035 l'obesità costerà alla UE oltre 850 miliardi di euro, non si può attendere e rassegnarsi. Lo sport è ora in Costituzione, ma è spesso sinonimo di prestazioni e quelle spaventano.  Abbassiamo decisamente l'asticella e puntiamo a fare una vita più attiva con una camminata o una pedalata di mezz'ora al giorno. Potremmo andare ad accompagnare a piedi i figli a scuola, così sarà facile sensibilizzarli.  Potremo andare a piedi o con una ebike al lavoro o a fare un giro per la città, lasciando l'auto a casa. Evitare l'ascensore e fare simili azioni semplici e gratificanti per noi e chi ci circonda. Nessun eccesso, ma solo un po' di d

SIAMO FATTI PER IL CAMBIAMENTO

"Il corso della vita umana, diretto verso la morte, condurrebbe inevitabilmente ogni essere umano alla rovina e alla distruzione.  Se non fosse per la facoltà di interromperlo e di iniziare qualcosa di nuovo, una facoltà che è inerente all’azione, e ci ricorda che gli uomini, anche se devono morire, non sono nati per morire, ma per incominciare". (Hannah Arendt, Nati per incominciare) *** Stai soffrendo, stai crollando, vedere il dolore nei tuoi occhi. Sto cercando di fare una mossa solo per restare in gioco. Cerco di restare sveglio e di ricordare il mio nome. Tutti stanno cambiando e io non mi sento lo stesso. You're aching, you're breaking, and I can see the pain in your eyes. I'm trying to make a move just to stay in the game. I try to stay awake and remember my name. But Everybody's Changing, and I don't feel the same. (Everybody's Changing (Keane), Timothy James Rice-oxley, Richard David Hughes, Tom Chaplin) *** Hannah Arendt pensa che il cambiam

NON DIMENTICARE LA GIOIA

Meds dei Placebo descrive come mi sento in questo momento, persa e confusa. Mi sento come se non sapessi chi sono o cosa voglio.  La mia vita è cambiata così tanto negli ultimi anni.  Sono passata da essere una bambina a essere boh che ne so, non mi sto adattando molto bene a questa vita. Mi dimentico le cose tutto il tempo.  Mi dimentico le date, i nomi, le cose che studio, le cose che ho appena detto.  La mia mente è un paese di nebbia. E poi provo gioia e dolore allo stesso tempo.  Come si fa a sentirsi felice e triste allo stesso tempo? Sama mi dice "ringrazia che sei viva e puoi vedere il mondo"; ma che ti vuoi vedere? Io sono triste anche per le cose brutte che accadono nel mondo. Epperò non sono sola, ci sono altre persone che si sentono come me (Sama no, lei sta sempre allegra).  Sama sembra superficiale ma l'altro giorno mi ha commossa, alla fermata del 913 mi ha detto: "Non sei sola, io mi preoccupo per te. Mangia!". È che il passato è stato un periodo

ENERGIA NUCLEARE? C'È DI MEGLIO

Il nucleare, l'energia degli "illuminati" che ci promettono un futuro radiante.  Cosa c'è di così affascinante nel rischio di un'apocalisse nucleare? Forse il brivido dell'incertezza, o la speranza di ottenere superpoteri da un'eventuale esposizione alle radiazioni. Immaginatevi: al posto di tramonti mozzafiato, avremmo paesaggi radioattivi incantevoli, colorati da un bagliore verde fosforescente.  E chi ha detto che gli alberi debbano avere foglie verdi quando possono brillare nel buio? Inoltre, chi ha bisogno di fauna e flora intatte? Gli animali selvatici sono sopravvalutati. Immaginate orsi polari con la capacità di illuminare il Polo Nord! Che spettacolo! E poi c'è la questione dei rifiuti nucleari. Ma davvero dobbiamo preoccuparci di dove nasconderli? C'è così tanto spazio in questo mondo che possiamo permetterci di spargerli ovunque, magari sotto i cuscini dei sostenitori del nucleare. Un modo per condividere gli "benefici" con chi

VIGANELLA, IL PAESE CON IL SOLE ALLO SPECCHIO

Viganella, un piccolo borgo piemontese avvolto dalle maestose montagne della Valle Antrona, è stato a lungo intrappolato nell'oscurità, con il sole che lo abbandonava per 83 giorni all'anno.  Un'idea visionaria ha cambiato il destino di questo luogo remoto nel 2006: uno specchio gigantesco, posizionato sulla montagna alle spalle del paese, ha cominciato a riflettere i raggi solari sulla piazza principale, portando la luce nella vita degli abitanti. Quel giorno, la piazza era piena di gente. I bambini giocavano a palla, gli anziani chiacchieravano seduti sulle panchine, turisti scattavano foto. Tra la folla, si distingueva la figura dell'anziano Parin. "È una meraviglia vedere il sole in inverno", disse Parin a un gruppo di turisti. "Prima, in questo periodo dell'anno, eravamo sempre al buio. Ora, possiamo uscire e stare all'aperto anche di giorno". Gli rispose seccato il fratello Tonio. E già, perché c'era anche chi non vedeva di buon occ

THE DARK SIDE OF PANDORO (Oh, guarda, non è disponibile)

La crisi di Chiara Ferragni rappresenta il fallimento di un certo tipo di comunicazione e un monito per le aziende che utilizzano gli influencer, il sintomo di un mondo della comunicazione in crisi, che ha perso di vista l'importanza del messaggio. Scandaloso aver sfruttato la causa dei bambini malati per promuovere il suo brand (l'aver fatto leva sulla vulnerabilità emotiva dei consumatori lo fanno invece  tanti pubblicitari). Pessimo dal punto di vista della comunicazione, un fallimento da studiare all'università visto che il pandoro è stato un flop commerciale e ha causato un danno di immagine sia a Balocco che a Chiara Ferragni. Aziende, non sarà il caso di concentrarsi sulla creazione di messaggi efficaci che siano in linea con i valori del brand? I direttori marketing dovrebbero puntare su idee originali e strategie di comunicazione a lungo termine, invece di affidarsi a nocivi influencer privi di scrupoli, competenza e credibilità. (A. Battantier, Mip Lab) #miplab

PERCHÉ AI GIOVANI PIACE LA MUSICA TRAP? LA RISPOSTA È NELLA SOCIETÀ

Quali sono i temi ricorrenti nelle canzoni trap?  Emerge un quadro crudo di autocelebrazione, rabbia, delusione, e tematiche controverse come la violenza e la disparità di genere. Libreriamo, attraverso un'indagine analitica su quasi 500 testi di canzoni trap, rileva che l'autocelebrazione rappresenta l'81% dei casi, seguita dalla rabbia e delusione (77%), violenza (61%), disparità di genere (55%), e droghe (58%).  In particolare, preoccupa il fatto che quasi il 60% delle canzoni contenga espressioni violente contro le donne, suscitando polemiche e contestazioni. Nonostante ciò, la trap continua a godere di crescente popolarità, come dimostra la classifica annuale di Spotify, che include artisti come Sfera Ebbasta, Rkomi, Lazza, e altri.  Questi artisti emergono spesso dalle periferie con poche opportunità, trovando nella musica un mezzo di riscatto e successo, celebrato nelle canzoni. I temi ricorrenti nelle liriche includono anche la delusione d'amore, conflitti gener

IL FUTURO PROSSIMO VENTURO DEL LAVORO E DEL MARKETING

Il panorama del lavoro e del marketing sta subendo una rapida trasformazione, e le imprese devono adeguarsi a queste nuove dinamiche. Uno degli aspetti più significativi di questa evoluzione è l'incremento dell'attenzione verso la diversità e l'inclusione. Si comprende sempre di più che un contesto lavorativo diversificato si traduce in un ambiente più innovativo e produttivo. L'importanza di promuovere la diversità e l'inclusione sta entrando, lentamente, nella consapevolezza delle aziende. L'indagine condotta dal CERM dell'Università Luiss mette in luce che il 70% delle imprese italiane si dedica a questi temi. Un secondo aspetto rilevante è il focalizzarsi delle aziende sull'inclusione, mirando a creare un ambiente lavorativo in cui ogni dipendente si senta accolto e valorizzato. Un terzo aspetto cruciale è il necessario affrontare pregiudizi e stereotipi, i quali possono manifestarsi in varie forme, come nei messaggi di marketing, nella cultura azien

I "TRANQ-SHOW": LA NUOVA FRONTIERA DEL SENSAZIONALISMO E DEL VOYEURISMO

Non poteva mancare la nuova tendenza che sfruttasse la vulnerabilità degli altri per ottenere visibilità e consenso: I "tranq-show", una moda che si sta diffondendo su TikTok. Gli utenti filmano  tossicodipendenti, spesso inconsapevoli di essere riprese, mentre sono sotto l'effetto di un tranquillante veterinario. Le persone riprese vengono esposte in uno stato di vulnerabilità estrema, interrogate su aspetti intimi o ridanciani della loro vita. Il termine "tranq tourism" indica un turismo voyeuristico che trae piacere dall'osservare il dolore altrui, una sorta di "viaggio" nell'inferno della dipendenza. Questa tendenza sottolinea un problema profondo della nostra società digitale: la disumanizzazione dell'altro per un guadagno di popolarità online. Nei "tranq-show" le persone tossicodipendenti, in cambio di pochi soldi (o la singola dose pagata in cambio dell'intervista) vengono ridotte a semplici "attrazioni" da gu

DRONI CONTRO LA PIOGGIA (e contro il buon senso di amare Madre Natura, rispettandola)

La notizia che la città di Dubai sta utilizzando i droni per creare la pioggia è davvero sensazionale. Dopotutto, è sempre bello vedere la tecnologia venire in soccorso dell'umanità, soprattutto quando si tratta di risolvere problemi importanti come la carenza d'acqua. Ma se ci fermiamo a riflettere un attimo, ci rendiamo conto che questa notizia è in realtà molto preoccupante. Non perché i droni siano pericolosi, ma perché rappresentano l'ennesimo esempio di come l'uomo continui a violentare la natura a suo uso e piacimento. La pioggia è un fenomeno naturale che si verifica da milioni di anni. È un processo complesso che coinvolge diversi fattori, tra cui la temperatura dell'aria, l'umidità e la presenza di particelle di polvere e di sale. Ora, l'uomo arriva e decide di intervenire in questo processo naturale, utilizzando i droni per rilasciare sostanze chimiche nelle nuvole. In questo modo, si forza la natura a produrre pioggia, anche quando le condizioni

IO QUESTO MONDO NON LO CAPISCO

Oggi è una giornata come tante altre. Mi sono svegliato, ho fatto colazione, sono andato a scuola, ho fatto i compiti e ora sto scrivendo nel mio diario. Come al solito mi sento un po' spaesato. Non capisco cosa vogliono gli altri da me, non capisco mai niente, mi dicono, io vorrei solo giocare sul tappeto con le macchinine e i tappi. Ho 11 anni, sono goffo e pasticcione, non capisco le battute, non so come fare amicizia, non so come comportarmi con le ragazzine, Tiziana neanche mi guarda. Io questo mondo non lo capisco e il mondo non mi capisce. A scuola, i miei compagni mi prendono in giro.  Mi chiamano "secchione", "bambolo" (è un gioco di parole per via del mio cognome), "sfigato". Io non ci faccio caso, ma dentro mi sento ferito. Vorrei avere più amici, ma non so come fare. Non sono bravo a parlare con gli altri, non so cosa dire. E poi c'è la mia famiglia. Mia mamma è sempre indaffarata a fare le cose della casa. Non ha tempo per me. Mio padr

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA (Quando i mostri vengono fatti diventare gli operatori sanitari. Il Conflitto tra Salute Mentale, Responsabilità Individuale e Media)

Intricato è il labirinto delle colpe quando il tragico si svela, e troppo spesso la tentazione di incolpare lo psicologo o lo psichiatra si insinua come una scorciatoia comoda, evitando la riflessione sulla deresponsabilizzazione facile e comune.  Nel contesto della salute mentale, la bacchetta magica è assente, così come la sfera di cristallo che potrebbe rivelare le risposte anticipatamente. Deresponsabilizzare è un'articolata strategia per sfuggire alle proprie responsabilità, attribuendo la colpa a individui specifici.  Tuttavia, questa risposta svela la paura che affiora quando si riconosce l'oscurità potenziale in ogni individuo.  La comprensione di dinamiche complesse richiede competenze specializzate, riservate a coloro che possono decodificare gli animi umani. Psicologia e psichiatria convergono nella loro missione di sostenere e trattare, ma mai di sostituire la scelta e la responsabilità individuale.  I media, tuttavia, spesso dipingono i crimini più efferati come ma

IL MALTRATTAMENTO DEGLI ANIMALI

Il maltrattamento degli animali rappresenta una forma deliberata di violenza nei confronti di esseri senzienti con un cuore che batte, domestici e selvatici, colpendo milioni di individui ogni anno.  Le sue radici affondano in una complessa intersezione di fattori individuali, sociali, culturali ed ambientali. Fattori individuali come la mancanza di empatia e la presenza di disturbi psicologici, come la psicopatia, emergono come catalizzatori di comportamenti violenti.  L'abuso di sostanze stupefacenti o alcol, inoltre, può amplificare il rischio di maltrattamento.  A livello sociale, la povertà e la marginalizzazione aumentano la vulnerabilità delle persone a commettere reati, inclusi quelli contro gli animali.  L'ignoranza e la mancanza di educazione riguardo ai diritti degli animali contribuiscono a questo fenomeno, così come la presenza di una cultura che normalizza il maltrattamento. Da un punto di vista culturale, la visione dell'animale come proprietà o oggetto da sf

LA MEDICINA NARRATIVA: UN APPROCCIO CHE METTE AL CENTRO IL PAZIENTE

La medicina narrativa è un approccio che si basa sulla narrazione per migliorare la comprensione della malattia e la relazione tra medico e paziente. La medicina narrativa può essere di grande beneficio per il paziente, in quanto: -Migliora la comprensione della malattia. Il paziente ha l'opportunità di raccontare la sua storia e il medico può comprendere meglio il suo vissuto, le sue emozioni e le sue preoccupazioni. -Aumenta l'aderenza alle terapie. Quando il paziente si sente ascoltato e coinvolto nelle decisioni terapeutiche, è più probabile che aderisca alle terapie. -Riduce lo stress e l'ansia. La medicina narrativa può aiutare il paziente a gestire lo stress e l'ansia legati alla malattia. La medicina narrativa può essere di grande beneficio anche per il medico, in quanto: -Migliora la comunicazione. Il medico può imparare a comunicare in modo più efficace con il paziente, creando una relazione di fiducia. -Aumenta la soddisfazione professionale. Il medico può tr

LE TUE FRAGILITÀ SARANNO LA TUA FORZA

Il dolore è una parte inevitabile della vita. Tutti, prima o poi, lo sperimentiamo, in forme e modi diversi. Può essere il dolore fisico, causato da una malattia, un infortunio o una violenza. Può essere il dolore emotivo, causato da una perdita, un tradimento, un fallimento. Quando il dolore ci colpisce, è naturale reagire con rabbia, paura, tristezza. Ci sentiamo impotenti, confusi e soli. È difficile credere che il dolore possa avere un senso, o che possa essere utile in qualche modo. Eppure, il dolore può essere un'occasione di crescita. Può insegnarci a conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda. Può farci diventare più forti, più compassionevoli. Ricordo ancora il dolore che ho provato quando ho perso il mio migliore amico. Non capivo perché le cose dovessero andare così. Mi sentivo arrabbiato, triste e spaventato. Con il tempo, ho imparato a elaborare il mio dolore. Ho capito che Emiliano non se n'era andato per sempre, ma che viveva ancora dentro di me. Ho imparato

IL VALORE DELL' INCLUSIONE

L'inclusione si manifesta come la possibilità per tutti gli individui, indipendentemente dalle loro differenze, di partecipare pienamente alla società e contribuire al suo benessere.  Non è un atto di carità, ma un diritto universale che va garantito e promosso.  Questa priorità per le società moderne si giustifica nella crescente diversità globale, la consapevolezza dei diritti umani e la necessità di costruire società più sostenibili. Per promuovere l'inclusione, occorre adottare una strategia basata su principi fondamentali.  1) La valorizzazione delle differenze, considerate come ricchezza anziché ostacolo, rappresenta un passo cruciale.  2) La rimozione delle barriere, fisiche e culturali, che ostacolano la partecipazione alla società è altrettanto essenziale.  3) La creazione di un ambiente accogliente, dove tutti si sentano rispettati e valorizzati. L'inclusione è un processo continuo che richiede flessibilità, pazienza e impegno.  Implica ascoltare e comprendere le

GLI ALBERI? È ROBA VECCHIA

Nelle città, gli alberi sono sempre più rari. Al loro posto si trovano cartelloni pubblicitari, insegne luminose, schermi giganti.  È un vero inferno visivo, che inquina l'ambiente e danneggia la salute degli abitanti. Ma perché gli alberi sono sempre meno in città?  La risposta è semplice: il consumismo. Le aziende hanno bisogno di fare pubblicità per vendere i loro prodotti, e i cartelloni pubblicitari sono un modo efficace per farlo. Attirano l'attenzione dei passanti e instillano in loro il desiderio di consumare sempre di più. Gli alberi, invece, non sono redditizi per le aziende. Non generano denaro. Ecco perché vengono sostituiti da cartelloni pubblicitari. È una situazione assurda, perché gli alberi sono molto più importanti per le città dei cartelloni pubblicitari. Forniscono ombra, freschezza, ossigeno. Contribuiscono alla biodiversità e alla qualità dell'aria. Rendono le città più piacevoli da vivere. Perché non piantare più alberi nelle città? È una soluzione se

GREEDY JOBS (LAVORI AVIDI)

Il termine "greedy jobs" (lavori avidi) è stato coniato dalla professoressa Claudia Goldin, Premio Nobel per l'economia nel 2021, nel suo libro "The Power of Having More".  Con questo termine, Goldin intende i lavori che richiedono un'elevata quantità di tempo e impegno, spesso a discapito della vita privata e familiare ("hanno scadenze molto stringate, occupano la vostra vita e non vi lasciano più andare"). I lavori avidi richiedono di essere completati in tempi molto brevi e di essere svolti in orari non tradizionali, come nei fine settimana o di notte. Il lavoro di Goblin sui greedy jobs permette una riflessione sul senso del lavoro, sulla qualità in azienda, sulla qualità della vita e sul consumismo sostenibile. Quando un lavoro avidamente ti toglie qualcosa?  Quando ti senti asciugare il tempo, l'energia, la spensieratezza. Questo tipo di lavoro può avere un impatto psicologico, causando stress, ansia, burnout e persino depressione.  Nella

VIBRAZIONI POSITIVE (L'importanza di un atteggiamento positivo)

Ho quindici anni e mi chiamo Giulia. Per carità, nella vita ognuno fa quello che gli va, epperò io ho deciso che sono stanca delle persone che si lamentano sempre, quelle per cui è tutto nero e tutto negativo. Penso a mia mamma, un po' a mio papà, qualche mia amica, il mio ex ragazzo.  Ho scelto di stare con persone che sanno trasformare le difficoltà in opportunità, che si danno da fare e che cercano di trovare il lato positivo delle cose, anche quando le cose vanno male, sempre alla ricerca di nuovi modi per risolvere i problemi e migliorare le cose. La vita è un'avventura, e tutto dipende dal nostro atteggiamento. Marco è un mio amico, lui è il primo della classe, sa tutto eppure non gli va mai bene niente. Ma che cosa ci fai con la bravura se poi sei sempre scontento e mandi in giro nuvole tossiche? Se penso a me e ai miei amici, ogni giorno affrontiamo sfide e incertezze, ma è la nostra risposta a determinare il colore della nostra giornata. Ho capito che le persone che mi

INFLUENCER? NO, GRAZIE! (Andateci piano con il pandoro che vi rimane sullo stomaco)

In un mondo in cui l'influenza sociale si mescola con la vanità e l'avidità, ecco una nuova puntata dedicata al trionfo della superficialità incarnato da "influencer" truffaldini. Chiara Ferragni, regina dei social, e Balocco, industria dolciaria, sono stati multati dall'Antitrust, ma non per la loro dolce e gustosa collaborazione. No, la sanzione arriva per un pandoro "griffato", una leccornia per l'ego, presentato come filantropico ma rivelatosi un pretesto per arricchirsi. L'autorità accusa le società di Ferragni di aver orchestrato una sinfonia di menzogne, facendo credere ai consumatori che la loro scelta del pandoro "Pink Christmas" avrebbe generato una nobile e disinteressata donazione all'Ospedale Regina Margherita di Torino. Epperò, il dolce segreto sta nel fatto che la donazione era già stata versata da Balocco mesi prima, e le società di Ferragni hanno incassato oltre 1 milione di euro senza versare nulla all'ospedale

LA CULTURA DELLO STUPRO "CONSENSUALE"

Rifletto sulle dinamiche di potere presenti nei processi per violenza sessuale. La tattica della vittimizzazione secondaria, con domande invasive, può essere vista come uno strumento per mantenere il controllo patriarcale.  La cultura dello stupro avvalora un sistema che spesso minimizza o giustifica la violenza contro le donne. Fate attenzione, nel contesto dei processi quasi sempre le domande della difesa perpetuano una tattica vecchia quanto i processi per stupro.  La vittimizzazione secondaria mette in dubbio l'accusa di stupro, in linea con una cultura che spesso sottovaluta la voce delle donne. Enorme è il danno inflitto alle vittime, poiché queste domande invasive alimentano stereotipi dannosi sulle donne e sulle violenze sessuali.  La necessità di un cambiamento culturale e di un approccio empatico emerge chiaramente da casi simili, evidenziando la persistenza di una mentalità patriarcale che mina la lotta contro lo stupro e la violenza di genere. (Andrea Battantier, Mip La

NON ERA PROPRIO SOLO

La piccola casetta di campagna era avvolta dal gelo. Un anziano si muoveva con lentezza, poggiandosi al bastone. Mise un legno nella stufa, poi si sedette davanti al fuoco, con le mani intrecciate sulle ginocchia. Malandato, con le spalle curve e le mani tremanti, aveva gli occhi tristi e capitava si perdesse in pensieri assorti. Si fermava in mezzo al fumo scuro della memoria dove il tempo non aveva confini. Scendeva da viaggi di sogni, morti che tornavano vivi a reclamare la loro parte per non essere stati capiti. Poi si destò, udendo un qualche crepitio di scintilla, e si avviò a preparare la colazione: un po' di pane raffermo e un bicchiere di latte di riso, un caffè. Più tardi si sarebbe vestito e sarebbe uscito per la spesa. Ad un tratto sentì un ronzio, una mosca gli volteggiava intorno. Si posò sul suo viso, sulla mano, sui capelli bianchi e radi. Provò a scacciarla con un fazzoletto ma lei riuscì a schivarlo. Poco dopo l'insetto si posò sul naso. L'anziano la schiz

SULLE DONNE PESA ANCORA IL PREGIUDIZIO DELLA MATERNITÀ

Nel nostro paese la maternità è considerata -dati alla mani- ancora un ostacolo alla carriera lavorativa delle donne.  Il pregiudizio della maternità si manifesta in diversi modi, tra cui: La bassa percentuale di donne assunte con gli incentivi: in Italia, solo il 21% delle donne assunte con gli incentivi è under 35, contro il 35% degli uomini. Questo significa che le donne sono ancora percepite come meno affidabili sul lavoro, soprattutto in caso di maternità. La difficoltà di conciliare lavoro e famiglia: in Italia, le donne dedicano in media 5 ore al giorno alle faccende domestiche e alla cura dei figli, contro le 2 ore degli uomini. Questo significa che le donne hanno meno tempo per dedicarsi al lavoro, e che sono più propense a lasciare il lavoro per occuparsi della famiglia. La differenza di stipendio tra uomini e donne: in Italia, le donne guadagnano in media il 23% in meno degli uomini. Questo significa che le donne hanno meno possibilità di accumulare risparmi e di prepararsi

LA RABBIA. MIO PADRE DICE CHE SONO UNA CHE SI "IMPULSIVISCE FACILE"

Oggi sono arrabbiata. Ieri pure, domani boh chissà mi sa idem. Sento una rabbia che mi brucia dentro.  È una rabbia che mi fa sentire impotente, come se non potessi fare nulla per cambiarlo questo momento che distrugge tutto e tutti e soprattutto me. È una rabbia che sento quando sento parlare di politica o di attualità.  Mi arrabbio quando sento parlare di guerre, di povertà, di discriminazione.  Mi arrabbio quando sento parlare di persone che soffrono e che non possono fare nulla per cambiare la loro situazione. Mi arrabbio quando penso al mio futuro.  Mi sento impotente di fronte al cambiamento climatico, alla crisi economica, alla precarietà del lavoro.  Mi sento impotente di fronte alla possibilità di non poter realizzare i miei sogni. So che la rabbia è un'emozione normale, ma a volte mi fa paura.  Mi spaventa perché mi fa sentire fuori controllo.  Mi spaventa perché mi fa pensare che non ci sia speranza per il futuro. Vorrei imparare ad affrontare la mia rabbia in modo sano.

I GIOVANI E IL FUTURO DELL'ITALIA

Noi giovani? Non sappiamo cosa fare, non ci importa più di niente. Il futuro non è cosa nostra, qualcuno se ne va all'estero come Luca, Edoardo, Nicholas. Il resto del gruppo se ne sta a veder passare le giornate, odiando quest'Italia marcia. L'Italia ha un debito pubblico superiore al prodotto interno lordo. E che dobbiamo pagare noi? La spesa pubblica va agli anziani, e sono contento per loro. Prima hanno distrutto la Terra, adesso vogliono pure il premio e a noi lasciano la merda e l'Apocalisse. Sono venuti gli esperti a parlarci a scuola, di prospettive verso il futuro, che risate! La formazione è assente, l'orientamento scolastico e professionale sembra una presa in giro, altro che aggiornamento continuo, ricerca, sviluppo e innovazione. In tanti non studiano e non lavorano, ne abbiamo parlato con i prof, facendo una tesina sul “Rapporto Censis 2023”. Che cosa dovremo dare esattamente noi giovani al Paese? Ci parlano di contributo qualificato, tradotto signific

LA PICCOLA ISABEL

Il principio di termodinamica secondo cui l'energia non si crea né si distrugge, ma si trasforma, è una delle leggi fondamentali della fisica. Questo principio può essere applicato anche alla vita, che è una forma di energia. Quando una persona muore, la sua energia non scompare, ma si trasforma in altre forme di energia, come il calore, la luce e la materia. Il concetto di reincarnazione è l'idea che l'anima di una persona morta possa rinascere in un altro corpo. Questa credenza è diffusa in molte culture del mondo, tra cui quella indiana, quella cinese e quella greca. Tutto questo ho pensato quando è morta Isabel a 7 anni. Isabel era una bambina vivace e curiosa, amava giocare con gli animali e inventare storie. Era anche molto affettuosa con i suoi genitori e con me che avevo 8 anni di più. Un giorno, Isabel e la sua famiglia erano al mare. Era una giornata calda e soleggiata, e le onde erano alte. Isabel e suo padre stavano nuotando quando un'onda improvvisa la tra

LA CATTIVERIA

"La cattiveria è degli sciocchi, di quelli che non hanno ancora capito che non vivremo in eterno". (Alda Merini) La cattiveria è un'emozione che può essere motivata da diversi fattori, come l'invidia, l'odio, la paura, la rabbia. Può essere manifestata in diversi modi, attraverso le parole, le azioni, il silenzio. Alda Merini ha vissuto una vita segnata dalla sofferenza e dalla malattia mentale, ha sperimentato in prima persona la cattiveria degli altri. Nei suoi versi, spesso intrisi di dolore e di sofferenza, ha denunciato l'indifferenza e l'arroganza degli uomini. La cattiveria è una manifestazione di ignoranza. Gli sciocchi non hanno ancora compreso la finitezza della vita. Il tempo è prezioso, perché sciuparlo in azioni negative? La cattiveria è un atto di stupidità, fa del male agli altri e anche a se stessi. La cattiveria è un boomerang. Penso a Lao Bu-Shem, al karma, la legge che regola il rapporto tra le azioni e le conseguenze. Chi semina vento r

I SEGNI DI UNA PERSONALITÀ PROBLEMATICA

Filippo Turetta controllava Giulia in modo soffocante, manifestando una forte possessività.  Questi comportamenti sono sintomi di vecchie dinamiche di potere patriarcali, che includono comportamenti possessivi e controllanti. La storia di Giulia ci ricorda quanto sia importante analizzare criticamente le relazioni di potere. L'atteggiamento possessivo di Turetta nei confronti di Giulia può essere interpretato come una manifestazione della cultura patriarcale. La sua insistenza nel controllare ogni dettaglio della vita di Giulia riflette una mentalità che presume il suo diritto di dominio. Questa triste storia illustra come il patriarcato influenzi le relazioni personali, portando a comportamenti dannosi e controllanti. È doveroso esplorare il lato oscuro di questa vicenda, scrutando attraverso la lente dell'oppressione e della sopraffazione. Giulia, in questa narrazione, diventa un simbolo di ribellione contro il controllo, un'ombra che lotta per emergere. Le chat pubbliche

LE FERITE DENTRO

Caro diario, fuori va tutto bene, a scuola ho la media del 7.5, ho tante e buone amiche, faccio pallavolo e mi piace.  Dentro invece mi sento delle ferite, come quando ti senti tagliare il labbro per il freddo ma io mi sento che ad essere tagliuzzato è il cuore. Sono le ferite del passato e te le ritrovi a farti "ciao" quando cresci. Le ferite dentro possono farci sentire soli, insicuri e diffidenti con gli altri, ci bloccano perché non ti senti mai all'altezza. Ho iniziato a capire che forse queste cose sono legate alle mie esperienze passate. I miei genitori si vogliono bene ma fanno una vita strana, ognuno si fa i fatti suoi, tranne le vacanze estive e feste comandate.  I miei non hanno sempre avuto il tempo di stare con me. Forse è per questo che mi sento così sola a volte.  Le ferite dentro fanno male. Ad esempio, com'è possibile che, pur avendo tante amiche, mi sento sola anche quando sto con loro? Per non parlare della famiglia.  Io sono amica un po' di tut