Il presente non esiste, esiste il passato, che però non esiste più. La collaborazione neuronale resta un mistero. Perché l’uomo non può ricordare tutto? I ricordi superano attente selezioni ed io, cercherò di dimostrare quanto i migliori risultati non si ottengano sforzandosi o acquisendo farmaci tipo MEMORIL.
Il virtuoso del ricordo si allena fin da piccolo, con diari e foto, catalogando, annusando, toccando, ma non vivendo.
Vivendo ti godi la vita ma il ricordo che ne consegue non sempre è qualitativamente soddisfacente rispetto a chi predilige, alla vita, il suo ricordo.
Il ricordista si chiede: “Quando passerà l’evento?” per meglio ricordare. Ritengo importante riflettere su questo: il ricordista non vive ma ricorda da dio. Il ricordista tiene a distanza per non perdere la messa a fuoco. Le sue qualità emergono solo con il tempo; sarà lui il depositario della storia di classi, corpi militari, avventure estive tra le rocce o sui muretti di paesi e città. Il ricordista conosce in modo diverso da voi, tante ore al giorno a ricordare sviluppano differenti aree cerebrali. Il ricordista non disperde, previene con taccuini o con sofisticati giochi mentali. In alcuni casi subentrano comuni forme di nevrosi o di psicosi ma in genere il ricordista non perde il controllo. Studia la vita, frequenta i propri insiti archivi, è in grado di studiare le vostre mosse e segna tutto.
Da un punto di vista comportamentale, egli gode meno di voi ma se un giorno gli doveste chiedere ”…Che avete fatto il 13 aprile 1986?” allora avreste fatto felice un uomo.
I ricordisti temono l’Alzheimer più di qualunque altro e il 54% di loro tenta di togliersi la vita con il progredire del morbo.
Per il ricordista, tra gli obiettivi della vita c’è il ricordare la vita, a prescindere da essa.
Dovete farvene una ragione: c’è chi considera la vita un mero esercizio mnemonico.
(Andrea Battantier, La pace di Leonardo, storie dei pazienti, ed. battar, 2008)