(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti)
Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti.
Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc.
Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e libero però nel mondo. Qualcosa era cambiato in noi. Io lo riconobbi, per la prima volta, bello in quelle vesti madide di vita, scampoli di vita unta. Morì sette giorni dopo, ma mica di pazzia, no, la polmonite se lo portò via. La psicanalisi in quei giorni non servì. Ci guardammo e basta, lui nel letto moribondo, ed io, lì accanto, vivo più che mai ad assorbire tutto il padre mio in uno sguardo sperso e libero però nel mondo.