A navigare sono in tanti, quasi tutti ormai. Sempre connessi, ovunque, chattano per condividere informazioni ed emozioni. Nativi digitali, son nati ciucciando tecnologia, mettendo il dito sulla tetta sapendo che è un touch. Sono percettivi, rapidi (talvolta superficiali), abusano del web, ne sono fascinosamente dipendenti. Ma i genitori cosa possono fare? Ok, sorvegliare i contenuti, porre alcuni paletti temporali e di qualità, a salvaguardia di un cervello da preservare, connesso negli anni a venire.
Ma il fatto più importante è che serve voglia e passione per stare con i figli. La novità è che, nel 2015, i figli desidererebbero ancora comunicare, anche con i propri genitori. C'è un tempo in cui è possibile, poi, potrebbe essere tardi. Non è facile recuperare a 13 anni. A 3 anni giocano con il tablet ma, se potessero scegliere di giocare con un genitore presente al 100%, non ci sarebbero dubbi sull'esito della loro scelta. E qui butto la domanda quatto quatto, la domanda chiave: Genitori, ce la sentiamo di rischiare? (Nativi digitali, Andrea Battantier, 2015).