Di nonno ricordo la barca ormeggiata al lago e la sua forza nel guardarsi com'era, senza finzioni.
Oggi sembra che se non ti diverti sei un povero sfigato. Ma ho capito che, spesso, si è più soli in mezzo alla folla, che con se stessi. Soprattutto bei momenti di dolore e rinascita. Non sei mai solo, se hai te.
Quest'anno tornerò in vacanza al lago con mio padre.
Mi sono successe cose brutte ultimamente e, quando stai male, non è mica detto che far finta di non pensare faccia bene.
Da piccolo temevo la solitudine, da solo mi sentivo senza speranza.
Ma è bello pensare da soli, almeno per qualche tempo, il tempo necessario.
Adesso è così, e se incontrerò qualcuno che vuole parlare con me, oppure ascoltarmi, mi farà piacere.
Potrà essere anche mio padre con il quale, quando ero piccolo, andavamo sugli scogli il pomeriggio, ce ne stavamo lì insieme, senza parlare molto, ma era bello.
A stare solo me l'ha trasmesso mio nonno, forse ho preso da lui, quella piccola scusa che aveva dell'orto o della barca, per passare momenti in serenità.
Stare soli alle volte è doloroso ma è più doloroso fare finta che vada tutto bene, aspettando che arrivi all'improvviso l'esplosione.
(A. Battantier, Memorie di un amore, 2020, Paolo M. 16 anni, pH Ilaria)