LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elementari il teatro dei burattini che mi aveva regalato nonno, e poi il teatro, quello vero. Quindi la risposta per salvarti diventò: "Sto ripetendo il copione per lo spettacolo", e ci lasciavano in pace. Ora Ted, il fatto è che tra pochi giorni compio 30 anni, ed io non ho ancora imparato a distinguere la realtà dal sogno. Ti ho costruito così bene in questi anni, che mi sembri proprio me, o come vorrei essere nell'ideale. Tu sei forte, sicuro, coraggioso, leale, ascolti e affronti i problemi, trovi le soluzioni. Non ti abbatti mai. Lo sai? Ho notato che quando sono forte e sicuro e sereno, tu vai via. E arrivi solo quando mi sento incapace, triste e solo. Eppure ultimamente ho pensato ad una cosa: non è che te sei me? Io questo non lo so, non sono pratico di pissicologia (come dice nonna), ma ho capito che quando sono forte e credo in me, tu non vai via, sei nascosto dentro me. È questo pensiero che ora mi dona ancor più forza. Ciao Ted, ti voglio e ti vorrò sempre tanto tanto bene, Alfredo". (Memorie di un bambino, A. Battantier, 2007, Alfredo, 28 anni).